La bicicletta: fa bene alla salute e all’economia. A Roma, domani 13 novembre, presso il MAXXI, si svolge la terza edizione del Forum sulla Bikeconomy, per sottolineare di come sellino e pedali siano un volano di grosso sviluppo. Del resto quest’anno è dedicato in particolare al tema “The Booming Bike”, cioè la bicicletta proprio come moltiplicatore economico e della qualità della vita
Ma l’occasione è importante per parlare non solo di economia su due ruote, ma pure di infrastrutture per la mobilità sostenibile, innovazione e design (in contemporanea la mostra “Design in bicicletta”), concentrandosi su case history ed esperienze italiane ed internazionali di grande stimolo così da replicare le tante iniziative virtuose in questo segmento oggi particolarmente attivo e in crescita.
Pianificazione urbana per ciclovie e bicicletta
Da non sottovalutare mai, questo un altro punto determinante dell’appuntamento, i criteri di qualità e di sicurezza per realizzare una ciclovia, sciorinando in dettaglio le motivazioni per cui conviene investire nella bicicletta. E ci saranno esperti a farlo capire bene. Marcel van Lieshou di Move Mobility, parlando delle sue esperienze in Olanda, spiegherà come lo sviluppo di una rete strategica inizia con la connessione della pianificazione urbana con quella della mobilità. Paolo Ruffino, consulente della Provincia di Amsterdam, metterà a confronto le esperienze italiane e quelle olandesi per ottimizzare gli investimenti nella costruzione di nuove ciclabili. I cui criteri di realizzazione in termini di qualità e sicurezza saranno sottolineati da Italo Meloni, direttore di Cirem (Centro Interuniversitario di Ricerche Economiche e Mobilità dell’Università di Cagliari). A raccontare un progetto molto particolare ci penserà invece Paolo Pileri, del Politecnico di Milano: è VenTO, la dorsale cicloturistica più lunga d’Europa, 679 km che legano Venezia a Torino lungo il fiume Po. Si tratta probabilmente del più forte esempio di “bikeconomy” in Italia. E si basa su una semplice (quanto rivoluzionaria) considerazione: far pedalare chi già va in bicicletta ma soprattutto chi ancora non ci va. Inseguendo il modello della Germania che ha già una rete di 45mila chilometri di ciclovie e di cui l’88% è esclusivamente ciclopedonale, cioè vietato alle auto. Francesco Iacorossi dell’Agenzia Roma Mobilità racconterà Handshake, il progetto europeo per lo sviluppo e la promozione di una nuova cultura legata alla ciclabilità urbana. È un’iniziativa che coinvolge ben 13 città europee, capofila Amsterdam, Copenhagen e Monaco.
I campioni del ciclismo, Moreno Argentin e Davide Cassani sono i testimonial dell’evento, ideato dalla Fondazione Manlio Masi e Osservatorio Bikeconomy, con il Patrocinio di Regione Lazio, Roma Capitale, Coni e Federazione Ciclistica Italiana.
Ciclovia-autostrada: chi vince
I costi della realizzazione di un’autostrada vengono recuperati in un tempo stimato di cento anni, quelli di una ciclovia in appena un anno e le potenzialità economiche non sono solo per l’industria della bicicletta, ma c’è un indotto enorme che è pronto a beneficiarne. Muoversi con la bici determina una minore incidenza di malattie e un maggiore benessere. E chi fa turismo in tal modo lascia sul territorio il 32% di quanto spende, mentre il turismo motorizzato lascia sul territorio solo il 4%.
Oggi le autostrade andrebbero dunque pensate e progettate pensando già alla sede per le biciclette. Si è calcolato che in Europa ogni chilometro di pista ciclabile porti 5 posti di lavoro.
Interessante anche una ricerca del 2017 condotta da Legambiente, VeloLove e Grab+, secondo la quale l’industria della bicicletta, nel suo complesso, genera in Italia (nonostante l’uso ne sia molto limitato) un Pib, il cosiddetto Prodotto Interno Bicicletta, cioè un fatturato, di oltre 6 miliardi di euro.
E in Europa il nostro paese è il maggior produttore di biciclette, con una quota di mercato prossima al 18%, seguita da Germania, Portogallo e Polonia. Alla fine del 2017 erano 3.098 le imprese registrate nella filiera della bicicletta di cui più della metà esegue riparazioni, con una componente artigianale del 66,6% (come segnala il Rapporto Artibici Confartigianato del 2018). Altro primato italiano: è il primo paese nelle esportazioni, con più di 1,7 milioni di biciclette vendute all’estero.
(foto da Pixabay)