Matilde Casa è un’agronoma prestata alla politica, visto che è al suo terzo mandato di sindaco di Lauriano, provincia di Torino, il primo comune in Italia a ridurre le aree edificabili: basta con la cementificazione, difendere le zone di prato e il suolo non sono state per lei parole vuote ma reali
Tanto da aver subito un processo, rischiando addirittura il carcere, “soltanto” perché da amministratore attento al paesaggio ha deciso di lasciare tale e quale una collinetta invece di buttarla giù e costruirci una scuola. GPNews ha raccolto la sua testimonianza.
Matilde Casa, perché c’è stato un processo contro di lei?
Nel 2013 con una variante al piano regolatore, approvato dal consiglio comunale, sono state diminuite le zone edificabili nel comune. Uno dei proprietari mi ha denunciato e sono stata rinviata a giudizio nel 2015.
E poi, cosa è successo in questi ultimi anni?
Innanzitutto sono stata assolta dall’accusa e questa è la cosa più importante per me. Sono stata rieletta a sindaco per la terza volta a dimostrazione che le azioni anche controcorrente vengono spesso comunque premiate. Inoltre nel 2016 Legambiente mi ha candidata al premio nazionale Ambientalista dell’anno insieme ad altri trenta persone che si sono distinte a livello italiano per la salvaguardia dell’ambiente e a dicembre di quello stesso anno l’ho vinto, grazie ai voti di esperti e di rappresentanti di varie associazioni ambientaliste ma soprattutto grazie al voto di cittadini e colleghi amministratori.
Matilde, sulla sua vicenda lei ha scritto anche un libro: ce ne parla?
Si intitola “Il suolo sopra tutto”, edito da L’Altra Economia, l’ho scritto con Paolo Pileri, docente di Urbanistica del Politecnico di Milano. Il libro, in estrema sintesi, racconta, nella prima parte, la mia storia da un punto di vista giudiziario, amministrativo e umano mentre nella seconda il professor Pileri analizza in modo dettagliato la situazione italiana, che da anni studia, del consumo di suolo in Italia. Il libro cerca di far dialogare un amministratore ed un docente universitario mettendo così a confronto i diversi punti di vista e le diverse visioni di uno stesso problema, quello del consumo di suolo, affrontando quelle che sono le responsabilità di entrambi gli ambiti.
Il suo è oggi l’unico comune ad aver detto no al cemento?
Il rilievo mediatico che ha avuto il mio caso, da quando ne parlò per la prima volta sul Corriere della Sera il giornalista Sergio Rizzo, auspicando che in Italia ci fossero più sindaci come me, seguito da tanti altri articoli su giornali e riviste prestigiosi, è stato utile per mettermi in contatto con colleghi che stavano per cominciare o avevano già intrapreso l’iter per diminuire le superfici edificabili nei loro comuni. Molti di loro mi contattarono e ancora mi contattano per avere consigli ed in alcuni casi anche per non andare incontro al grave disagio che io ho affrontato. Con Paolo Pileri abbiamo fatto in varie parti di Italia più di 50 presentazioni del nostro libro per parlare con amministratori o con comitati locali che ci invitavano proprio per seguire il mio esempio o evitare che le amministrazioni continuassero a cementificare. C’è da dire che la realtà e la posizione dei sindaci è molto differenziata e variegata. Manca una volontà unanime politica a livello nazionale. In ambito locale però la solidarietà dei colleghi è stata importante.
Vede un “cambiamento di rotta”in qualche comune?
Francamente no. Le regioni legiferano in modo diverso ed inefficace mentre manca una vera legge nazionale e non vedo ora alcuno spiraglio in questa direzione.
Cosa c’è adesso nel “famoso” terreno per cui è stata denunciata?
Nel terreno del comune in questione che è una collinetta con un pendio dolce c’è esattamente ciò che c’era prima: un prato. Nel periodo invernale quel prato si copre di neve e i bambini del paese lo usano come pista per le loro slitte.
Lei ha rifiutato un finanziamento regionale a parecchi zeri per costruire una scuola nel comune puntando alla ristrutturazione di un vecchio edificio: il progetto è già stato realizzato?
L’amministrazione precedente alla mia aveva chiesto ed ottenuto un finanziamento regionale per la costruzione di una nuova scuola di quasi 500mila euro, una cifra considerevole per un piccolo comune come il nostro. La mia amministrazione ha deciso invece di acquistare un immobile di grandi dimensioni vuoto da tempo nella via centrale del paese in cui, dopo averlo ristrutturato secondo criteri di risparmio energetico, abbiamo ubicato gli uffici comunali, la scuola e gli ambulatori medici consentendo così una maggiore razionalizzazione dei costi, soprattutto dal punto di vista dei consumi. Attualmente la struttura è ampiamente funzionante ed il flusso di utenti verso gli uffici e di un centinaio di famiglie per portare i bambini a scuola nel centro del paese consente ai sempre più rari negozietti del paese di sopravvivere.
I cittadini come hanno reagito?
I cittadini di Lauriano mi hanno dato negli anni sempre il loro appoggio per la gran maggioranza. A riprova di ciò l’anno scorso sono stata rieletta per la terza volta. Un vero onore ed un lusinghiero risultato in un periodo in cui la classe politica non riscuote molto successo e non è considerata molto spesso degna di fiducia.
Quali sono i suoi prossimi obiettivi?
Da un punto di vista amministrativo vorrei, in questo ultimo mandato, cercare di concentrarmi su alcune azioni che portino ad abbellire il mio paese. Il concetto di bellezza non è solo estetica ma anche miglioramento della qualità della vita e possibilità economiche. Stiamo ristrutturando il centro storico e prevediamo opere in questi anni che portino proprio in questa direzione. Inoltre stiamo portando avanti attraverso la formazione di un’associazione fondiaria (tra i primi in Piemonte e primissimi in Italia) un progetto per il recupero delle colline al fine di dare possibilità di lavoro e migliorare il paesaggio.
Ambientalismo contro economia, o possibile coppia perfetta?
L’ambientalismo contro l’economia è un concetto sbagliato contro cui mi sono battuta. Il fatto che un amministratore come me abbia vinto il premio nazionale di ambientalista dell’anno è stato un buon inizio oltre che un risultato personale lusinghiero. Non si tratta di salvare il nostro pianeta a scapito di qualcuno ma di trovare, insieme ad imprenditori onesti e società civile capace di capire, un nuovo modello di sviluppo che ci porti nella stessa direzione.
Che comune è Lauriano?
Lauriano è un paesino di 1500 abitanti nella cintura di Torino, tra le colline e la pianura, a poca distanza dalle Alpi. Ha due realtà industriali molto importanti che offrono quasi altrettanti posti di lavoro. Sembrerebbe un’isola felice: in realtà come molti piccoli comuni soffre della mancanza di servizi e della necessità di rilancio che, sottolineo di nuovo, deve passare anche attraverso un nuovo modello di sviluppo che veda nel territorio un’opportunità di lavoro e di fruizione e non semplicemente una materia prima da sfruttare.