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La primavera in viaggio tra le rose dell’Emilia Romagna

La primavera in viaggio tra le rose dell’Emilia Romagna
La primavera in viaggio tra le rose dell’Emilia Romagna, foto Jeff Wang da Pexels

L’arrivo della primavera fa sbocciare le rose. Tra le regioni italiane, l’Emilia-Romagna, tra maggio e giugno è in grado di offrire ai visitatori giardini di rose che rapiscono: dai castelli millenari di Gropparello e Gazzano Visconti, a Bologna, Modena, Imola e ancora Faenza e Forlì-Cesena, un tour “di rosa in rosa” per una magia sempre nuova. Vi consigliamo sette imperdibili tappe

Adorate per la loro bellezza, le rose sono considerate le altezze reali dei giardini. L’Emilia-Romagna, regione che ha fatto della natura, del buon cibo, della squisita accoglienza i suoi biglietti da visita nel mondo, si fa apprezzare anche per una primavera profumata e piena di colori grazie ai suoi roseti. Fra maggio e giugno scocca il momento magico per scoprire i parchi più belli e sontuosi, meravigliosamente adornati da un mare di rose.

La natura offre una varietà sorprendente di rose, in natura se ne contano almeno 150 specie: rose a cespuglio, a fiori raggruppati, rose paesaggistiche, rose rampicanti, rose ad alberello, rose miniature, rose piangenti, rose “firmate” con copyright provenienti dai più grandi selezionatori internazionali.

Foto di Marina19560 da Pixabay

Entrare in un roseto rappresenta una magia sempre nuova. Per questo vogliamo offrirvi l’opportunità di partire alla volta di un tour “di rosa in rosa” attraverso sette tappe in Emilia Romagna. Dai castelli millenari come Gropparello e Grazzano Visconti, sulle colline vicino a Piacenza, fino a Modena, dove il Museo della Rosa Antica di Serramazzoni ospita specie da ogni parte del mondo, fino a Bologna dove si può visitare il giardino di Palazzo Varignana. Il tour continua con una serie di ville nobiliari di campagna che custodiscono rose preziose come Villa La Babina a Sasso Morelli di Imola (Bo) e Palazzo Fantini a Tredozio (Fc). Ed infine a Faenza (Ra), fra maggio e giugno, il giardino di rose dell’Istituto Persolino si riempie di colori e profumi.

Prima tappa: a Gropparello (Pc), nel castello delle fiabe un turbinìo di 1200 esemplari

In Castello di Gropparello è un antico maniero a 30 chilometri da Piacenza. Qui, un parco meraviglioso, ospita il Museo della Rosa Nascente, un percorso fra 1200 esemplari, 125 varietà, 17 roseti. Si incontrano rose antiche da 5 petali e rose con 100 petali, rose muschiate e quelle con spine lunghe 3 cm. Ci sono famigliole di “Baby Austin”, le tipiche rose inglesi che si arrampicano sulle facciate dei cottage, ma anche boccioli che profumano di limone e quelli con sentore di pesca o di tè. Molti esemplari hanno un proprio copyright, provengono da vivai blasonati come il Meilland di Parigi, come la rosa Baronne de Rothschild, un turbinio di 40 petali color porpora solferino, o la rinascimentale Alba Maxima dal candore tinto di albicocca e fragranza di spezie che fiorisce una volta sola a maggio: bisogna sospirare per anno prima di rivederla.

Info: sempre aperto. La visita guidata del giardino costa 10 euro della durata di 1 ora e trenta minuti.

Seconda tappa: a Grazzano Visconti (Pc), un eden incantato di fiori, fontane, statue, ruscelli

Il Castello di Grazzano Visconti nel comune di Vigolzone, a 12 chilometri da Piacenza, costruito nel 1395 è ancora oggi di proprietà della famiglia Visconti. Il parco è un eden di fiori, alberi secolari, statue e fontane, circondato da un borgo medievale da favola. Come ci si addentra nel parco di 150.000 mq, si perde la nozione del tempo perché il luogo è un paradiso che ospita una grande varietà di specie botaniche, specchi d’acqua con ninfee e vari roseti profumati. Ci sono anche un platano di 150 anni e un tiglio di 26 metri con una “ceppaia” (parte del tronco di un albero tagliata a fior di terra o troncata per cause naturali, da cui spuntano nuovi germogli) di sei tronchi dal diametro di un metro.

Info: visite guidate al Parco tutti i week end e festivi, da primavera a novembre: 10 euro per una visita della durata di 45 minuti. Castello più parco: 23 euro.

Terza tappa: a Serramazzoni (Mo), il giro del mondo nel Museo Giardino della Rosa Antica

Tre ettari di collina intorno a un lago e una vista panoramica sono l’ambiente del Museo Giardino della Rosa Antica a Serramazzoni, a 25 chilometri da Modena. Vari percorsi coloratissimi con 2.400 rose antiche e classiche: da quelle endemiche dell’Himalaya, alla Rosa Balsamina, con le foglie profumate scoperta nel 1700. A Serramazzoni cresce la Rosa Sericea Pteracantha, l’unica rosa al mondo con solo quattro petali e con enormi spine rosse traslucide a forma d’ala. E c’è anche la rosa più piccola del mondo, la Mutiflora Watsoniana. Si presenta come un’esplosione di fiorellini bianchi e foglioline di due millimetri, viene dal Giappone ed è una rosa per collezionisti. A fine percorso c’è un negozio di giardinaggio tutto dedicato alle rose e un prato per sedersi per un pic nic tra colori e profumi.

Info: dal 15 aprile al 30 giugno: tutti i giorni, dall’alba al tramonto. Gli altri mesi su prenotazione. Costo del biglietto: giardino + erbario 9 euro, ridotto 6 euro.

Quarta tappa: a Palazzo Varignana (Bo), un elegante giardino di rose tra 100 querce

Al Giardino del Palazzo di Varignana, spa con relais appena fuori Bologna, ci si arriva con una digressione dalla Via Emilia verso la collina. Il Giardino è stato progettato creando muretti, terrazzi e una collezione di querce di oltre 100 esemplari con 76 specie diverse: è uno dei patrimoni arborei di questo tipo più importanti in Italia. Il percorso profumato delle rose si fonde nel paesaggio con quello degli alberi. Un centinaio di specie diverse prosperano nel parco, fra queste ci sono la Rosa Ballerina dai ricchi mazzi di fiori rosa dal centro bianco come se fossero un tutù e la Teasing Georgia con i suoi grandi fiori gialli a forma di rosetta e fragranza di rosa thea. Nel 2000 ha vinto il premio Henry Edland come “Rosa più Profumata” dell’anno.

Info: la visita guidata al Giardino, seguita da una merenda con selezione di tè e tisane a Palazzo di Varignana ha un costo di 30 euro. La semplice visita guidata del giardino costa 15 euro. La prenotazione è obbligatoria.

Quinta tappa: a Villa la Babina a Imola (Bo), una dimora signorile di campagna del 1700

Villa La Babina a Sasso Morelli di Imola è un’oasi di pace nella placida campagna bolognese. La Villa ha le caratteristiche dei parchi nobiliari delle dimore signorili del 1700. Nel percorso sono presenti numerose varietà di rose antiche e recenti. Fra queste spiccano cento rose costituite dal celebre Vivaio Barni. In questo caso il Cultivar creato da Barni (cioè la tipologia di rosa con il suo copyright e pedigree) è stato battezzato “Grandi Giardini Italiani”, in onore al network omonimo, Grandi Giardini Italiani, fondato da Judith Wade e di cui Villa La Babina fa parte. Il visitatore passeggia nella pace lungo il percorso ovale cui si collegano vari sentieri. Si osservano le piante secolari, i lecci, il grande olmo e due cedri dell’Atlante che spiccano tra aiuole odorose e profumati roseti.

Info: il parco giardino è aperto tutto l’anno su prenotazione, la visita è gratuita.

Foto di Couleur da Pixabay

Sesta tappa: a Palazzo Fantini a Tredozio (Fc), fra cascate di rose antiche e giardini di inverno

Palazzo Fantini (1753) è nel centro di Tredozio, borgo sulle colline tra Romagna e Toscana. Nella corte tra giardini d’inverno in stile liberty e ninfei in terracotta, crescono rose rampicanti, profumatissime, come la Guinée (1938), rosso cremisi, e la Nahema che nel 1997 vinse il premio miglior fragranza. Di recente acquisizione, anche la Pierre de Ronsard (1985) con il suo inconfondibile fiore rosa e bianco. Nel giardino all’italiana, che fa parte del circuito Grandi Giardini Italiani, traboccano famigliole di rose Polyantha, cioè quelle esplosioni di roselline di piccole dimensioni come la Dick Koster (1935): mazzi di fiori simili a ranuncoli rossi, leggiadramente in fiore per tutta la stagione. Al centro spicca la rosa intitolata a Grandi Giardini Italiani. Una cascata di Dorothy Perkins incornicia le arcate della serra da fine maggio a giugno. Più avanti c’è la rampicante senza spine Rosa banksie Lutea (1824) con la sua fioritura giallo zolfo e lungo i vialetti ecco la Rosa chinensis Mutabilis (1894) i cui fiori virano dalla tinta camoscio, al rosa e al rosso ramato.

Info: le visite sono su prenotazione con un costo d’ingresso di 10 euro. La visita guidata costa 15 euro.

Settima tappa: a Faenza, le rose antiche nel giardino dell’Istituto Persolino- Strocchi

Nel giardino dell’Istituto Agrario Persolino-Strocchi di Faenza un gruppo di docenti, dopo aver visitato alcuni roseti storici, decise di realizzare qui una collezione di rose antiche. Quel sogno oggi è realtà con circa 500 piante suddivise in 100 varietà diverse, alcune delle quali molto antiche come la Rosa Gallica Versicolor, detta Rosa Mundi, risalente probabilmente al XII secolo. C’è anche la Chapeau De Napoleon. La leggenda racconta che questa rosa fu trovata in una fessura di un muro di un convento in Svizzera nel 1820. Si chiama così perché i boccioli più interni ricordano il cappello tricorno dell’Imperatore. Il Giardino fa parte dei Luoghi considerati di interesse paesaggistico dal Fai, Fondo ambiente italiano.

Info: visita gratuita su prenotazione fra maggio e i primi di giugno

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