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Per una vita più semplice, Edward Carpenter e il suo socialismo utopistico

Per una vita più semplice, Edward Carpenter e il suo socialismo utopistico
Foto Pixabay

Edward Carpenter, considerato il “Thoreau britannico”, è stato una figura fondamentale nel panorama culturale dell’Inghilterra tra il XIX e il XX secolo. Oggi oggetto di riscoperta editoriale sia in patria che in Francia e Germania

Edward Carpenter, Conferenziere, riformatore, fondatore del Labour Party, socialista utopista, apertamente omosessuale e pioniere della lotta per i diritti lgbt. Sostenitore del suffragio femminile e oppositore della violenza sugli animali, nonché vegetariano, per quarant’anni Carpenter non smise mai di promuovere – con i suoi scritti e dando l’esempio attraverso la gestione di una piccola fattoria – gli ideali di una vita semplice e giusta.

Carpenter ha vissuto liberamente lavorando la terra, producendo sandali, ingaggiando battaglie precorritrici contro l’inquinamento e la vivisezione – con il passare degli anni sempre più concentrato sulla spiritualità e mettendo in secondo piano quel socialismo per il quale si era fatto apprezzare fin dai suoi esordi.

Il ritorno a una vita più semplice

Per una vita più semplice (Piano B Edizioni, pp. 200, € 16, con traduzione e cura di Mauro Maraschi) raccoglie nove scritti compresi tra il 1883 e il 1887, un periodo nel quale Carpenter era nel pieno della propria esperienza di “ritorno alla terra”. “Uno dei sintomi terribili della nostra vita moderna benestante è la carenza di salute. C’è solo un rimedio, ma è un rimedio infallibile: il ritorno a uno stile di vita più semplice”.

Il pezzo che dà il titolo alla raccolta, è un omaggio esplicito al Walden di Thoreau, nonché una testimonianza relativa alla sua propria attività agricola; e un elenco di ipotesi pratiche e provocatorie per ridurre al minimo i beni materiali e migliorare la propria esistenza.

Una rivoluzione possibile: liberarsi degli imperativi dell’economia

Partendo dalla propria esperienza personale, Carpenter dimostra che una condotta migliore è possibile, perseguendo uno stile di vita che non sia determinato dalla sudditanza agli imperativi dell’economia. “Un consumo eccessivo di beni inutili disgrega il senso morale e il tessuto sociale”.

Carpenter fu un socialista utopista al centro del panorama letterario del suo tempo. Conobbe Robert Grave, oscar Wilde e Isadora Duncan. Fu amico di Walt Whitman che in Foglie d’Erba scriveva a proposito di Per una vita più semplice “Chi tocca questo libro, tocca un uomo” e di Tagore. Ebbe corrispondenze epistolari con Gandhi e Jack London. Tolstoj ebbe a definirlo “un degno erede di Carlyle e Ruskin”. Una figura importante, dunque, che ha conosciuto l’oblio per ragioni complesse ma che ora vive una seconda giovinezza dopo la riscoprta negli anni Settanta.

Edward Carpenter, una figura particolarmente attuale per la stigmatizzazione del pensiero unico ultraconsumista

Le riflessioni di Edward Carpenter su una società sull’orlo dell’implosione sono di sorprendente attualità: una società dove si consuma il più possibile, senza creare nulla, vivendo alle spese di altri con uno stile di vita basato sul principio di prendere senza dare, reclamare senza faticare, in un “vortice umano in cui tutto confluisce e nulla si origina”.

A questo modello di società fondata sullo spreco, l’improduttività e l’accumulo, Carpenter oppone la liberazione dal superfluo e un ideale di vita onesta incentrato sulla fratellanza e sul sacro terreno del lavoro umano.

Contro le mere logiche di mercato

Produrre per il mercato uccide il valore intrinseco dei beni e l’amore per il lavoro stesso, mentre il lavoro manuale promuove la salute e un profondo rapporto con l’oggetto prodotto, ristabilendo un equilibrio su quali siano i veri bisogni e su cosa significhi davvero possedere qualcosa. Il commercio deve ricollocare i rapporti umani al centro e puntare al benessere collettivo.

Secondo Carpenter il progresso sociale e lo sviluppo morale sono in atto attraverso la diffusione sempre maggiore di un sentimento più profondo di solidarietà e fratellanza e di un senso della giustizia più ampio e determinato.

“Nessuna rivoluzione scientifica sarà in sé l’origine di un’epoca migliore, sono le conquiste di riferimenti morali a far sì che le soluzioni intellettuali e scientifiche portino i loro frutti”. Edward Carpenter, quanta attualità, quanto abbiamo bisogno di un coro unanime di Edward Carpenter in un mondo dominato da ricerca di followers e istinti sempre più predatori.

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