Questo piccolo prodigio di tecnologia, dalle sembianze di un vero e proprio bradipo, si chiama SlothBot ed è alimentato da pannelli solari
Utilizzando un innovativo sistema di gestione dell’alimentazione, il robot si muove lungo un cavo intrecciato tra due grandi alberi e monitora la temperatura, i livelli di anidride carbonica e altri parametri ambientali.
“SlothBot abbraccia la lentezza come principio di progettazione” — ha spiegato Magnus Egerstedt, professore e presidente della scuola Steve W. Chaddick della Georgia Tech School of Electrical and Computer Engineering. “I robot, in genere, non sono progettati così, ma essere lento e iper-efficiente dal punto di vista energetico permetterà a SlothBot di indugiare nell’ambiente per osservare cose che possiamo vedere solo essendo presenti continuamente per mesi o addirittura anni”.
Lento come un bradipo, ma super tecnologico
Stampata in 3D, l’originale scocca di SlothBot è lunga circa un metro e mezzo e protegge dalle intemperie i motori, gli ingranaggi, le batterie e le apparecchiature di rilevamento. Il robot è programmato per spostarsi solo quando necessario e al momento di ricaricare le batterie è in grado di localizzare la luce solare e di muoversi sui cavi nella sua direzione.
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I primi spettatori che lo potranno osservare dal vivo saranno i visitatori del Giardino Botanico di Atlanta, dove SlothBot sarà testato e funzionerà su un singolo cavo da 100 piedi (poco più di 30 metri). In applicazioni ambientali più estese, tuttavia, sarà in grado di passare da un cavo all’altro per coprire un territorio più ampio.
La robotica per salvare l’ambiente
SlothBot avrà un compito importante: aiutare gli scienziati a comprendere meglio i fattori abiotici che influenzano gli ecosistemi critici, fornendo un nuovo strumento per lo sviluppo delle informazioni necessarie per proteggere le specie rare e gli ecosistemi in pericolo.
Il robot, infatti, potrebbe svolgere alcune ricerche in remoto e aiutare gli studiosi a “capire cosa sta succedendo con gli impollinatori, le interazioni tra piante e animali e altri fenomeni che, altrimenti, sono difficili da osservare”— ha spiegato Emily Coffey, vicepresidente per la conservazione e la ricerca presso l’Atlanta Botanical Garden. – “Con la rapida perdita di biodiversità e con più di un quarto delle piante del mondo che si stanno potenzialmente estinguendo, SlothBot ci offre un altro modo di lavorare per preservare quelle specie”.
Oltre alla conservazione, poi, il bradipo robot potrebbe essere applicato per l’agricoltura di precisione: la videocamera, insieme ad altri sensori che viaggiano su cavi aerei, potrebbero fornire una diagnosi precoce delle malattie delle colture, misurare l’umidità e controllare l’infestazione da insetti.
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Dopo aver effettuato i test nel giardino botanico di Atlanta, i ricercatori sperano di spostare SlothBot in Sud America per osservare l’impollinazione delle orchidee o la vita delle rane in via di estinzione.
Sensibilizzare grandi e piccini
Al di là dei primari obiettivi conservazionistici, l’augurio è anche che SlothBot possa contribuire a stimolare l’interesse dei visitatori per la tutela ambientale. “Questo ci aiuterà a raccontare la storia della fusione tra tecnologia e conservazione” — ha affermato Emily Coffey.“È un modo unico per coinvolgere il pubblico e proporre un nuovo modo di raccontare la nostra storia”.
Il simpatico bradipo tecnologico, inoltre, potrebbe essere particolarmente interessante per i bambini in visita al giardino: un nuovo modo di pensare ai robot capace di accendere la curiosità tra i più piccoli che avranno occasione di vederlo da vicino.
Articolo curato dalla redazione e realizzato con il contributo di Angela Chimienti.
(Video credits: Georgia Tech)
Fonte
Georgia Institute of Technology
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