La prima mappa dei neomateriali circolari e dei loro innumerevoli usi e trasformazioni
L’uovo che diventa palazzo; gusci di noci, mandorle e pistacchi che diventano oggetti di design; buccia d’ananas utilizzata come pelle vegetale; o ancora roccia lavica per la nautica
Sono i neomateriali del futuro che, camminando di pari passo con le più tradizionali carta e plastica, cambiano forma; sono i materiali che stanno alla base di tutti i processi produttivi dell’economia circolare.
La nuova edizione di Neomateriali 2.0 nell’economia circolare – curata da Anna Pellizzari ed Emilio Genovesi, due tra i maggiori esperti di innovazione e design dei materiali, ed edito da Edizioni Ambiente – si propone come la prima enciclopedia dei materiali 2.0, una mappa che ci guida nell’universo dei materiali circolari e dei loro innumerevoli usi e trasformazioni.
“Pensare i materiali circolari – sottolineano gli autori all’interno del volume – in un’ottica di aumento di valore, e non di diminuzione: è questa la rivoluzione copernicana che è già parzialmente in atto e che viene perseguita con sempre maggiore convinzione, progettando le pratiche di re-immissione nei cicli produttivi (re-cycling) in una logica di ‘upcycle’”.
Neomateriali nell’economia circolare, 3 categorie
Il volume – nuova edizione di Neomateriali nell’economia circolare, pubblicato nel 2017 e adottato in diversi corsi delle facoltà di ingegneria e architettura, ispirando il lavoro di progettisti, designer, stilisti e artisti – propone una tassonomia esaustiva dei neomateriali circolari, divisi in tre grandi categorie. Si comincia dai “bio-based”, materiali di origine vegetale e animale o prodotti ingegnerizzando microrganismi come funghi e batteri.
È poi la volta dei “neo-classici”, materiali riciclati – acciaio, alluminio, bioplastiche, calcestruzzo, carta, legno, plastica, pneumatici e vetro – che sono oggi alla base di svariate produzioni, in cui rientrano al termine di processi sempre più efficienti di riciclo e riutilizzo. Ci sono poi gli “ex novo”, ottenuti grazie alla valorizzazione dei rifiuti e degli scarti dell’industria alimentare e cosmetica, dai fanghi e dai reflui, dalle scorie degli inceneritori ed estraendo la CO2 dall’atmosfera.
Attraverso case studies e storie esemplari di aziende e imprenditori, vengono presentati i possibili sviluppi delle filiere produttive più “tradizionali”, ma anche le ricerche pionieristiche portate avanti dalle start-up più innovative del panorama italiano ed estero. Arricchito da un suggestivo apparato iconografico, il volume fa parte di una serie di testi dedicati all’innovazione circolare e legati ai temi della rivista Materia Rinnovabile/Renewable Matter, magazine internazionale che documenta i cambiamenti nei rapporti tra risorse, economia e società.
Alcuni estratti dal volume
“Se a partire dagli anni Cinquanta le materie plastiche avevano sostituito progressivamente quelle di origine naturale, oggi assistiamo a un processo inverso: materie naturali che occupano spazi fino a ieri presidiati da materiali sintetici o comunque non rinnovabili, perché in grado di rispondere efficacemente ai requisiti tecnici anche per applicazioni avanzate. Parliamo di materie plastiche bio-based, ma anche di compositi in cui fibre di lino, lunghe e resistenti, vengono impiegate in sostituzione della fibra di carbonio, con risultati in alcuni casi addirittura superiori; di isolanti per edilizia realizzati recuperando materiali naturali di risulta, come i batuffoli di Posidonia che si accumulano sulle spiagge del Mediterraneo; di materiali da costruzione e rivestimento, o malte in cui la componente oleosa è costituita da olio di semi di girasole.”
“Il design riveste un ruolo centrale nella conversione del modello economico attuale verso la circolarità. Mentre la Ellen McArthur Foundation lancia il Circular Design Programme, che punta a coinvolgere 20 milioni di designer in quella che è la rivoluzione progettuale del secolo, sono sempre di più le scuole di design che inseriscono nei programmi corsi legati all’economia circolare: non solo per il disegno industriale, ma anche per il design dei materiali e dei servizi. È anche questo stimolo accademico a dare origine a molte start-up, che operano con un approccio multidisciplinare, incrociando competenze creative con altre più scientifiche.”
“È uno degli imballaggi più efficienti che esistano. Non stiamo parlando di qualche invenzione ecologica dell’ultimo momento, ma di un contenitore che esiste dalla notte dei tempi e che non è nemmeno d’origine umana. L’uovo, il contenitore brevettato dalla natura per conservare e sviluppare ciò che c’è di più prezioso: la vita”.
Gli autori
Anna Pellizzari, esperta in design dei materiali e innovazione, lavora da oltre 25 anni nei settori dell’automotive, degli articoli sportivi, packaging, beni di consumo, interni e retail, affrontando vari aspetti dei processi di innovazione, dall’estetica alla performance, fino all’economia circolare. Si interessa di sostenibilità fin dai primi 2000, e ha gestito progetti di consulenza per più di 100 aziende italiane e internazionali, sia come free lance, sia nell’ambito di collaborazioni con il Centro Ricerche di Domus Academy e con Material ConneXion Italia, di cui è stata Executive Director a partire dal 2012. Dal 2020 è Executive Director di Materially. Nel 2017 ha curato insieme a Emilio Genovesi la prima edizione di Neomateriali nell’economia circolare, edito da Edizioni Ambiente.
Emilio Genovesi, diventato nel corso degli anni una figura strategica del design italiano, da sempre impegnato in politica e a favore della sostenibilità. Dopo aver lavorato come direttore marketing e comunicazione in una nota azienda del design italiano, è stato a lungo direttore generale di Domus Academy (1996-2009) dove ha diretto il lancio di nuovi master, focalizzati soprattutto sulla relazione tra design e strategia d’impresa. È stato project leader del Biodiversity Park, padiglione tematico in Expo Milano 2015, e consulente del progetto Vie d’acqua. Dal 2007 è stato CEO di Material ConneXion Italia, la rete internazionale di ricerca e consulenza sui materiali innovativi e la sostenibilità dei processi produttivi e, dal 2020, di Materially. Tra il 2018 e il 2019, è stato presidente della “Commissione di studio per l’individuazione di politiche pubbliche di supporto e sviluppo del design” nominata dal Ministero dei beni culturali. È scomparso il 28 gennaio 2021.
La casa Editrice
Edizioni Ambiente è la casa editrice nata nel 1994 come aggregatore di contenuti e servizi specializzati sulle tematiche legate alla cultura della sostenibilità. Nel suo catalogo di saggistica compaiono i nomi più prestigiosi del pensiero ambientale e delle scienze della sostenibilità, italiani e stranieri.
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