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Un progetto che arriva da lontano: “Parlare d’arte. Al Pigneto”

Parlare d’arte. Al Pigneto

Si chiama “Parlare d’arte. Al Pigneto: è il documentario firmato dal regista italo-americano vissuto (anche) in Calabria Jo Amodio. Un progetto che arriva da lontano, nello spazio e nel tempo, visto che si basa su un’idea iniziata nel 2003, quando Amodio ha realizzato un documentario sull’arte di un paese africano

“Si chiama “Parlare d’arte in Mozambico”, con protagonisti artisti africani che raccontavano la difficoltà di fare arte nel loro paese”, spiega Jo Amodio. E l’arte è la prima attrice di questo documentario, con un comprimario, il Pigneto. Un quartiere diventato di moda da qualche anno: qui la gente viene per mangiare, bere, stare in compagnia in tanti locali. Ma oltre a questo al Pigneto c’è molto di più, come narra bene il documentario in cui Jo Amodio intervista 17 artisti di varia formazione che parlano di arte, cultura, integrazione, problemi quotidiani. “Perché l’arte”, precisa il regista, “è un linguaggio universale in cui ogni argomento può essere affrontato e capito da tutti”.

Parlare d’arte. Al Pigneto
Il regista Jo Amodio

Amodio si definisce un “portavoce” degli artisti che vivono e lavorano al Pigneto: “Guardo le loro storie, le elaboro con qualche montaggio, le restituisco al pubblico. Con “Parlare d’arte. Al Pigneto” ho l’obiettivo di disegnare la vita del quartiere attraverso i suoi punti di forza, ovvero tutta l’energia possibile grazie a una notevole percentuale di artisti presenti qui, il più alto tasso non solo in Italia ma in Europa”.

Arte e cultura al Pigneto, linguaggio comune

Il Pigneto, nel quadrante est di Roma, è diventato un centro di aggregazione di eventi culturali, nonché luogo di residenza di molti artisti, tanto da essere accostato al celebre Greenwich Village newyorchese. Ma non è esente da situazioni di degrado: l’obiettivo di Amodio è quello di focalizzare l’attenzione invece su quanto di bello e positivo c’è in zona che è anche sottolineato dalle musiche di Andrea Alberti. Il direttore dell’Orchestra Mediterranea ha interpretato con magia l’atmosfera che si respira in vie e piazze. “Ho un sogno”, dice Jo Amodio, “ascoltare le sue note proprio qui, nel quartiere, tutti attorno al suo pianoforte e all’incanto della sua melodia”.

L’appuntamento con “Parlare d’arte. Al Pigneto” è martedì 9 aprile, presso il Nuovo Cinema Aquila (via l’Aquila 66 al Pigneto), alle ore 20.30, con ingresso libero fino ad esaurimento dei posti. Da non perdere sempre, allestita nel foyer del cinema, a partire dalle ore 19.00, la mostra di artisti del Pigneto, ghiotto “antipasto” prima della proiezione: pittura, fotografia, scultura, installazioni, per raccontare come l’arte possa generare integrazione e dialogo. Un prezioso spazio anche se piccolo in cui arte e cultura si aprono alla gente, in attesa che nel futuro possano essere trovate dimensioni più grande per accogliere la tanta produzione artistica del Pigneto.

Prossimi  progetti del regista Amodio, che ha autoprodotto il documentario: una serie di filmati/narranti le enormi potenzialità artistiche e culturali non solo delle altre periferie romane, ma nel resto d’Italia e del mondo. Per affermare il grande contributo artistico alla società.

Tra gli artisti in mostra già protagonisti del documentario: Mokodu Fall, pittore senegalese; Rino Bianchi, fotografo photonovelist; Michela Lambriola, pittrice; Francesco Impellizzeri,artista performer; Pasquale Restuccia, pittore; Riccardo Mannelli, artista (pittore e vignettista); Antonella Aversa, pittrice e scultrice; Marco G. Ferrari, videoartista italoamericano. Alla mostra si aggiungono anche i pittori Lorenzo Budello, Antonio Tamilia e Michele Abramo. Gli altri artisti del documentario sono: Andrea Alberti, pianista e compositore, direttore dell’Orchestra Mediterranea; Carola Susani, scrittrice; Pino Borselli, regista di cinema e di teatro; Laura Scarpa, fumettista e illustratrice; Enrico Astolfi, scrittore e autore di “Casilina. Ultima fermata”; Gina Merulla, regista, attrice e direttrice artistica del “Teatro Hamlet” di Roma; Gerardo Casiello, compositore e cantante; Igiaba Scego, scrittrice; Sukran Moral, artista performer.

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