(Adnkronos) – Con la chiusura delle scuole e l'inizio delle vacanze di Pasqua, per i bambini e i ragazzi italiani (e per le famiglie) comincia anche l''incubo compiti'. Una tradizione bocciata a tutto tondo dal pediatra Italo Farnetani che, senza mezzi termini, definisce i compiti per le vacanze "inutili, dannosi e controproducenti". Questo perché – spiega all'Adnkronos Salute il docente di Pediatria dell'Università Ludes-United Campus of Malta – oltre alle oggettive difficoltà a svolgere quanto assegnato per il 40% degli studenti che sarà in viaggio, si deve tenere conto dell'importanza del riposo, del tempo necessario a consolidare le relazioni familiari, da dedicare al movimento, alla vita all'aria aperta, alle conoscenze culturali e ambientali extrascolastiche che sono molto formative. "Le vacanze pasquali – sottolinea Farnetani – sono sempre state vissute come il primo momento di vita l'aria aperta per godere appieno l'inizio della primavera, tanto che classicamente la gita di Pasquetta 'fuori porta' appartiene alla storia della società italiana. Si può stimare che 2 milioni e mezzo di alunni dalla primaria alla secondaria superiore (ovvero il 40% del totale), ai quali vengono assegnati i compiti per le vacanze, sarà in viaggio. Questo vuol dire che una percentuale altamente significativa di ragazzi avrà difficoltà a eseguire quanto assegnato e a portarsi dietro il materiale didattico. Un elemento che gli insegnati dovrebbero considerare". Inoltre, ricorda il medico, "la parte dell'anno scolastico che va da Natale a Pasqua è quella in cui c'è un insegnamento e un apprendimento particolarmente intenso. Alcuni giorni di riposo rappresentano dunque una forma di valida per nutrire la resilienza". Ma il motivo principale della contrarietà del pediatra all'assegnazione dei compiti delle vacanze "è il fatto che per bambini e adolescenti il periodo della Pasqua è particolarmente importante per formare le radici familiari e del territorio, che saranno quelle importanti per la futura crescita. Hanno bisogno di 'radici e ali' – ribadisce Farnetani – e il periodo di Pasqua è particolarmente significativo perché ogni località, ogni città, ogni borgo ha le proprie tradizioni pasquali, religiose e laiche, che sono quelle che formano le radici, pertanto è bene che i bambini adolescenti siano liberi di vivere questo periodo". Secondo il pediatra, "non avere l'assilo dello svolgimento dei compiti aiuta anche a incontrare di più le persone. Ricordiamo quanto è stato dannoso il Covid nell'aver 'congelato' i rapporti e le relazioni sociali. Il periodo pasquale, invece, facilita le uscite e quindi gli incontri: meglio approfittarne". Uscire di più, inoltre, "permette di fare più passeggiate e così si combatte la sedentarietà e l'isolamento in generale", rimarca Farnetani. Infine, sul piano strettamente scolastico, "la caratteristica di questi pochi giorni di vacanza – conclude – è quella di essere costellati di pranzi, visite ai parenti, uscite o addirittura viaggi. In questo clima i compiti vengono eseguiti in modo distratto e svogliato. Questo è un elemento diseducativo e perciò anche controproducente". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)