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Mamma Orsa Jj4 e l’ipocrisia del sistema

Mamma Orsa Jj4 e l'ipocrisia del sistema
Foto di Priyatham Varma Alluri da Pixabay

Una vicenda paradossale che rappresenta alla perfezione le contraddizioni di un paese e l’ipocrisia peggiore di un sistema. “Mamma orsa” Jj4 è stata catturata e c’è chi parla di “giustizia” ma forse nasconde solo le diverse responsabilità di un progetto che appare destinato al fallimento.

Ne ho lette diverse di perle questi giorni sulla vicenda che ha coinvolto mamma orsa Jj4 e il povero runner Andrea Papi. L’orsa era ricercata per l’uccisione del giovane runner di 26 anni, Andrea Papi, nei boschi del monte Peller, sopra l’abitato di Caldes. Identificata grazie alle analisi genetiche disposte dalla Procura di Trento, l’esemplare aveva già aggredito due escursionisti nel giugno del 2020, sempre sul monte Peller. Per essere chiari.

Il Tar di Trento ha rigettato l’istanza presentata dalla Provincia per anticipare al 20 aprile l’udienza relativa alla sospensione dell’ordinanza di abbattimento dell’orsa Jj4, confermando la camera di consiglio fissata per il prossimo 11 maggio. Il Tar ha poi chiesto a Ispra di depositare la relazione e il parere richiesto sull’abbattimento o il possibile trasferimento dell’orsa “in altro sito senza spese per la Provincia di Trento”.

Orsa Jj4, alcune riflessioni

Ora alcune riflessioni. Fermo restando il rispetto per la famiglia del povero runner che vive giorni di dolore (e che tra l’altro, al contrario di quel signor F, con la faccia da chierichetto che gioca a fare lo sceriffo, ha detto chiaramente che non vuole la morte di mamma orsa Jj4), c’è chi, come me, amante della natura e degli animali, da cittadino camminatore che ama la montagna ma non la conosce, si pone però alcune domande.

Partiamo dalle parole di Mauro Corona che la montagna la conosce: Finché l’uomo attraverserà la strada di un’orsa con i cuccioli, finché quell’orsa avrà paura aggredirà per difenderli. Ogni madre, di qualsiasi specie sia, difende i propri piccoli. È l’uomo, non l’orsa, che non è al suo posto. Gli orsi se ne fregano di noi, non ci aggrediscono, ma se una femmina ha i cuccioli allora è meglio starle distante. Punto”.

Purtroppo è così. Quando l’essere umano arriva ad immergersi troppo oltre nella natura (vedi slavine e tante altre situazioni estreme dove si rischia e spesso si finisce male) non potranno che accadere incidenti. Altra questione: Fugatti ha detto che avrebbe voluto dare la gioiosa notizia della cattura nel 2020. Ho letto titoli come orsa killer e altre amenità che si commentano da sole riguardo la conoscenza della natura e degli animali.

Il progetto Life Ursus

Quello che dispiace è che, nonostante la famiglia del runner sia contraria all’abbattimento, Fugatti continua a far vedere muscoli improbabili. Il problema non è giocare a John Wayne (magari per “occultare” qualche responsabilità e scrollarsi di dosso il peso morale di quanto accaduto) quanto piuttosto analizzare cosa si è fatto del progetto Life Ursus.

Partito nel 1996, il territorio ha beneficiato dei fondi dell’Unione Europea per ripopolare la zona con l’orso del Brenta. Ora Fugatti si dice preoccupato per il destino di questo progetto. Che ti fa allora? Abbatte e rispopola? E aggiunge “il cotto sul bollito”: “Punteremo attenzione su altri due soggetti pericolosi: gli orsi Mj5, per cui c’è già un parere favorevole di Ispra all’abbattimento, e M62, per cui chiederemo l’abbattimento”. Complimenti, strategie e larghe vedute. Da una parte l’inserimento di tutela di ambiente e animali nella Costituzione, dall’altra abbattimenti che potrebbero essere evitati (magari traslocando mamma e cuccioli in un paese più inclusivo e accogliente).

Gli orsi aggrediscono se si sentono minacciati, come molti altri animali. Contiamo sulla mobilitazione popolare di associazioni a tutela degli animali e di tanti animalisti che hanno a cuore il pianeta perché mamma ora Jj4 e i suoi cuccioli possano vivere. Senza risolvere il dolore con la morte perché alla famiglia non verrà restituito il povero Andrea.

A questo LINK, potete firmare la petizione l’orsa JJ4 dal lager del Casteller e dalla morte!

Daniele Del Moro

Giornalista professionista, antropologo, motociclista e camminatore, laureato in Lettere, gruppo demo-etnoantropologico, con tesi in Storia delle religioni, presso l’Udiversità di Roma La Sapienza, è il Direttore responsabile e fondatore di Green Planet News. Ha lavorato presso il quotidiano Il Tempo e in una casa editrice simbolo degli anni Ottanta, la Tattilo Editrice, dove ha progettato e redatto giornali di arredamento, casa, agricoltura e trattori. Sul sito Due Ruote In Viaggio (www.dueruoteinviaggio.it), a cui ha dato vita recentemente, racconta delle sue passioni: viaggi in moto, recensioni di libri e audiolibri, fotografia, figure della storia e viaggiatori “metafisici”. Tra le sue passioni, oltre alle moto e alle lunghe camminate in solitaria, gli animali, il nuoto, la teologia e la filosofia. d.delmoro@greenplanetnews.it.
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