Una mappa interattiva che in tempo reale fornisce informazioni sul divampare di incendi nel mondo. Un fenomeno che interessa ormai il globo nel suo complesso e che ha nel cambiamento climatico una delle cause principali. La prevenzione diventa un imperativo
Greenpeace presenta un nuovo strumento di grande utilità e che può mitigare il dilagare drammatico di incendi nel mondo, rendendo disponibile la mappa degli incendi nel Pianeta e potendo visualizzare in tempo reale i focolai.
Inutile sottolineare l’enorme utilità per tutti gli addetti ai lavori, ma in realtà per chiunque voglia conoscere sia la situazione attuale o consultare i dati storici sugli incendi. Attraverso la piattaforma web interattiva si potrà andare indietro nel tempo fino al 2000, grazie ai dati satellitari acquisiti dal sensore MODIS a bordo dei satelliti Terra e Aqua della NASA.
Il mondo in tempo reale
Nel momento in cui scriviamo, analizzando la situazione in Italia scopriamo la presenza di 3 focolai. Due sono nel Lazio, nella zona di Formia, ed uno in Lombardia, nella zona di Desenzano del Garda.
I dati che emergono dalla mappa mostrano con evidente chiarezza come i fenomeni coprano ormai l’intero pianeta: dagli Stati Uniti al Canada, dall’Australia alla Russia, l’Europa ed ovviamente l’Italia. La crisi climatica e le attività umane rappresentano la causa di fenomeni sempre più frequenti ed intensi.
Diventa quindi un imperativo non più rinviabile quello di dedicare maggiori risorse non solo al controllo, ma soprattutto alla prevenzione degli incendi, che provocano ingenti emissioni di gas serra e drammatiche perdite di vite umane e di biodiversità. Per farlo, dobbiamo innanzitutto rafforzare, su scala globale, la resistenza e resilienza degli ecosistemi forestali, proteggendoli e favorendone la capacità di trattenere e assorbire carbonio.
Prevenire abbandonando l’approccio emergenziale
La prevenzione e il governo dei roghi deve immediatamente sostituire quell’approccio emergenziale con il quale troppo spesso ci troviamo a fare fronte a questi fenomeni.
Certamente lo strumento di Greenpeace in questo senso può rappresentare un valido aiuto. Un buon punto di partenza potrebbe essere, ad esempio, intervenire laddove le abitazioni e le aree naturali sono attigue. Occorre migliorare la progettazione delle strutture abitative a contatto con le zone boschive e puntare sulla diminuzione dei rischi per la popolazione, rafforzando l’educazione e l’informazione.
Il cambiamento climatico nell’intero pianeta comporta un inevitabile dilatamento e allungamento della stagione degli incendi. Questi aumentano nel numero, ma allo stesso tempo vanno ad interessare zone dove fino ad oggi non si verificavano, pensiamo ad esempio all’Artico. I rapporti sul caldo artico da record registrato nella città siberiana di Verkhoyansk riportano 38° lo scorso 20 giugno.
Incendi e cambiamenti climatici operano in un circolo vizioso: più incendi portano più emissioni di gas serra, quindi innalzamento della temperatura media del Pianeta ed eventi meteorologici estremi come periodi prolungati di siccità. E più il clima è secco e caldo, più è facile che gli incendi si propaghino rapidamente e diventino sempre più difficili da domare.