(Adnkronos) – "Questo film era ineluttabile, Paolo Virzì ci pensava da tantissimo tempo, potremmo dire da 28 anni, cioè dall'indomani dell'uscita nelle sale di 'Ferie d'Agosto'…". E' quanto osserva Silvio Orlando, intervistato dalla AdnKronos, fra i protagonisti di 'Un altro Ferragosto' sempre diretto dal regista toscano, in uscita da domani al cinema. "Ho avuto inizialmente qualche perplessità sull'arco temporale del mio personaggio, tre decenni dopo – confessa l'attore -. Tra l'altro, lui è arrivato ai suoi ultimi giorni di vita… Ma si può anche aggiungere che la mia 'dipartita' è l'elemento forse meno tragico del film – sorride Orlando – e quelli che restano in vita hanno davanti un futuro che non riescono più a immaginare, non sanno più chi e cosa li può guidare. Alla fine, l'elemento tragico pervade un po' tutto il film". Sottolinea ancora Silvio Orlando: "Viene chiamato sequel ma, in realtà, mi è difficile immaginare due film più diversi. 'Ferie d'Agosto' era un ritorno alla grande commedia all'italiana che sa affrontare anche situazioni dure suscitando una risata; 'Un altro Ferragosto' ha un tono diverso, basato più sul vuoto esistenziale che sulla divergenza politica. Del resto, abbiamo smarrito oramai qualunque riferimento, tra fine delle ideologie e crisi delle fedi religiose. Cosa resta? Resta il denaro, connesso al successo personale e alla visibilità sui social: una sorta di 'pornografia' della propria vita… Ma, alla fine, quella che scorre nelle nostre vite rimane un'acqua che non disseta". (di Enzo Bonaiuto) —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)