Dipendenza, ansia e inversione sessuale sono i danni segnalati in varie specie animali. Necessario intervenire, studiando la produzione di farmaci “green” e formando ed informando sui rischi dell’inquinamento da medicine.
L’abuso di farmaci nel mondo, cioè l’assunzione costante, ripetuta ed eccessiva senza necessariamente una prescrizione medica, è una realtà più volte denunciata e sempre più preoccupante, con gravissime conseguenze per la salute umana.
Ma, oggi, ai danni gravissimi che un uso incontrollato di medicinali può causare all’uomo, si somma il danno ambientale ed in particolare alla fauna selvatica.
Uno studio condotto dall’Università Svedese di Scienze Agrarie mette in evidenza le modalità con cui i farmaci per gli esseri umani stanno inquinando il mondo intorno a noi, impattando la fauna selvatica e minando la nostra stessa salute.
Come sottolineato da uno degli autori, il professor Michael Bertram, sono differenti le modalità e le vie con cui i farmaci possono arrivare agli ecosistemi.
Uno riguarda gli scarichi industriali, cioè il rilascio di residui chimici dannosi, ancora lo smaltimento non attento di farmaci scaduti o inutilizzati, infine dagli escrementi sia umani che animali: “quando un essere umano o un animale prende un medicinale, non tutto il farmaco viene scomposto nel corpo e quindi, attraverso gli escrementi, l’effluente viene rilasciato direttamente nell’ambiente“, ricorda Bertram.
Ci si riferisce a farmaci come la caffeina, gli ansiolitici, gli antidepressivi e gli antipsicotici, ma anche droghe come cocaina e metanfetamina.
Le drammatiche conseguenze dell’inquinamento della natura da farmaci
Lo studio svedese ha esaminato l’inquinamento da principi attivi farmaceutici in tutto il mondo. I ricercatori hanno analizzato 61 farmaci in campioni di acqua di fiume provenienti da 1.052 siti in 104 Paesi, e il 43% dei siti aveva almeno un farmaco presente a livelli superiori ai limiti di sicurezza ecologica.
Drammatici alcuni esempi: le trote fario che diventano “dipendenti” dalla metanfetamina, ai persici europei che perdono la paura dei predatori a causa dei farmaci antidepressivi.
Gli storni femmina, esposti a concentrazioni di Prozac trovate nelle acque reflue, diventano meno attraenti per i potenziali compagni, con i maschi che si comportano in modo più aggressivo e cantano meno per attirarle rispetto ai loro omologhi non dosati.
La pillola contraccettiva ha causato l’inversione sessuale in alcune popolazioni di pesci, portando a un crollo del numero di esemplari e a eventi di estinzione locale, poiché i pesci maschi hanno trasformato i loro organi in femminili, con gravi conseguenze per la sopravvivenza della specie.
Danni agli animali ma anche agli uomini, se solo pensiamo alle conseguenze di inquinamento delle falde acquifere.
L’esigenza di farmaci meno aggressivi con la natura
Gli autori hanno lanciato l’allarme e con esso l’esortazione a sviluppare farmaci “più verdi” che siano ancora efficaci per gli esseri umani ma più sicuri per la fauna selvatica.
Gli aggiornamenti raccomandati includono lo sviluppo di farmaci che si biodegradano più rapidamente e completamente, nonché l’aggiornamento delle infrastrutture di trattamento delle acque reflue in modo che possano rimuovere i contaminanti farmaceutici prima che raggiungano l’ambiente.
“I farmaci più verdi riducono il potenziale di inquinamento durante l’intero ciclo – ha dichiarato Gorka Orive, co-autore dell’articolo e professore di farmacia presso l’Università dei Paesi Baschi –. Devono essere progettati non solo per essere efficaci e sicuri, ma anche per avere un rischio potenziale ridotto per la fauna selvatica e la salute umana quando presenti nell’ambiente“.
Ugualmente importante un costante aggiornamento professionale per i professionisti della salute e i veterinari, formati sugli impatti ambientali dei farmaci, seguendo linee guida di prescrizione che tengano conto di questi effetti.
In senso più ampio, nel cercare di riformare il ciclo di vita dei farmaci, è importante incorporare l’approccio One Health, cioè riconoscere l’interconnessione tra esseri umani, animali e il loro ambiente condiviso, nell’uso razionale di tutti i farmaci. In questo senso diventa fondamentale informare i cittadini sui pericoli dell’inquinamento da medicine e promuovere pratiche di smaltimento responsabili.