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Tutela ambiente in Costituzione, ora intervenire concretamente

Tutela ambiente in Costituzione, ora intervenire concretamente
Foto Pixabay

Ieri votazione favorevole della Camera sulla riforma degli articoli 9 e 41 della Costituzione. Il presupposto di un intervento organico per adeguare strumenti normativi vigenti a tutela della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali. Ora passare dalle parole ai fatti

Ultimo aggiornamento, ore 11.29

Da ieri, con la modifica all’art. 9 della Costituzione, la tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali “anche nell’interesse delle future generazioni” entrano di diritto tra i principi fondamentali della nostra Repubblica. Una bellissima notizia che, come sempre, non deve fermarsi alla propaganda per poi “sedersi sugli allori”.

Il testo della riforma, che, deo gratias, ha trovato un consenso trasversale in quasi tutto l’arco parlamentare, prevede peraltro, la modifica dell’art. 41 della Costituzione in base alla quale lo svolgimento della iniziativa economica privata non può svolgersi “…in modo da recare danno alla salute, all’ambiente”.

Tutela ambiente, ora passare dalle parole ai fatti

Soddisfazione da parte della associazioni ambientaliste, in particolar modo da Legambiente e WWF, che hanno così commentato ieri la notizia:

“Il via libera definitivo arrivato oggi dalla Camera alla proposta di legge che prevede l’inserimento nella Costituzione della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente rappresenta una bellissima e storica notizia per il nostro Paese. Stiamo parlando di un tema cruciale legato al nostro Pianeta, al centro delle politiche mondiali, europee e delle mobilitazioni dei giovani, che non poteva mancare tra i principi fondamentali della nostra bellissima Costituzione. Ora l’auspicio è che il nostro Paese passi anche dalle parole ai fatti affrontando con più decisione e concretezza i grandi temi ambientali, a partire dalla lotta alla crisi climatica e dalla diffusione degli impianti a fonti rinnovabili, e i tanti problemi irrisolti con interventi, riforme – come l’introduzione dei delitti contro la flora e la fauna che ancora manca all’appello – e azioni che vadano nella direzione della sostenibilità ambientale, dell’innovazione e della giusta transizione ecologica ed energetica”.

Necessario intervento a protezione della natura

Dello stesso avviso Donatella Bianchi, presidente del WWF Italia, che ha sottolineato: “Il voto di oggi rappresenta un fatto storico. Finalmente la tutela dell’ambiente diventa un principio fondamentale della Repubblica a cui la legislazione futura si dovrà ispirare e a cui la legislazione passata si dovrà adeguare”.

Donatella Bianchi ha inoltre aggiunto: “Questa modifica costituzionale è un primo importantissimo passo che armonizza il nostro sistema con i principi formulati a livello europeo e internazionale e fatti propri dalla giurisprudenza costituzionale, di legittimità e di merito. Per dare concretezza a questi passaggi è ora necessario definire un sistema normativo organico e innovativo a tutela della natura d’Italia. Il nuovo assetto costituzionale rafforza significativamente il principio della sostenibilità, sin qui trattato solo in termini di dottrina e giurisprudenza, e crea il presupposto per aumentare il livello di salvaguardia del capitale naturale che costituisce la base insostituibile di tutte le nostre attività anche economiche”.

Federparchi ricorda: entro il 2030 almeno il 30% di aree protette

Anche Federparchi parla di enorme passo avanti, ricordando la necessità arrivare alla fine del decennio con almeno il 30% di aree protette: “Con la tutela degli ecosistemi in Costituzione l’Italia fa un enorme passo avanti riconoscendo la centralità non solo dell’ambiente in senso ampio, ma anche ponendo la conservazione della biodiversità come materia costituzionale. – ha evidenziato il presidente Giampiero Sammuri – Il voto del Parlamento con l’approvazione definitiva segue di poco le parole analoghe del Presidente della Repubblica. A questo punto ci aspettiamo un’attenzione conseguente sulle politiche di tutela del patrimonio naturalistico. L’Unione Europea ha posto l’obiettivo di arrivare per la fine del decennio al 30% di aree protette. L’Italia, con le sue eccezionali bellezze e la sua ricchezza di biodiversità, ha le carte in regola per centrare il risultato.”

È significativo che questo storico evento a tutela dell’ambiente coincida con l’anno del trentennale dalla entrata in vigore della legge sulla tutela della fauna selvatica e la disciplina dell’attività venatoria (L. n. 157/1992) che necessita con urgenza di essere modificata.

Attualmente infatti gli strumenti normativi a tutela della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali non sono idonei a raggiungere nuovi fondamentali obiettivi di conservazione fissati a livello comunitario che trovano ora nella nuova riforma costituzionale. Un’esplicitazione di valori e dei principi a cui questi si riferiscono.

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