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Un termovalorizzatore per Roma, l’annuncio del sindaco Gualtieri

Un termovalorizzatore per Roma, l’annuncio del sindaco Gualtieri
Foto @Germana Ferrante

Il termovalorizzatore di Roma dovrebbe essere per capacità secondo in Italia, una volta a regime

La città di Roma dotandosi di un impianto waste to energy moderno spenderebbe meno di quanto spende adesso per trasportare e smaltire i rifiuti (circa 150 milioni di euro l’anno) con un risparmio di circa 30/40 milioni di euro almeno.

“Meritano un plauso le dichiarazioni con cui il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha affermato la necessità per la Capitale di dotarsi di un impianto di recupero di energia da rifiuti non riciclabili. Solo così Roma potrà uscire dalla costante situazione emergenziale”.

Così Chicco Testa Presidente Assoambiente commenta l’annuncio del primo cittadino di Roma in occasione dell’Assemblea Capitolina straordinaria sui rifiuti. Assoambiente è l’Associazione che rappresenta le imprese che svolgono servizi ambientali, gestiscono rifiuti e sono attive nella Circular economy a livello nazionale e comunitario.

Sono 492 in Europa gli impianti di recupero energetico funzionanti che gestiscono circa 100 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui molti a servizio delle grandi capitali europee.
Si tratta di impianti in molti casi moderni e di recente concezione, accettati e graditi dalle popolazioni, che producono energia elettrica e calore distribuito da reti di teleriscaldamento e quindi considerati molto utili.

I nuovi impianti di incenerimento presentano di fatto emissioni irrilevanti grazie a sistemi di controllo degli inquinanti sempre più affidabili e evoluti.

La città d Roma produce ogni anno 1,7 milioni di tonnellate di rifiuti urbani. L’obiettivo europeo di riciclo è pari al 65%, il 35% quindi potrebbe essere usato per recuperare energia e ridurre in modo importante il riscorso alla discarica.

Un termovalorizzatore per Roma, l’annuncio del sindaco Gualtieri
Foto @Germana Ferrante

Il termovalorizzatore di Roma, le esigenze della città

“Per Roma servirebbe”, aggiunge Testa, “un impianto di 600/700.000 tonnellate l’anno, simile a quello di Acerra a Napoli (oppure di Torino, o di Parigi) con una potenza installata di 100 MW e capace di produrre circa 700/800 milioni di Kwh. Il consumo di circa 350/400.000 famiglie romane (circa il 30 %). A cui potrebbe aggiungersi il servizio di teleriscaldamento e teleraffrescamento, che potrebbe essere particolarmente adatto per la gestione calore di aree industriali o direzionali”.

L’impianto una volta a regime vanterebbe la seconda capacità di termovalorizzazione più grande d’Italia così da far recuperare alla Capitale l’antico deficit impiantistico e in tempi rapidi permettere la chiusura del Tmb di Rocca Cencia.

Roma inoltre, continua Assoambiente, dotandosi di un impianto waste to energy moderno spenderebbe meno di quanto spende adesso per trasportare e smaltire i rifiuti (circa 150 milioni di euro l’anno) con un risparmio di circa 30/40 milioni di euro almeno.

“Su un impianto di questo tipo a Roma”, conclude Testa, “potrebbero convergere le migliori competenze pubbliche e private, magari provando ad immaginare anche soluzioni urbanistiche, architettoniche, di design e funzionali innovative e adatte alla realtà di Roma”.

Foto Germana Ferrante

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