Nel 1966, assieme a un gruppo di appassionati di natura, ha creato il WWF Italia: Fulco Pratesi, uno dei padri dell’ambientalismo italiano, rispetto all’attuale situazione dell’ambiente nel nostro paese è “soddisfatto e preoccupato”
GPNews gli ha chiesto perché. “Nel nostro paese è stato fatto abbastanza in tema di natura e ambiente”, risponde. “Quando abbiamo iniziato la nostra battaglia c’erano solo 4 parchi nazionali (Circeo, Abruzzo Lazio e Molise, Gran Paradiso, Stelvio, ndr) e non molto ben messi. Ora ce ne sono 20 e si è creato un vasto fronte nella consapevolezza che preservare la natura è anche una importante occasione per far veicolare l’economia. È importante sottolineare come in Italia oltre il 10% del territorio è tutelato: non è affatto male”.
Pratesi: in Italia oltre il 10% del territorio è protetto
“Per quanto riguarda gli animali”, aggiunge Pratesi, “nel 1973 di lupi ce n’erano 100, adesso sono 2mila. Il miglioramento generale c’è stato, eccome. E poi abbiamo condotto con successo diverse battaglie. Contro il nucleare, tanto per dirne una, e la centrale di Montalto di Castro. Avevamo uno slogan molto incisivo, ‘Energia Nucleare Morte Pulita’: non è stato facile, la gente era sdegnata, non ne voleva sapere ma a poco a poco ha capito e quella lotta è stata vinta. Purtroppo però…” Però? “Non siamo riusciti a far partire al 100% il Parco del Gennargentu, in Sardegna. I comuni all’inizio erano d’accordo, poi se ne sono tirati fuori, perdendo una grande opportunità di sviluppo per quella zona. Dove non posso più andare, non mi vedono molto di buon occhio…” Per questo è preoccupato? “Lo sono perché non vedo più il grande amore per la natura e l’ambiente che ha caratterizzato gli anni ’60 e ’70 e che coinvolgeva grandi folle di persone, tanti giovani e giovanissimi. Mi sembra che si sia esaurita la passione per lottare in difesa della biodiversità, ampiamente rappresentata in Italia. C’è una giusta attenzione contro l’inquinamento ma la cosa finisce là. Non sono in molti ad accorgersi che la situazione è abbastanza critica, siamo sull’orlo del baratro”.
“Mi fa paura la mancanza di rispetto per la Terra”, dice Pratesi
“Quello che mi fa paura è l’ignoranza, l’indifferenza verso le sorti del Pianeta Terra,” sottolinea Fulco Pratesi. “Ci si commuove, bene certo, per il destino degli animali ma non si capisce che fanno parte di un unico mondo per il quale non c’è rispetto”. Alla fine di ottobre scorso numerosi boschi delle Alpi sono stati spazzati via da un vento “insolito”: ci sono state delle colpe da parte degli uomini, o dobbiamo rassegnarci alle variazioni climatiche che portano a questi disastri? “Si tratta di uno dei tanti episodi parossistici di maltempo dovuti ai cambiamenti climatici. La colpa è dell’uomo che ha modificato l’aspetto dei boschi originari, piantando anche alberi non autoctoni, tutti dello stesso tipo e della stessa età: invece un bosco deve avere un abito il più possibile vicino alla sua origine naturale, con diverse specie, di differenti età, altezze e portamento. La biodiversità è vincente, il resto è un errore”. E la politica? “Non c’è. Trovo però irresponsabile incitare a fare più figli in un pianeta che è sovraccarico di persone e non invitare molto di più a usare il trasporto pubblico”. Come se ne esce e cosa si può fare? “Bisogna essere sempre in allerta, immedesimarsi nella variegata bellezza del Creato e difenderla”.
I centri urbani, e Roma ne sa qualcosa, hanno nuovi cittadini, pappagallini, cinghiali, ailanti… “Grazie a Dio! Sono testimonianza della globalizzazione. Non è che siano così dannosi. Giusto i cinghiali: si fanno azioni per catturarli, trasportarli in zone dove non creano problemi e si possono anche mangiare. “Personalmente”, racconta Pratesi, “seguo le evoluzioni di fauna e flora in un parco vicino casa mia: si chiama Villa Balestra. Una volta aveva prato all’inglese, oggi è colonizzato da quelle piante che tanti chiamano erbacce, magnifiche, papaveri, malva, erba viperina… piace molto alle api. In settembre dai buchi dei formicai svolazzano i maschi alla ricerca di femmine da fecondare, pasto prelibato di balestrucci o rondoni. Sono riuscito a evitare che nell’area spruzzassero sostanze anti zanzara tigre, nocive per tutti anche per noi e ho visto giungere frotte di pipistrelli che si sono dati convegno lì: sono ghiotti di zanzare, quindi ci aiutano! La natura mette sempre le cose a posto, lasciandola fare”.
Come si aiuta l’ambiente giorno dopo giorno? “Primo. La raccolta differenziata dei rifiuti, tutti dobbiamo imparare a farla, è una questione di cultura e di quel rispetto di cui si parlava prima. Poi: lavarsi poco. Un tempo mi prendevano in giro per questo e ora è di moda! Non farsi mai la doccia e il bagno solo una volta a settimana, così non si spreca acqua. Inoltre: mangiare roba nostrana e di stagione, non le fragole in dicembre, e poca carne, la cui produzione impatta l’ambiente molto negativamente. Nutrirsi di pesce ma soprattutto quelli considerati meno nobili, cefali, sardine, sgombri… molto buoni, costano di meno. Infine: andare a piedi il più possibile. Sono buone pratiche che possiamo seguire tutti”.