Gli step da seguire per riordinare il proprio guardaroba in modo efficace e rapido, effettuando un decluttering sostenibile.
La primavera è sbocciata e anche in antiicipo con giornate sempre più tiepide. Con l’arrivo dei primi caldi, per milioni di italiani si avvicina il fatidico momento del cambio stagione.
Non solo un momento per invertire il guardaroba invernale con quello primaverile ma l’occasione per dare più ordine e spazio all’armadio liberandosi degli abiti che non si indossano più. in un’ottica sostenibile.
Ma come trasformare questa incombenza stagionale in una buona azione per il pianeta? Il primo passo è effettuare un decluttering e per renderlo sostenibile è importante fare un inventario dei capi scartati.
Che cos’è il decluttering?
Ma cosa si intende con il temine decluttering? Si indica l’attività del mettere in ordine. Un’attività applicabile a diversi spazi che ci circondano: dal guardaroba alla dispensa, dalla libreria di casa ai documenti dello studio.
Questa occupazione attiene a diverse sfere della vita quotidiana e arrivati alla fine della riorganizzazione si potrà percepire una sensazione piacevole che spazia dalla gioia alla leggerezza e serenità.
L’ideatrice del decluttering è Marie Kondo, da cui nasce anche il metodo KonMari, un vero e proprio approccio che si ispira al minimalismo riguardo all’organizzazione.
La scrittrice giapponese, con la pubblicazione del suo primo libro pubblicato nel 2014 intitolato Il magico potere del riordino, ha invogliato milioni di persone a mettere in pratica il decluttering.
Se I capi sono in buono stato non andrebbero buttati via: il consiglio è di avviarli a riuso, regalandoli ad associazioni di beneficenza, usandoli come “scusa” per organizzare uno swap party con gli amici o, ancora, mettendoli in vendita.
Le occasioni non mancano davvero, sia online che offline.
Capi in buono stato: dal riuso di prossimità agli swap party
Negli oltre 100 Comuni aderenti, è ad esempio possibile proporre ai propri concittadini i capi in disuso, postando comodamente da smartphone un annuncio sulla Bacheca del Riuso di Junker app. Una vetrina virtuale messa a disposizione dall’amministrazione comunale e aperta a tutti i residenti.
I vantaggi? Gli scambi avvengono nel raggio di pochi km, riducendo quindi gli spostamenti e annullando i costi (e le emissioni!) per la spedizione.
Se agli scambi digitali preferite le feste, il consiglio è di informarvi se vicino casa è in programma uno swap party oppure organizzarne uno voi stessi, invitando i vostri amici a partecipare.
Questo tipo di evento sta riscuotendo un discreto successo negli ultimi anni, perché permette di divertirsi e allo stesso tempo rifarsi il guardaroba, scambiandosi a vicenda abiti, scarpe, borse e accessori.
In questo modo non solo si passa una giornata diversa, ma si dà anche nuova vita a capi che non si utilizzano più, magari rinnovandoli in modo creativo grazie a interventi di upcycling.
Cambio di stagione, le 5 regole d’oro
Per disfarsi più celermente dei capi in disuso, è importante sapere che in Italia dal 1° gennaio 2022 vige l’obbligo di raccogliere in modo differenziato i rifiuti tessili.
Per evitare errori, basta seguire le 5 regole messe a punto dal team di Junker, l’app per la raccolta differenziata e l’economia circolare che è stata scelta da oltre 2 mila Comuni italiani e serve circa 20milioni di italiani.
REGOLA 1: ABITI USATI SIA IN BUONO STATO CHE ROVINATI
È possibile conferire nel cassonetto degli abiti usati sia i capi in buono stato, che verranno destinati a riuso, sia quelli in cattivo stato (ad esempio logori, con qualche foro) che verranno invece avviati a riciclo.
REGOLA 2: ROVINATI SÌ, MA SPORCHI NO!
Non bisogna conferire nel cassonetto degli abiti usati dei capi molto sporchi. Se, ad esempio, ci sono macchie di unto e di grasso che non vanno via, allora il capo andrà nel secco residuo.
REGOLA 3: ACCESSORI SOLO IN BUONO STATO
Per una corretta differenziata dei tessili, gli accessori vanno conferiti solamente se in buono stato. Al contrario degli abiti usati, infatti, accessori come scarpe, cinture, marsupi e borse sono complessi da avviare a riciclo. Tuttavia, se ancora in buono stato, verranno destinati alla filiera del riuso.
REGOLA 4: I TESSILI SONO TANTI
Non solo abiti! Anche tovaglie, asciugamani, tende, lenzuola possono essere conferiti nei cassonetti della raccolta dei tessili.
REGOLA 5: SEMPRE DENTRO UN SACCHETTO
Non è corretto conferire abiti usati, biancheria e altri rifiuti tessili sfusi nel cassonetto, ma è necessario inserirli all’interno di un sacchetto.
“Ciascuno di noi – commenta Noemi De Santis, responsabile comunicazione di Junker app – è chiamato a fare la propria parte per modificare l’insostenibile gestione dei tessili, il cui impatto sulle risorse ambientali del pianeta è ormai sotto gli occhi di tutti. Non è un caso che la riduzione degli sprechi tessili, aumentando il ciclo di vita e il riciclo dei tessuti, sia parte integrante del piano Ue per raggiungere un’economia circolare entro il 2050. Per avviare un cambiamento, spesso basta guardare con altri occhi gli oggetti che dismettiamo. Potremmo così scoprire che persino il noioso decluttering di primavera può diventare divertente e… sostenibile!“.
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