Thomas Dambo è l’artista e designer danese che è riuscito a mostrare il valore dei rifiuti, riutilizzandoli per la realizzazione delle sue opere d’arte. Opere interamente eseguite attraverso il riciclo di rifiuti domestici, scarti di fabbrica di plastica, cartone e soprattutto legno.
Un esempio, sono le sculture in legno, circa venti quelle che negli ultimi 20 anni ha prodotto Thomas, soprattutto nei pressi di Copenaghen. Opere che fanno sognare, ma che fanno altrettanto riflettere sulla questione dello spreco e su come talvolta basti semplicemente cambiare la prospettiva per trovare la migliore soluzione.
La storia di Thomas Dambo
Thomas ‘Dambo’ Winther nasce nel 1980 a Odense, una città danese sull’isola di Fionia, luogo ricco di storia e di cultura. Sin da piccolo Thomas comincia ad assemblare oggetti, giocattoli, a plasmare con fantasia, proseguendo anche durante le elementari quando gli viene diagnosticata la sindrome da decifit di attenzione ed iperattività.
Da qui nasce anche il soprannome Dambo che gli è stato affibbiato al tempo dai suoi stessi coetanei, in quanto pronuncia danese della sigla DAMP, acronimo corrispondente all’inglese ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) che identifica la problematica.
Mentre gli anni passano e Thomas diventa un adolescente, la passione in lui non si affievolisce affatto, ma cerca anzi diversi modi per esprimersi e per trovare quello più adatto a lui. Qui Thomas si dedica anche ai graffiti, cultura di strada alla quale si avvicina, ma che al tempo, ancora di più rispetto ad oggi, l’opinione pubblica non considerava arte.
Ciò che Thomas Dambo capisce di più attraverso quest’esperienza, è che quest’interazione con gli spazi urbani gli piace e lo appassiona e che deve trovare un modo per continuare a farlo pur rispettandoli. Comincia anche a frequentare un corso di formazione per falegnami durante il quale il suo estro artistico si fa sentire sempre di più.
La monotonia di lavori che percepisce come ripetitivi comincia a soffocarlo e allora si iscrive alla Designskolen di Kolding, nella regione di Syddanmark. Intanto, in lui cresce la consapevolezza del problema dello spreco. E i rifiuti gli appaiono sempre di più come delle risorse invece che degli scarti. Inizia così a raccogliere materiali d’ogni genere.
Le opere di Thomas Dambo
Ma ecco la realizzazione della prima opera. Happy City Birds: un centinaio di casette colorate per uccellini, collocate poi su palazzi, lampioni e alberi di Copenaghen, Aarhus, Kolding e Odense. L’idea nasce in lui quando tra i vari rifiuti, si trova davanti un contenitore straboccante legno multistrato.
L’opera viene accolta con un enorme entusiasmo che porta Thomas a continuare con la realizzazione delle sue opere e una volta finiti gli studi, ad aprire un laboratorio. Successivamente nasce Happy Wall, l’opera interattiva che diventa immediatamente virale sul web. Come anche i Giganteschi Troll seminati ovunque, ma soprattutto nei cuori verdi delle città.
Hector Protector, Leo the Enlightened, Isak Heartstone, Little Arturs, Niels Bragger, Happy Kim, Laura e Julian, Sleeping Louis. E i sei Troll collocati in modo tale da essere trovati in una sorta di caccia al tesoro che permette di immergersi tra i boschi.
Un riciclo che per Thomas vediamo diventare vera e propria forma d’arte. Un’arte che è anche capace di riconciliare con l’ambiente circostante facendo quasi tornare bambini o arrivare fino agli albori dell’umanità nel nostro rapporto anche fantastico con la natura.
L’arte della sostenibilità
Non solo infatti, le opere di Thomas si adattano perfettamente all’ambiente in cui vengono collocate, ma sembra addirittura che siano sempre state lì. Dandoci l’impressione di essere anche loro frutto stesso del luogo.
In questo modo, i rifiuti sono diventati risorsa e materiale di costruzione per monumentali canguri, serpenti, un cigno con le ali fatte di spatole in plastica, un castello per le anatre, barche a vela di cartone. Ma è soprattutto con gli scarti del legno che Thomas Dambo crea le sue sculture.
Scarti del legno con cui ha dato vita anche a Frederikke, la donna che spezza un fucile d’assalto. Monumento che Thomas ha donato dopo gli attacchi terroristici che nel 2015 colpirono Francia e Danimarca, al quartiere Norrebro di Copenaghen. Un’opera che a partire dal suo stesso nome, è simbolo di pace.
Opere d’arte, quelle di Thomas, che stimolano la fantasia dei più piccoli ma anche dei più grandi. Ma che allo stesso tempo spingono a riflettere sulla questione e il problema dello spreco. Opere d’arte che esortano a cambiare il punto di vista e a considerare quelli che riteniamo scarti, come delle importanti risorse da impiegare e da riutilizzare.
E perché no, magari per produrre qualcosa di bello, per dare vita a delle opere d’arte che riescano ad essere sostenibili e che aiutino ad incrementare questa sostenibilità di cui necessitiamo.
Fonte
Terzo Pianeta (che ringraziamo per la gentile concessione delle immagini).