Suolo uguale vita. Il suolo è un bene unico. Ci sostiene ogni giorno e non solo in senso materiale. In che modo?
È lo strato superficiale della crosta terrestre, costituito da componenti minerali, organici, acqua, aria e organismi viventi, e si forma all’interfaccia tra atmosfera, biosfera, idrosfera e litosfera. Questa matrice ambientale non è solo la somma delle sue componenti, ma anche il risultato di processi e interazioni che ne fanno un sistema complesso al centro di più equilibri.
Il suolo ricopre funzioni culturali, storico-ambientali, paesaggistiche, insediative, climatiche, protettive, produttive e regolatrici, tutte importanti sotto il profilo ecologico ed economico. Eppure, troppe volte, questo corpo naturale viene sottovalutato, inquinato e trattato con scarsa consapevolezza delle conseguenze derivanti dalla perdita dei suoi servizi. Il suolo, infatti, si può ritenere una risorsa non rinnovabile, dal momento che i suoi tempi di formazione e rigenerazione sono estremamente lenti. Un vero e proprio insostituibile “oro bruno”, che ha bisogno di essere protetto e utilizzato in modo appropriato.
Obiettivi di Sviluppo Sostenibile relativi al suolo
Salute, sicurezza alimentare, disponibilità di acqua potabile e di strutture igienico-sanitarie, conservazione e utilizzo durevole di oceani, mari e risorse marine, regolazione del clima dipendono dalla fornitura di servizi ecosistemici per i quali le proprietà e le funzioni del suolo svolgono una mansione chiave. Si tratta solo di alcuni dei 17 punti approvati dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per proteggere il pianeta e migliorare la qualità di vita.
Nel quadro dell’Agenda 2030, gli SDGs 2, 3, 6, 11, 13, 14 e 15 hanno targets che raccomandano una considerazione diretta delle risorse del suolo. Ma non è tutto, si può menzionare anche l’Obiettivo 7 sull’energia pulita e accessibile e il 12 in merito a modelli di produzione e consumo responsabili: entrambi fanno indirettamente affidamento sulla disponibilità di risorse del suolo sane.
Land degradation, di cosa si tratta?
Il deterioramento del suolo produce un impatto su miliardi di persone in tutto il mondo. La modifica del suo stato di salute, infatti, comporta una minore capacità dell’ecosistema suolo di fornire beni e servizi ai suoi beneficiari.
A causa di siccità e desertificazione ne vengono persi milioni di ettari ogni anno, un tasso molto alto che incide sulla biodiversità animale e vegetale, sulla percentuale di aree forestali, sull’alimentazione umana e sulla salute. Determinanti anche le pressioni dovute all’urbanizzazione crescente, all’intensificazione di attività agricole e pascoli. Ad aggravare la questione, infine, la consapevolezza che l’impoverimento e il degrado di questo bene non sono recuperabili nel corso di una vita umana.Foto di Jose Antonio Alba da
Allora come tutelare i suoli?
In uno studio, pubblicato su Enviromental Monitoring Assessment, gli esperti sottolineano come l’Obiettivo 15 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite riguardi proprio la vita sulla terra e si proponga di proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre.
Il target 15.3 sulla “land degradation neutrality”, in particolare, invita, entro il 2030, a combattere la desertificazione, ripristinare i suoli deteriorati, compresi i terreni colpiti da siccità e inondazioni, e raggiungere uno stato di neutralità nella degradazione del suolo su scala globale.
Una proprietà essenziale
La ricerca, frutto di una collaborazione internazionale, mette in luce la produttività del suolo, proprietà considerata in diversi SDGs e inglobata nel concetto più ampio di “produttività agricola”, che si basa, a sua volta, sulla fertilità e sulle condizioni climatiche.
“La perdita della soil productivity — si legge nell’articolo — è una nozione centrale della degradazione del suolo”. Quest’ultima, tra l’altro, si riferisce anche ai processi che conducono alla riduzione della capacità di ritenzione idrica e della biodiversità, nonché all’inquinamento e/o carico di nutrienti di questo corpo naturale (targets 3.9, 6.4, 6.5, 14.1, 15.5). Quanto all’ambito della regolazione del clima (target 13.2), tema estremamente attuale, la componente di carbonio dei composti organici del suolo è la proprietà più rilevante.
Monitoraggio del suolo, perché è importante?
Il raggiungimento degli SDGs implica la valutazione e il monitoraggio delle proprietà del suolo e delle minacce che interessano questo bene. Tornando alla produttività del suolo, per esempio, la ritenzione idrica, la conduttività e il ciclo dei nutrienti sono indicatori fondamentali. Non di minore importanza anche le proprietà verticali relative agli orizzonti, l’idrologia e la topografia sottostanti.
Monitorare questi e altri aspetti, quindi, permetterebbe di seguire efficacemente gran parte degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
A che punto siamo?
Gli attuali sistemi di monitoraggio non sono del tutto sufficienti a fornire i dati richiesti. Tuttavia, sono in corso numerosi sforzi volti al loro miglioramento e finalizzati a raccogliere informazioni sulla biodiversità del suolo, big data sulle proprietà morfologiche e non solo. Gli esperti sottolineano il bisogno di un quadro di indicatori globali per il monitoraggio dei progressi nella protezione delle risorse di questa matrice preziosa e l’importanza di armonizzare i programmi di monitoraggio e di campionamento, così come gli standards di misura con i protocolli.
“L’estensione spaziale dei beni legati alla qualità del suolo globale e regionale deve essere considerata e integrata nelle politiche che riguardano più settori, dall’urbanizzazione sostenibile allo sviluppo agricolo — dichiarano gli studiosi. “Il monitoraggio dei cambiamenti del suolo […] è una sfida che deve essere affrontata”.
In questo contesto gli SDGs aiutano razionalizzare gli sforzi dei programmi di monitoraggio del suolo, e, insieme alle nuove fonti di informazioni e agli odierni mezzi tecnologici, possono fornire i dati necessari.