Il progetto “Un orto urbano per quartiere: coltiviamo la città”, promosso dall’associazione Zappata Romana, è stato il secondo più votato su 111 nelle votazioni per il Bilancio Partecipativo di Roma Capitale 2019, dopo aver superato il vaglio tecnico e il primo voto durante i mesi estivi
L’obiettivo del progetto è la creazione nella capitale di 100 orti condivisi, uno per quartiere, da considerare come spazi pubblici aperti a tutti i cittadini, oltre che ad associazioni e a scuole. Tale creazione si basa sul recupero e l’utilizzo di aree verdi e parchi che si trovano ad oggi in uno stato di trascuratezza e cattiva manutenzione. Sarà garantita così la trasformazione in risorse sociali degli spazi abbandonati, che spesso sono fonte di insicurezza e degrado.
I vantaggi per la città
I lati positivi del progetto sono innumerevoli. In primo luogo la manutenzione del verde e la riqualifica di aree urbane, sia al centro che alla periferia della città. La comunità trarrà inoltre giovamento dalla messa in atto di comportamenti di cittadinanza attiva, in un’ottica di integrazione, democrazia, partecipazione e coesione sociale. Gli orti condivisi saranno infatti dei luoghi di incontro in cui lavorare insieme, creando e co-progettando.
Da non trascurare anche il lavoro di educazione all’ambiente e alla biodiversità che spazi del genere possono aiutare a svolgere. Notevole è inoltre la possibilità di recuperare antichi saperi ormai andati parzialmente perduti, al fine di costruire anche reti alternative di produzione alimentare.
Gli orti condivisi come spazio politico
Una soluzione green e partecipativa, dunque, per combattere lo stato di abbandono in cui versano molte aree della capitale. I promotori del progetto si augurano che la creazione di orti condivisi fornisca anche alla città di Roma l’occasione per implementare una food policy e per integrare le politiche sociali, ambientali e culturali.
Con la speranza, inoltre, che gli orti e i giardini comuni siano usati anche come strumento di lotta al cambiamento climatico.
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Articolo curato dalla redazione e realizzato con il contributo di Manola Testai.
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