La batteria fotovoltaica raggiunge un potenziale di scarica pari a 3,6 volt, un risultato mai raggiunto.
Un’innovazione sul mercato quella presentata dall’Università di Friburgo. I ricercatori hanno difatti sviluppato la prima fotobatteria fotovoltaica realizzata monoliticamente con materiali organici.
La batteria fotovoltaica riesce a raggiungere un alto potenziale energetico pari a 3,6 volt. SI tratta di un risultato senza precedenti che offre nuove possibilità nell’ambito dell’alimentazione di dispositivi in miniatura.
La struttura di questa nuova tecnologia è stata realizzata in modo da catturare i raggi del sole, produrre energia solare e immagazzinarla nel modo più efficiente possibile.
Dunque una piccola pila che per il suo funzionamento non necessita di altri componenti. Inoltre offre un altro ulteriore vantaggio, una carica molto rapida, scavalcando i limiti degli attuali mini-accumulatori. Infatti, impiega meno di 15 minuti per ricaricarsi.
Dotata di una capacità di scarica di 22 milliampereora per grammo, la batteria raggiunge una densità energetica di 69 milliwattora per grammo e una densità di potenza di 95 milliwatt per grammo.
Le prestazioni di questa nuova tecnologia aprono nuove prospettive per l’utilizzo in dispositivi intelligenti e sensori connessi in rete, rendendo l’efficienza energetica dei prodotti di consumo e degli edifici molto più performante.
La mini batteria fotovoltaica, la ricerca
A realizzare questa ricerca sono stati Rodrigo Delgado Andrés e il Dr. Uli Würfel dell’Università di Friburgo, insieme a Robin Wessling e alla Prof. Dr. Birgit Esser dell‘Università di Ulm, una creazione che potrebbe rivoluzionare l’industria delle batterie portatili e dei dispositivi alimentati da fonti energetiche sostenibili.
Il dispositivo riesce a combinare efficientemente una cella solare organica multi-giunzione con una pila a due ioni che permette di raggiungere livelli di tensione piuttosto elevati. Non sono quindi necessari contatti aggiuntivi e la batteria può essere facilmente integrata senza difficoltà, in vari dispositivi come quelli richiesti da apparecchi appartenenti al mondo dell’Internet of Things, ovvero tutti quegli oggetti dotati di sensori e software integrati.
I ricercatori hanno pubblicato tutte le informazioni su questa sulla rivista Energy & Environmental Science evidenziando quanto questa innovazione sia importante nel settore delle energie rinnovabili.
Photo Credit: Depositphotos.