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Nomadi digitali, i lavoratori che fanno bene all’ambiente

Nomadi digitali, i lavoratori che fanno bene all’ambiente
Foto di Dorothe da Pixabay

Se prima della pandemia lo smart working era una rarità riservata a pochi lavoratori autonomi, oggi sono sempre di più i professionisti che si convertono a questo stile di vita

I cosiddetti nomadi digitali sono tutti coloro che non hanno una sede di lavoro fissa e abbandonano l’ufficio tradizionale a favore di uno spazio di coworking, smart working a casa, al bar o ovunque si possano usare il computer e internet.

Questa scelta porta a una maggiore flessibilità in termini di spazio e di orario, perché ci si può gestire autonomamente senza sottostare a rigidi orari fissi, ma questo non è l’unico vantaggio. 

Il lavoro da remoto permette una vita più ecosostenibile e, in definitiva, fa bene anche all’ambiente. Scopriamo perché influenza il benessere della Terra e che carriera si può seguire per lavorare da remoto.

Perché il nomadismo digitale fa bene all’ambiente e riduce l’inquinamento del 15%

Come anticipato, il nomadismo digitale riduce l’impatto negativo sull’ambiente, capiamo perché. 

In primis, non doversi spostare da casa (o rimanere in luoghi facili da raggiungere) evita di prendere la macchina e di creare traffico e inquinamento.

Secondo uno studio dell’Università Autonoma di Barcellona svolto con i dati della pandemia, lavorare in modalità remota per tre giorni a settimana ridurrebbe il traffico del 25% e, di conseguenza, si ridurrebbero le sostanze inquinanti (tra cui le polveri sottili) nell’aria del 10%. Con 4 giorni di smart working, le sostanze inquinanti si ridurrebbero del 15%.

Non avendo un ufficio, si evitano anche gli sprechi energetici (come il condizionatore e il riscaldamento) di molti edifici, senza dimenticare le luci accese.

Sono molti i nomadi digitali che scelgono postazioni all’aperto, godendo della luce del sole. Oltre a evitare sprechi e costi è anche una scelta salutare e porta rilassamento e benessere al lavoratore.

Un secondo punto che contribuisce a ridurre l’inquinamento è l’alimentazione. Chi va in ufficio si trova costretto a mangiare fuori per la maggior parte delle volte, scegliendo prodotti confezionati o fast food. I cibi confezionati e i loro ingredienti non sono prodotti in modo responsabile e contribuiscono a un maggiore inquinamento.

I nomadi digitali, invece, possono mangiare a casa o al ristorante scegliendo opzioni più sostenibili.

Quale lavoro scegliere per lavorare da remoto?

Ci sono diverse opportunità di carriera che permettono di lavorare dove e quando si preferisce. 

Alcuni lavori si sono rinnovati e trasformati per essere compatibili con il telelavoro mentre altre, come quelle in ambito informatico, nascono per essere svolte da remoto.

Con una formazione online apposita si possono imparare le professioni informatiche più richieste, ad esempio quella del programmatore.

Per questo, il consiglio migliore per inserirsi in questo settore è quello di completare un corso web developer online come quelli proposti da Aulab.

Aulab offre infatti diversi corsi per diventare sviluppatore, dando all’utente la possibilità di scegliere quello adatto al proprio livello di partenza. Seguendo i programmi proposti e impegnandosi nelle esercitazioni si potrà fare pratica e diventare un programmatore o sviluppatore digitale specializzato nell’ambito che più si preferisce.

Gli sbocchi lavorativi di questa carriera sono promettenti e sempre in crescita, per questo si conferma una delle scelte migliori per chi vuole diventare un nomade digitale.

Per concludere

Il nomadismo digitale è sempre più apprezzato e diffuso perché è uno stile lavorativo estremamente flessibile e in grado di offrire autonomia e indipendenza al professionista ma non solo. I benefici che porta alla salute del Pianeta sono notevoli e non possono essere trascurati.

La scelta di un lavoro da remoto, ad esempio il web developer, si conferma essere quindi un’ottima idea sia per il benessere del lavoratore che per quello dell’ambiente.

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