Fondirigenti presenta il nuovo Avviso 1/2024, che prevede uno stanziamento di 10 milioni di euro per l’innovazione digitale in azienda.
Quali devono essere le nuove competenze, quali gli strumenti che i manager dovranno possedere per acquisire quelle capacità strategiche da sempre essenziali per una leadership efficace? Tanto più di fronte agli scenari attuali in continua trasformazione, che richiedono ai dirigenti di ripensare continuamente i modelli di business.
Temi di enorme rilevanza che abbiamo affrontato nell’intervista a Marco Bodini, Presidente di Fondirigenti, il fondo di Confindustria e Federmanager, leader in Italia per la formazione del management.
Presidente Bodini, le trasformazioni del nostro tempo, in primis sostenibilità e digitalizzazione, hanno sensibilmente modificato i processi e l’organizzazione del lavoro. Come cambia, in questo scenario, il ruolo del manager?
Nel contesto della twin transition, il ruolo del manager sta cambiando in modo significativo. Queste due forze trainanti stanno modificando in modo deciso le tradizionali prassi gestionali. La transizione sostenibile richiede, infatti, una riformulazione delle strategie aziendali per ridurre l’impatto ambientale, promuovere la responsabilità sociale e adottare modelli di produzione sostenibili. Parallelamente, la digitalizzazione ha rivoluzionato il modo in cui il lavoro è svolto e coordinato. La crescente automazione, l’intelligenza artificiale e l’Internet delle cose hanno reso possibile un livello di efficienza e flessibilità senza precedenti.
In questo scenario in rapida evoluzione, i manager devono essere in grado di navigare con successo nella complessità delle opportunità offerte dalla sostenibilità e dalla digitalizzazione, fungendo da ponte tra obiettivi aziendali a breve termine e una visione a lungo termine orientata verso l’innovazione e la resilienza. Devono essere in grado di ispirare e guidare i collaboratori attraverso cambiamenti significativi, coltivando una cultura aziendale agile e orientata al risultato. Il manager di oggi è quindi sempre più un innovatore e un manager trasformativo.
Quali sono le competenze chiave che i manager dovrebbero padroneggiare?
Questi nuovi ruoli richiedono al management visione strategica, capacità di adattamento e una forte leadership per ispirare e motivare i team. Le capacità strategiche sono da sempre essenziali per una leadership efficace, tanto più di fronte agli scenari attuali in continua trasformazione, che richiedono ai manager di ripensare continuamente i modelli di business. Il manager, inoltre, deve avere una forte sensibilità ai temi dello sviluppo delle competenze proprie e di quelle dei collaboratori, perché – come dimostrano gli studi che Fondirigenti ha da tempo avviato – proprio dalla crescita del capitale umano derivano concreti ritorni in termini di produttività e competitività.
I tanti cambiamenti in atto riguardano in modo pervasivo tutte le funzioni aziendali. Per gestirli in modo proattivo, i manager dovranno saper adottare una cultura inclusiva, basata sulla condivisione dei valori e sulla sostenibilità, con adeguate strategie di riqualificazione e valorizzazione delle risorse umane in questa direzione. E senza dimenticare di coltivare quello che può essere definito ecosistema dell’innovazione, incentivando la collaborazione tra imprese, università e centri di ricerca, in un’ottica di open innovation.
Infine, è indispensabile l’orientamento a una leadership responsabile, capace di favorire la valorizzazione dei giovani talenti. Adottare consapevolmente le nuove potenzialità che ci vengono offerte, pianificare al meglio un passaggio generazionale che vedrà i giovani di oggi prendere la leadership del sistema Paese di domani, sono alcune delle sfide che dovranno essere affrontate e superate. Fondirigenti dedica a questa mission un impegno particolare, con iniziative dedicate, come il progetto D20 Leader, di cui abbiamo lanciato proprio in questi giorni la 5ª edizione.
Quale ruolo per la formazione e come si sta muovendo Fondirigenti?
La formazione continua è un fattore abilitante decisivo delle policy e degli investimenti, (a partire da quelli previsti dal PNRR), messi in campo per valorizzare le opportunità di crescita generate dalla doppia transizione. È un ruolo che non nasce oggi: negli ultimi anni, infatti, il ricorso alla formazione continua è cresciuto notevolmente, anche grazie all’opera dei fondi interprofessionali, portando finalmente l’Italia in linea con la media comunitaria.
Esistono tuttavia ancora ampi margini di miglioramento, come confermano i dati dell’osservatorio di Fondirigenti: se le imprese del Centro-Nord, in particolare quelle di medio-grandi dimensioni, presentano investimenti in formazione in linea con le medie dei paesi europei più virtuosi, le Pmi e le imprese delle regioni del Sud, stentano ancora ad utilizzare appieno la leva formativa.
Grazie al contatto quotidiano con le nostre 14mila imprese aderenti e i loro 82mila dirigenti, e alla costante azione di ricerca sui trend e i fabbisogni che effettuiamo con i Soci sui territori, supportiamo i piani aziendali sulla formazione che realmente serve, e contribuiamo ad anticipare quella che servirà in futuro a beneficio della competitività delle imprese e dell’occupabilità dei manager, prestando particolare attenzione a chi ne ha più bisogno.
Per questo il nostro Fondo offre strumenti flessibili e facili da utilizzare, come il Conto Formazione e gli Avvisi; con il nuovo Avviso 1/2024, che prevede uno stanziamento di 10 milioni di euro proprio per l’innovazione digitale in azienda, vogliamo svolgere un ruolo attivo in questa trasformazione dedicando specifiche premialità alle imprese di minori dimensioni e a quelle localizzate nel Mezzogiorno, andando a concentrare l’intervento proprio dove maggiore è il fabbisogno.