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Ozonoterapia, è davvero efficace per contrastare il coronavirus?

Ozonoterapia, è davvero efficace per contrastare il coronavirus?
Ozonoterapia, è davvero efficace per contrastare il coronavirus?

Ozonoterapia, serve davvero per combattere il virus? In attesa di un vaccino, diverse sono state le proposte da parte di virologi, pneumologi, internisti, infettivologi e anestesisti per trovare una soluzione che ponga fine a questo incubo.

Tra le ricerche effettuate abbiamo l’ozonoterapia che è stata sperimentata ad Udine, a Piacenza, e sono in corso in altri 7 ospedali sul territorio nazionale sperimentazioni autorizzate da ISS (Istituto Superiore di Sanità). I primi risultati “sarebbero” confortanti, il condizionale è d’obbligo. Ad Udine su 36 pazienti gravi, ricoverati in ospedale, ma non intubati, solo uno, dopo il trattamento, è peggiorato venendo trasferito in rianimazione.

Ozonoterapia, facciamo una premessa

Facciamo una premessa. Il covid-19 è un virus ad RNA, appartiene alla famiglia dei coronavirus (ne conosciamo almeno altri 7 tipi), deve necessariamente far penetrare il proprio filamento nella cellula ospite per potersi replicare. Entrando in contatto con il sistema immunitario, provoca una reazione immunitaria infiammatoria acuta.

In alcuni soggetti questa reattività infiammatoria assume la caratteristica di una vera e propria bufera: CITOKYNE STORM o tempesta citochinica. Ad oggi, ma non era così all’inizio, sappiamo dalle autopsie (più di 50 condotte all’ ospedale Sacco di Milano e solo 3 ma superficiali condotte in Cina a Wuhan) che l’evento scatenante è una infiammazione che colpisce i piccoli vasi polmonari provocando una microtrombosi che a sua volta evolve in infarto polmonare creando aree non perfuse e non ventilate.

Inoltre il virus permette la recrudescenza di eventi infettivi per batteri o funghi già presenti ma che fino a poco prima erano tenuti sotto controllo. Possiamo ora riassumere l’attività del covid in infettiva, infiammatoria, protrombotica, favorente la ricomparsa forme cliniche batteriologiche o di altro tipo latenti. Ecco perché molti decessi sono avvenuti tra gli anziani e tra coloro che avevano patologie pregresse.

Per monitorare questi stati clinici e capirne l’evoluzione si ricorre al dosaggio ematochimico di alcuni parametri di laboratorio che indicano proprio lo stato infiammatorio protrombotico in cui versa l’organismo: IL6 (interleuchina 6), didimero, PCR (proteina C reattiva), procalcitonina, che permettono al medico di orientarsi nel guazzabuglio di sindromi cliniche di presentazione della infezione.

Cosa può fare l’ozono contro il covid-19?

A questo punto è doveroso chiedersi cosa sia e come operi l’ozonoterapia per capire se davvero sia efficace nella lotta al coronavirus. Ci aiuta a fare chiarezza il dottor Vittorio Iorno che si occupa di terapia del dolore presso il Centro medico Unisalus di Milano. Ozono o O3 è la forma triatomica dell’ossigeno (O2). Esiste in natura e si forma per l’azioni di scariche elettriche (lampi, saette) o di raggi ultra violetti.

Dell’ozonoterapia sarebbero state dimostrate le seguenti attività: antibatterica, antivirale, micostatica, riduzione della capacità ossidoriduttiva con conseguente riduzione dell’infiammazione e dello stress ossidativo, che a sua volta danneggia cellule e tessuti e interagisce anche col sistema immunitario.

In concreto:

• una migliore cessione dell’ossigeno ai tessuti
• un aumento della deformabilità dei globuli rossi
• una riduzione della viscosità ematica
• arrivando così a migliorare l’ossigenazione periferica e cerebrale.
• Ultimo ma non meno importante la scarsità di effetti collaterali indotta da somministrazione di ozonoterapia.

Ozonoterapia, come funziona?

Insomma, l’ozonoterapia potrebbe avere una sua efficacia purché somministrata in maniera corretta. Come? Si esegue un prelievo di circa 150-180 ml di sangue venoso del paziente, lo si ozonizza e lo si reinfonde nel giro di venti minuti. In pratica, quello che sembra essere un vero e proprio lavaggio del sangue.

L’ozonoterapia sarebbe anche utile in forma di prevenzione per rafforzare il sistema immunitario e migliora ossigenazione e microcircolo. Nelle fasi precoci di malattia col paziente paucisintomatico così da bloccarne l’evoluzione. Nelle fasi con polmonite attiva sotto stretto controllo medico in ospedale ( questi sono stati i pazienti selezionati per gli studi condotti finora ).

Dove eseguire la terapia

In ambulatorio o a domicilio; in ospedale laddove sia attivo il servizio.

Quante sedute si devono fare?

Almeno sei, una volta a settimana. Meglio sarebbe un protocollo che preveda il mantenimento nel tempo degli effetti con somministrazioni prima settimanali poi bisettimanali poi mensili.

Fonti

Dott. Vittorio Iorno, Centro medico Unisalus, info@unisalus.it
Meccanismi d’azione dell’ozono. Valdenassi L. Università di Pavia – SIOOT 2012
Ozone: a new therapeutic agent in vascular diseases. Bocci V, Zanardi I, Travagli V. Department of Physiology, University of Siena, Siena, Italy. bocci@unisi.it
May oxygen-ozone therapy improves cardiovascular disorders? Bocci V, Travagli V, Zanardi I. Cardiovasc Hematol Disord Drug Targets. 2009 Jun;9(2):78-85. Review.
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Extracorporeal blood oxygenation and ozonation (EBOO): a controlled trial in patients with peripheral artery disease. Di Paolo N, Bocci V, Salvo DP, Palasciano G, Biagioli M, Meini S, Galli F,
Ciari I, Maccari F, Cappelletti F, Di Paolo M, Gaggiotti E. Int J Artif Organs. 2005 Oct;28(10):1039-50.
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Necrotizing fasciitis successfully treated with extracorporeal blood oxygenation and ozonization (EBOO). Di Paolo N, Bocci V, Cappelletti F, Petrini G, Gaggiotti E. Int J Artif Organs. 2002 Dec;25(12):1194-8.
Ozonized autohaemotransfusion and fibrinolytic balance in peripheral arterial occlusive disease. Coppola L, Lettieri B, Cozzolino D, Luongo C, Sammartino A, Guastafierro S, Coppola A, Mastrolorenzo L, Gombos G. Blood Coagul Fibrinolysis. 2002 Dec;13(8):671-81.
Ozone treatment reduces markers of oxidative and endothelial damage in an experimental diabetes model in rats. Al-Dalain SM, Martínez G, Candelario-Jalil E, Menéndez S, Re L, Giuliani A, León OS. Pharmacol Res. 2001 Nov;44(5):391-6.

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