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WWF, i crimini ambientali fra i crimini contro l’umanità

Foto di Tom Fisk da Pexels

Il WWF lancia la petizione rivolta al Governo Italiano perché si faccia voce presso la Corte penale internazionale, affinché vengano riconosciuti tra i crimini contro l’umanità, i crimini ambientali

Esempio lampante di questi crimini sono gli incendi in Amazzonia. L’aumento esponenziale dello sfruttamento intensivo dei territori coperti da foreste tropicali sta portando ad un aumento drastico dei rischi di collasso ecologico di tutto il bacino.

Basti pensare che dall’inizio dell’anno, l’aumento della superficie bruciata in Amazzonia, ad oggi è del 150% rispetto al trend degli ultimi 10 anni.

Ma quali saranno le conseguenze?

Le ripercussioni non si avranno, infatti, solo per l’economia e l’ambiente locali, bensì per l’intero pianeta: riduzione della biodiversità globale ma anche della stessa risorsa idrica del pianeta; un notevole indebolimento della capacità di regolazione del clima e un’amplificazione degli effetti nefasti del riscaldamento globale. Una situazione davvero drammatica. Ciò che è necessaio fare a questo punto è sicuramente cambiare rotta e partire da azioni concrete.

Fondamentale, in questo momento storico, è colmare quel vuoto normativo che dia rilevanza ai disastri ambientali che vanno oltre la giurisdizione nazionale. È in occasione del 9 settembre 2019, giorno in cui il Presidente del Consiglio Conte ha messo più volte al centro del suo discorso alla Camera i temi ambientali, che il WWF promuove una petizione rivolta al Governo Italiano perché si faccia voce presso la Corte penale Internazionale, di una richiesta a beneficio della comunità internazionale.

La petizione

La richiesta sarebbe infatti quella di inserire tra i crimini contro l’umanità anche la distruzione dei sistemi naturali cruciali per la sopravvivenza dell’intera società umana: i crimini ambientali. Crimini che devono dunque essere considerati e riconosciuti al pari di genocidio, crimini di guerra e aggressione.

“Ci rivolgiamo agli italiani come ‘cittadini del mondo’ capaci di far sentire la propria voce contro questo disastro che vede tra le cause principali azioni umane di rapina del suolo e di incapacità di gestione sostenibile. La Terra non può essere considerata un ‘oggetto legale non identificato’, ma un nostro diritto internazionale come bene collettivo di cui prenderci cura con la massima attenzione, una prospettiva ecologica che richiama anche l’enciclica ‘Laudato sì’ di Papa Francesco in cui esorta a preservare la nostra ‘casa comune’.

Abbiamo inoltre il dovere morale di sostenere le comunità locali, veri custodi di questo patrimonio. L’inferno di fuoco che sta vivendo l’Amazzonia può diventare quella ‘miccia’ emotiva per spingere le persone a combattere lo sfruttamento incontrollato, insostenibile e spesso illegale delle risorse naturali del pianeta” – ha dichiarato Donatella Bianchi, Presidente del WWF Italia.

Sappiamo infatti, quanto i grandi sistemi naturali siano fondamentali per il funzionamento della biosfera: ghiacci polari, permafrost, circolazione marina degli oceani, regime dei monsoni e la stessa Amazzonia. Essi garantiscono la nostra stessa sopravvivenza attraverso la regolazione del clima, l’assorbimento del carbonio, la formazione delle piogge, il raffreddamento delle terre e degli oceani.

I crimini ambientali sono crimini contro noi stessi

Come può dunque, non essere considerato e riconosciuto come crimine contro noi stessi, contro l’umanità, la distruzione di uno solo dei sistemi grazie a cui la società umana può ancora perpetuarsi e continuare ad esistere. Pensiamo all’Amazzonia e agli incendi che l’hanno devastata nell’ultimo periodo: il 10% della biodiversità mondiale vive soltanto in Amazzonia. Si tratta di uno dei polmoni della Terra che offre cibo, acqua e medicine per l’intero pianeta.

La Corte penale internazionale, a cui il Governo italiano dovrebbe rivolgersi, è stata istituita proprio con lo Statuto di Roma nel 1998: la Corte giudica i responsabili di crimini particolarmente gravi e che riguardano la comunità internazionale nel suo insieme come, ad esempio, il genocidio. La richiesta del WWF è quella di inserire nello Statuto della Corte anche i crimini ambientali, ai sensi dell’art.7 dello stesso Statuto.

E’ infatti possibile da parte di uno Stato Parte modificare gli elementi costitutivi dei crimini. E l’Italia è uno dei paesi protagonisti nell’istituzione stessa della Corte. Il WWF, in occasione dell’Amazon Day celebrato il 5 settembre sorso, aveva anche richiamato l’attenzione a questa emergenza planetaria da parte dei leader che devono garantire un “New Deal per la Natura e le persone” entro il 2020 per risolvere la crisi climatica e proteggere quanto ancora esiste come ambienti naturali e fare in modo che i nostri consumi e sistemi di produzione diventino più sostenibili.

La tutela e il ripristino delle foreste deve essere il cuore di questo accordo.

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1 Commenti

Una risposta

  1. Stop crimini contro natura ,l’uomo ha un solo pianeta dove vivere e tutti gli esseri viventi ( piante comprese) hanno diritto di vita

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