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Papa a Verona, nella città di Giulietta Francesco cita Shakespeare: “Seminiamo amore”

(Adnkronos) – Il Papa, in visita a Verona, la città di Giulietta e Romeo, cita Shakespeare. “Se il genio di Shakespeare si è fatto ispirare dalla bellezza di questo luogo per raccontarci le vicende tormentate di due innamorati, ostacolati dall’odio delle rispettive famiglie, noi cristiani, ispirati dal Vangelo, impegniamoci a seminare ovunque un amore più forte dell’odio e della morte”, l’appello del Papa in occasione dell’incontro con i sacerdoti e i religiosi nella chiesa di San Zeno. “Il male non deve essere normale”, dice ancora Bergoglio. “Il rischio è questo, anche per noi: che il male diventi “normale”, che ci facciamo l’abitudine. E’ un rischio questo, il male non deve essere normale. Non può. Nell’inferno si’ ma qui no. E così diventiamo complici!”, ha avvertito. “Invece, parlando ai veronesi, San Zeno dice: ‘Le vostre case sono aperte a tutti i viandanti, sotto di voi nessuno né vivo né morto fu visto a lungo ignudo. Ormai i nostri poveri ignorano cosa sia mendicare cibo’. Possano queste parole essere vere per voi oggi!”. Bergoglio ha poi nuovamente invitato i sacerdoti a perdonare “tutti” e a “non torturare “ chi va in confessa per chiedere il perdono dei peccati. No al carrierismo e alla promozione di noi stessi, ha messo in guardia il Papa durante l'incontro nella chiesa di San Zeno a Verona. Bergoglio ha evidenziato il rischio “di vivere anche l’apostolato nella logica della promozione di noi stessi e della ricerca del consenso, anche di fare carriera: e’ bruttissimo; invece che spendere la vita per il Vangelo e per un servizio gratuito alla Chiesa”. “È Lui che ha scelto noi : se ricordiamo questo, anche quando avvertiamo il peso della stanchezza e di qualche delusione, rimaniamo sereni e fiduciosi, certi che Lui non ci lascerà a mani vuote. Ci farà aspettare ma mai a mani vuote”, ha osservato Francesco. “Dobbiamo essere un segno di pace”, ammonisce il Papa dialogando coi bambini in piazza San Zeno. “Noi adesso come possiamo essere segno di pace? Il mondo è in guerra, lo sapete? Ci sono tante guerre: in Ucraina, in Terra Santa, in Africa, nel Myanmar. Gesù predica la pace e noi cosa vogliamo fare? Essere segno di pace”. In cielo vengono liberate colombe bianche. Bergoglio invita i bambini ad andare “controcorrente” e a non avere paura di farlo. Poi una domanda finale: “Dobbiamo benedire o maledire?”. I bambini in coro: “Benedire”. "Anche il diavolo?" chiede Bergoglio “ Nooo”, dicono i bambini. “Ora vi faccio l’ultima domanda, così finisce la tortura” scherza Francesco dal sagrato della basilicacon i circa settemila di bambini e ragazzi che stazionano in piazza e che rispondono in coro alle domande poste dal Pontefice. Alla sua battuta, hanno risposto “È una tortura bella!” ed è partito il coro “Francesco! Francesco!”. Il Papa è quindi arrivato all’Arena di Verona per l’incontro centrale della giornata nel corso del quale dialogherà con il popolo della pace. All’Arena sventolano tante bandiere della pace. Tante le personalità internazionali presenti. Il Pontefice dialogherà con il popolo della pace attorno a cinque temi: migrazioni, lavoro ed economia, ambiente, disarmo, diritti. Presenti anche i preti di strada che da sempre si battono per la difesa degli ultimi. Tra loro, don Luigi Ciotti , padre Alex Zanotelli che dal palco srotola la bandiera della pace con Francesco. All’Arena c’è anche il prete anti camorra don Maurizio Patriciello. “Dobbiamo essere malati di pace: una patologia da cui nessuno deve guarire”, dice don Ciotti. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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