Integrazione dell’articolo 9 della Costituzione: Italia Nostra parla di “luci e ombre”. Vediamo le perplessità espresse dall’associazione
La notizia che l’ambiente sia oggi parte della nostra amata Costituzione (guai a chi la tocca) con l’integrazione dell’articolo 9 ha fatto saltare di gioia chi, come noi tutti, ama la natura, gli animali e le cose più belle di questo Creato, troppe volte sfruttato e “vituperato” con sistematica costanza. Oggi forse qualcosa sta cambiando ma servono leggi, pene certe, formazione, sensibilizzazione e tanta buona volontà
Ora, è interessante sapere che, nonostante l’entusiasmo che la notizia ha “scatenato”, c’è chi esprime qualche dubbio e pone diverse domande, generando il dibattito. È il caso di Italia Nostra che ha da poco divulgato una corposa nota, parlando di “luci e ombre” relativamente all’inserimento della tutela dell’ambiente in Costituzione.
Italia Nostra, le domande poste dall’associazione
Il Parlamento ha approvato il testo delle nuove disposizioni da inserire nell’articolo 9 della Costituzione, aggiungendo che la Repubblica “Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.”
Italia Nostra si domanda se, nell’esercizio concreto della tutela ambientale e paesaggistica, questa modifica produca realmente l’effetto desiderato (nell’articolo pubblicato e aggiornato stamattina titolavo infatti “Intervenire concretamente”. Le perplessità sono legate al fatto che in questo paese non poche volte capita di scivolare sul lastricato delle buone intenzioni che, come è notorio, sono l’architrave per la strada dell’inferno).
La tutela dell’ambiente in Costituzione all’articolo 117 nel concetto di “paesaggio”
Prosegue nella nota Italia Nostra rilevando che L’ottima giurisprudenza della Consulta ha già spiegato che la “tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali” è parte fondante della carta costituzionale, essendo indicata, dall’articolo 117 secondo comma, come materia su cui lo Stato ha competenza legislativa esclusiva.
L’associazione, d’accordo con la Corte costituzionale, ritiene che il concetto di paesaggio, lungi dall’essere categoria meramente estetica, contenga in sé anche l’ambiente e la biodiversità. La prima volta che la Corte costituzionale utilizzò il termine “ambiente” fu nel 1971, quando confermò la legittimità della legge istitutiva del Parco nazionale dello Stelvio.
Da quel momento la salvaguardia dell’ambiente, considerato “nella sua concezione unitaria comprensiva di tutte le risorse naturali e culturali”, si delinea come “diritto inviolabile della persona ed interesse fondamentale della collettività”, imponendo l’obbligo “della sua conservazione e della repressione del danno ambientale, offesa al diritto che vanta ogni cittadino individualmente e collettivamente” (Corte costituzionale, sentenza n. 210/1987). E tale concetto è stato ribadito in Parlamento da Italia Nostra durante le audizioni per le modifiche alla legge quadro dei Parchi (L.394/91).
Il rischio di potenziali conflitti tra le parti differenti che compongono il bene ambientale
La stessa giurisprudenza costituzionale riconosce e conferma il rischio di potenziali conflitti tra le differenti componenti del bene ambientale. Impostazione condivisa da Italia Nostra che promuove l’armonizzazione degli interventi quando si tratta, per esempio, dell’inserimento di strutture impattanti ma necessarie come possono essere le rinnovabili.
Affinché il ricorso a questi impianti energetici non comporti la distruzione del paesaggio sono necessari programmazione e pianificazione delle aree idonee, come d’altronde richiesto dalla stessa UE. L’esatto contrario di quanto ci si appresta a fare col PNRR.
L’associazione, quindi, non vorrebbe che l’integrazione dell’articolo 9, perfetto nella sua formulazione originaria, fosse finalizzata a ridurne la portata, favorendo la distruzione di quanto dichiara di proteggere: l’ambiente.
Una riflessione importante, dunque, che pone agli “addetti ai lavori” ancora di più davanti a un senso di responsabilità morale nei confronti della natura e della tutela del pianeta. Se non si vuol finire e fare mere operazioni “greenwashing” nel mentre si depurpa il paesaggio o ambiente che dir si voglia. Rappresentano allo stesso modo la nostra vita.