Sharing Mobility, “qualcosa si muove”. I servizi di Sharing Mobility nelle città italiane sembrano infatti in continua crescita: la sharing mobility può diventare così il miglior alleato del trasporto pubblico
La Terza Conferenza Nazionale sulla Sharing Mobility, organizzata dall’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility (nato da un’iniziativa del Ministero dell’Ambiente, del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile), in collaborazione con il Green City Network e in partnership con Deloitte che ha presentato un’analisi industriale e sociale relativa agli scenari presenti e futuri della nuova mobilità e con Nugo, l’app lanciata a giugno 2018 dal Gruppo FS Italiane che promuove il trasporto collettivo, integrato e sostenibile, si è svolta oggi e ha fatto il punto sullo stato dell’ arte della sharing mobility italiana e ha presentato il Terzo Rapporto Nazionale sulla sharing mobility.
La mobilità condivisa coinvolge ormai oltre 5 milioni di italiani. Nel 2018 i servizi attivi in Italia (Carsharing, Scootersharing, Carpooling, Bikesharing, ecc.) sono 363, 14 in più dell’anno precedente, gli iscritti 5,2 milioni, un milione in più del 2017. Si sono registrati 33 milioni di spostamenti in sharing nel 2018, in media 60 al minuto, il doppio del 2015.
“La sharing mobility è uno degli strumenti attraverso cui stiamo attuando quella rivoluzione nei trasporti che ci siamo prefissati – commenta il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli – La filosofia della mobilità condivisa si sposa con quella di trasporti a basso impatto ambientale, con la riduzione del traffico e dunque il miglioramento dell’aria delle nostre città. Oltre che con una piena intermodalità negli spostamenti, che permette a tutti i cittadini, nel rispetto dell’equità sociale, di scegliere mezzi diversi, poco inquinanti, per il tragitto casa-scuola-lavoro. Questa filosofia è la nostra filosofia, e non ci stancheremo di lavorare affinché si affermi con forza in ogni angolo del nostro Paese, dalle periferie delle grandi città ai centri abitati più piccoli. Perché riteniamo che la sharing mobility possa migliorare la qualità della vita dei cittadini, promuovere la crescita economica, soprattutto a livello locale, e ridurre gli effetti negativi dell’attività dell’uomo sull’ambiente, contestualmente incrementando l’efficienza dei servizi e abbassando i costi per l’utenza”.
La Sharing Mobility sta diventando più sostenibile con un aumento dei veicoli elettrici in condivisione, soprattutto grazie al boom dello Scootersharing (+285% dei noleggi in un anno). Una piccola contrazione si registra nel bikesharing con la chiusura di alcuni servizi e una riduzione del 9% delle bici “su strada”. I numeri parlano chiaro: 7961 auto in car sharing (2126 elettriche) di cui 6787 free floating (l’auto che si preleva e si lascia ovunque) e 1174 station based (si preleva e lascia in appositi spazi); 2240 scooter in sharing, 90% elettrici; circa 36.000 bici offerte in bikesharing e 271 comuni in cui è attivo almeno un servizio di sharing mobility (57% al nord), con Milano e Torino che sono le città maggiormente “fornite” e Milano si conferma la città della Sharing Mobility.
“Le nostre auto restano parcheggiate per il 92-95% del tempo, questo è il paradosso della motorizzazione privata di massa che porta a spreco di spazio pubblico, di risorse economiche e naturali – dichiara il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – Più che di automobile oggi bisognerebbe parlare di “auto immobile”, perché la vediamo quasi sempre parcheggiata oppure ferma in coda nel traffico urbano. Le nuove generazioni hanno compreso quest’assurdità, abbracciando con entusiasmo la filosofia della sharing mobility come dimostrano i dati presentati oggi. Riappropriamoci degli spazi pubblici e dei tempi privati, condividendo il mezzo per spostarci”
Sharing Mobility, una sintesi del rapporto nazionale
I veicoli condivisi sempre più elettrici, sempre più leggeri
La Sharing Mobility diventa sempre più sostenibile. Aumenta infatti nel 2018 la quota di auto e scooter elettrici condivisi rispetto al totale, passando dal 27% al 43% nell’ultimo anno. Oltre che più elettrici, i veicoli in condivisione che circolano sulle nostre strade sono mediamente sempre più leggeri e meno ingombranti: la massa media dei veicoli a motore è infatti diminuita del 17% tra il 2015 e il 2018. Risultati positivi realizzati grazie soprattutto al boom dei servizi di Scootersharing (presenti per ora solo a Milano, Roma e Torino) che hanno messo su strada nell’ultimo anno 1.740 nuovi mezzi, di cui il 90% elettrici, arrivando a quota 1 milione di noleggi (+285% del 2017).
Carsharing sempre più efficiente con Milano al top, primi passi per la condivisione “tra “privati”
Il Carsharing sia free-floating che station based copre l’Italia da nord a sud. Il free floating è concentrato solo in alcune città del centro-nord, soprattutto a Roma e Milano (a Milano in un anno si sono registrati oltre 6 milioni di noleggi) e continua il trend positivo degli anni precedenti in termini di iscritti e noleggi realizzati, registrando per entrambi un +26% tra il 2017 e il 2018.
È vero che cresce meno degli anni precedenti il numero di auto disponibili (negli anni scorsi ne sono state messe su strada una grande quantità per creare un mercato), ma vengono utilizzate di più dagli utenti: mediamente 5 volte al giorno nel 2018, circa una volta in più rispetto al 2017. Il carsharing station based è diffuso al contrario in tutta Italia e nel 2018 si sono aggiunte altre città del sud (Napoli, Lecce, Messina, Reggio Calabria e Sassari) e gli indicatori degli iscritti e dei noleggi hanno anche in questo caso un segno più: rispettivamente +37% e +24% tra il 2017 e il 2018. Si conferma anche la tendenza verso l’elettrificazione della flotta che nell’ultimo anno è arrivata al 33% rispetto al 26% del precedente periodo.
Torino è la città in cui è più popolare il carsharing station based. Con 17 mila iscritti e 1.600 auto, il nuovo settore del carsharing tra privati (peer-to-peer) si affaccia nelle città, mostrando grandi potenzialità soprattutto tenendo conto dei numeri registrati in altri paesi come la Francia, dove la flotta di auto è 24 volte quella italiana. Sostanzialmente un privato mette a disposizione di altri soggetti (amici, colleghi o iscritti ad un social “controllato”) la propria automobile: ci guadagnano tutti e si libera spazio nelle città.
Il bikesharing, luci ed ombre: circa 36.000 bici (-9% rispetto al 2017)
In continua evoluzione il settore del bikesharing. A solo un anno di distanza dal loro arrivo a fine del 2017 con migliaia di biciclette, escono dal mercato alcuni operatori di bikesharing free-floating (Roma rimane senza servizi). Si confermano invece i servizi più organizzati nelle grandi città del nord e arrivano 3.200 nuove biciclette in 4 Comuni medio-piccoli: Pesaro, Reggio Emilia, Mantova e Bologna dove il sistema free-floating dispone anche di zone di parcheggio dedicate dove prelevare e lasciare la bicicletta. A fronte di una flotta station-based stabile, il numero delle biciclette complessive (quasi 36 mila) si riduce del 9% tra il 2017 e il 2018.
Il carpooling aziendale ed extraurbano continua a crescere
Ottimi anche i numeri osservati per il Carpooling aziendale (condivisione di tragitti e singoli viaggi). Gli iscritti totali aumentano con un tasso di crescita simile a quello degli anni precedenti, pari a circa il 70% all’anno. Ben più sostenuta la crescita dei viaggi, quasi quadruplicati rispetto all’anno precedente e arrivati a circa 380 mila nel 2018 per un totale di 7 milioni di km percorsi in condivisione per recarsi a lavoro. Crescono anche gli iscritti del Carpooling extra-urbano del 15% rispetto al 2017, superando nell’anno analizzato i 2,8 milioni. Utenti che nel 2018 hanno offerto complessivamente 1,5 milioni di passaggi per tragitti extra-urbani, 9 su 10 dei quali su distanze superiori ai 75 km.
Si afferma il nuovo mercato digitale e nuove soluzioni di micromobilità
Il numero di città in cui sono accessibili i servizi digitali di pianificazione degli spostamenti con il TPL e di gestione delle piattaforme di vehicle-sharing è cresciuto ancora: 48 nel 2018 contro le 43 del 2017, abilitando 7 servizi in più (monopattini compresi) dell’anno precedente per un totale di 40. Tra le piattaforme c’è Nugo (app disponibile per Android e IOS) che vuole ricoprire un ruolo importante nella rivoluzione della sharing mobility.
La piattaforma tecnologica lanciata dal Gruppo FS Italiane permette di acquistare in un’unica soluzione tutti i biglietti dei vettori di trasporto scelti per il viaggio. Nugo integra diverse modalità di trasporto: dal treno all’aereo, dall’autobus alla metropolitana, dal traghetto al car e bike sharing. Continuano a crescere le piattaforme digitali dedicate al servizio taxi in termini di diffusione come città coperte e utilizzo, facendo registrare più di 3,1 milioni di corse prenotate nel 2018. Sono in arrivo anche monopattini elettrici, hoberboard, segway e monowheel. Il recente decreto del ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha dato il via alla sperimentazione nei comuni della micromobilità, una soluzione da “ultimo miglio”. Nelle città infatti il 50% degli spostamenti riguarda distanza inferiori al 5 km. Mezzi come i monopattini elettrici possono, ad esempio, diventare una soluzione per sostituirsi ad auto e taxi negli spostamenti brevi integrandosi con il trasporto pubblico.
Le città della Sharing Mobility
Milano, si conferma la città della Sharing Mobility con i numeri più alti in termini di offerta di veicoli per abitante e noleggi. Ben posizionate Torino e Roma, con quest’ultima chiamata però a recuperare il gap dovuto all’assenza di servizi di bikesharing. Grande balzo in avanti di Bologna che nel 2018 ha inaugurato 2 servizi di carsharing e 1 servizio di bikesharing a flusso libero. Al sud spiccano le performance di Cagliari e Palermo con i loro servizi di Carsharing e Bikesharing station-based.
Nuova mobilità, quali impatti e opportunità. L’analisi Deloitte
Per 6 italiani su 10 la mobilità oggi è ancora una fonte di preoccupazione quotidiana, con impatti sia sulla sfera privata (per il 73% influenza il proprio tempo libero) sia sull’ambiente (79%). Nonostante l’auto privata rimanga tuttora il mezzo di trasporto più utilizzato dagli italiani (57%), più della metà (54%) aumenterà l’utilizzo dei nuovi servizi di mobilità nei prossimi 3 anni (anche se in logica complementare e non sostitutiva all’auto di proprietà – 69%), purché vi sia un’evoluzione dell’offerta lungo quattro direttrici: convenienza economica (richiesto da 9 italiani su 10), facilità di accesso al servizio (7 su 10), chiarezza dell’offerta (7 su 10 reputano i servizi ancora poco chiari, anche in riferimento a quelli più conosciuti – es. Carsharing, 1 su 2 non sa che è una formula pay-per-use) e riconoscibilità dell’operatore che fornisce il servizio (6 su 10 non conoscono offerte di mobilità di importanti operatori non tradizionali).
“I dati incoraggianti che oggi ha presentato il nostro Osservatorio confermano che la rivoluzione silenziosa della sharing mobility è in atto – osserva Raimondo Orsini, coordinatore dell’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility – e l’Italia è in linea con i migliori trend mondiali. Ora dobbiamo lavorare tutti insieme per portare molte altre città italiane ai livelli di Milano. Ad esempio Torino e Bologna hanno fatto passi da gigante ed anche nel centro sud sono fiorite esperienze molto interessanti. La sharing mobility è il miglior alleato del trasporto pubblico e offre un ventaglio di soluzioni innovative: auto e scooter elettrici, monopattini condivisi, car pooling, car sharing “peer to peer”, che servono a vincere la battaglia per la vivibilità e la qualità dell’aria nelle nostre città, la vera sfida di ogni sindaco. Questa rivoluzione va quindi sostenuta e incoraggiata a livello normativo e fiscale. I cittadini se lo aspettano.”
“La mobilità attuale ha un impatto negativo sulla qualità della vita per oltre un 1 italiano su 2 e sulla sostenibilità ambientale per 8 su 10, rappresentando però, allo stesso tempo, un elemento chiave per il miglioramento della qualità dell’aria che respiriamo (per 9 su 10) – commenta Luigi Onorato, Senior Partner, FSI Innovation Leader | Monitor Deloitte – In questo contesto, le nuove forme di mobilità sono ampiamente conosciute, ma ancora ancora oggi poco utilizzate: ad esempio il Carsharing, è noto all’83% degli italiani, ma solo l’8% vi ricorre abitualmente. Tuttavia, oltre 1 italiano su 2 concorda nel dire che utilizzerà sempre di più le nuove forme di mobilità e 4 italiani su 5 non escludono la possibilità di acquistare da operatori tradizionalmente non legati al settore dei trasporti (ad esempio, più del 70% da imprese operanti nel settore energetico, assicurazioni e technology. In questo contesto, i clienti richiedono agli operatori di evolvere ulteriormente l’offerta, ad esempio, attraverso soluzioni economicamente convenienti (richiesto da 9 italiani su 10) e più chiare (7 su 10)”.