La biomusicologia, che fascino. La musica un istinto “animale” molto antico, forse anche più dell’uomo. Scienziati americani hanno dimostrato che il senso del ritmo e la passione della musica non appartengono esclusivamente alla razza umana
Un’interessante ricerca: https://royalsocietypublishing.org/doi/full/10.1098/rstb.2014.0094. Il senso del ritmo agisce sulle strutture primordiali del cervello, le stesse che conferiscono abilità tonali e canore agli uccelli ed alle balene. Si può parlare di un “battito animale”.
Gli animali creano musica che ha una logica di sequenze. La musica ha un filo conduttore che unisce compositori umani con le balene. Alcune ricerche hanno dimostrato che le balene compongono musica, trascorrono sei mesi l’anno a produrre suoni e sono in grado di vocalizzare utilizzando una gamma di almeno sette ottave.
Gli animali amano la musica
La zoomusicologia è una delle nuove discipline, derivanti dalla musicologia, che studia la musica sugli animali, il modo in cui reagiscono ai suoni e gli effetti che la musica genera in loro. La musica piace molto anche agli animali, sono molti gli studi che lo affermano. La musica classica fa bene ai nostri amici a quattro zampe, aiuta i cani a rilassarsi e riduce i loro latrati. Mentre la musica heavy metal, al contrario, crea agitazione provocando latrati interminabili. La musica de “Le quattro stagioni” di Vivaldi fa aumentare la produzione di latte alle mucche, mentre Mozart aiuta a fare ingrassare più velocemente i maiali.
La musica classica, la preferita da cani e gatti
Un musicista statunitense, Felix Pando, ha inciso un disco in cui ha adattato brani di grandi compositori di musica classica per gli animali, creando delle melodie rilassanti in cui suoni e frequenze sono particolarmente apprezzate dai nostri amici a quattro zampe.
https://www.youtube.com/watch?v=uQThYdDDGc4.
Mentre il Dr. Charles Snowdon, psicologo della University of Wisconsin-Madison, ha realizzato un nuovo tipo di musica appositamente per i gatti.
https://www.youtube.com/playlist?list=PL7jP3jZbV6J-3Kxj7-4GjpVobD4apcCtr
La motivazione?
Lo spiega lo stesso Charles Snowdon all’Huffington Post: “La prima è che molti possessori di animali ci hanno detto che quando escono di casa lasciano la radio accesa per i loro piccoli amici, e ci chiediamo se questa cosa sia di qualche aiuto per loro. Il secondo motivo, invece, è che abbiamo sviluppato una teoria secondo la quale anche le altre specie biologiche possono apprezzare la musica, ma deve essere creata nella gamma di frequenze che queste utilizzano per comunicare, con un ritmo al quale sono abituate normalmente.”
Happy Cow Concert – Violin and Piano. Cremona, Italy
“I musicanti di Brema”, fiaba dei fratelli Grimm insegna ai bambini, ma anche agli adulti, il rispetto per gli animali. La storia racconta di un asino, di un cane, di un gatto e di un gallo che, stanchi di subire i soprusi dei loro padroni, decidono di intraprendere un viaggio insieme per andare a Brema, in Germania. Un’occasione per vivere liberi e diventare musicisti nella banda del paese.
Gli animali cantano? Ecco una domanda alla quale tante aree di ricerca sono interessate a rispondere. Solo da pochi anni gli studiosi di musica hanno cominciato a chiedersi se la musica fosse un fenomeno solo umano. Il libro che ne parla è: Quando la musica è bestiale per davvero. Studiare e capire la zoomusicologia (2011 – Ed Aracne) di Dario Martinelli.