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Terapia forestale, ora un libro racconta di cosa si tratta

Terapia forestale, ora un libro racconta di cosa si tratta
Terapia forestale, ora un libro racconta di cosa si tratta

Terapia forestale, un magico abbinamento di due parole che sintetizzano un “nutrimento” importante. Ora quella che viene definita terapia forestale ci viene spiegata in un libro ricco di tutti i particolari necessari alla comprensione di quanto essa sia importante

Terapia forestale: un volume per la prima volta raccoglie in modo sistematico ed estende lo stato delle conoscenze scientifiche su come le foreste e il verde siano capaci di influenzare il nostro stato mentale e psicologico.

Il libro dal titolo appunto Terapia forestale, pubblicato da Cnr Edizioni, è la conseguenza di una ricerca di un anno e mezzo effettuata tra il Cai, per iniziativa del suo Comitato Scientifico Toscano, recepita e ampliata dal Comitato scientifico centrale (Cai-Csc), e l’Istituto per la BioEconomia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibe), con la collaborazione scientifica del Cerfit presso Aou Careggi.

Terapia forestale, una “medicina”

La terapia forestale, una disciplina, questa, partita dall’estremo oriente e ora diffusa in tutto il mondo, tanto da presentarsi a tutti gli effetti come strumento di Medicina complementare a disposizione del Servizio sanitario nazionale.

Il titolo del volume Terapia Forestale, nella sua semplicità, rimarca l’intento di colmare una lacuna. Sulla base del rigore scientifico e dei contributi multidisciplinari di medici, biologi, forestali, fisici, psicologi e altri professionisti.

Abbiamo voluto creare un quadro di riferimento scientifico delle evidenze raccolte in tutto il mondo durante trent’anni di ricerca, e centinaia di pubblicazioni scientifiche, in merito agli effetti diretti degli ambienti forestali sulla salute mentale e fisiologica dei visitatori – afferma Federica Zabini di Cnr-Ibe, curatrice dell’opera – Siamo partiti dalle funzioni fondamentali delle grandi foreste rispetto al sostentamento della vita umana sul pianeta – dalle malattie al clima – per passare, attraverso l’analisi del rapporto ancestrale tra uomo e foresta, a esporre in dettaglio i risultati della ricerca scientifica rispetto ai benefici offerti dalla frequentazione dei boschi grazie alla mediazione di tutti i nostri sensi. Si tratta di benefici significativi, ad ampio spettro e spesso duraturi, per esempio rispetto alla salute mentale e alle difese immunitarie”.

Le pratiche concrete di questa disciplina

Il volume, dunque, mette insieme nuovi metodi e risultati, sicuramente utili per codificare e standardizzare le pratiche di Terapia forestale in maniera organica e concreta.

L’altro curatore dell’opera, Francesco Meneguzzo sempre del Cnr-Ibe e referente scientifico nazionale del Cai-Csc, sottolinea: “Dopo aver percorso a piedi centinaia di km nelle foreste appenniniche e alpine, dotati di un ‘naso elettronico’, abbiamo potuto ricostruire la concentrazione nell’atmosfera forestale dei preziosi composti organici volatili emessi dalle piante, in funzione delle specie presenti, della stagione e dell’ora del giorno. Inoltre, abbiamo effettuato numerose sessioni di Terapia forestale guidate da psicologi professionisti secondo un preciso protocollo, ottenendo risultati eccellenti in linea con altre esperienze condotte all’estero e anche superiori. Protocollo e risultati sono presentati e commentati in dettaglio in questo libro”.

Ricerca e sviluppo non si fermano qui, però. Con la Terapia forestale si inaugura un percorso più ampio destinato a portare sorprese. “Siamo pronti a fare ancora la nostra parte. Abbiamo già incluso la Terapia forestale nel nostro Master in fitoterapia generale e clinica attivato dall’Università di Firenze – ha dichiarato Fabio Firenzuoli, direttore del Cerfit – Le foreste sono centri di aromaterapia naturale che offrono benefici consolidati sulla salute fisica e mentale, come abbiamo ampiamente documentato nel volume. Ora che il quadro scientifico è stato chiarito, anche grazie a quest’opera, uno dei prossimi importanti passi sarà inviare pazienti presso Stazioni qualificate e osservare i risultati: noi siamo molto fiduciosi”.

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