(Adnkronos) – Welfare aziendale, inclusione, sviluppo professionale. Sono alcuni dei punti fondamentali del Patto del buon lavoro presentato oggi nella sede del Gruppo Hera a Bologna e firmato tra l'azienda e le sigle sindacali dopo una vertenza durata 8 mesi. “Le novità importanti di questo accordo – spiega Alessandro Camilleri, direttore centrale personale e organizzazione Gruppo Hera – hanno a che fare con il protagonismo che noi cerchiamo di lasciare sempre alle persone del nostro gruppo”. "Mi fa piacere citare – continua Camilleri – il linguaggio inclusivo per una cultura rispettosa di tutti e per questo anche lo stesso patto è scritto con un linguaggio inclusivo, in maniera accessibile per tutti. Però nel concetto di inclusione abbiamo anche tanti temi di natura sociale, cerchiamo di includere tutte le diverse abilità all'interno della nostra organizzazione, a partire dall'autismo, a proseguire con le persone che hanno disabilità fisiche fino ad arrivare anche all'ultimo capitolo che stiamo cercando di portare avanti sulle neurodivergenze”. Un capitolo molto importante del Patto è quello sulla genitorialità, misure per supportare i genitori nei primi anni di vita dei figli: ”Andiamo a riconoscere sette giorni aggiuntivi rispetto a quelle già riconosciute dai contratti nazionali per assistere i propri figli nel primo anno di vita. Dopodiché andiamo a raggiungere ulteriori due giornate per quello che riguarda i primi tre anni di vita, quindi assistendo anche i figli nell'inserimento all'asilo nido e aggiungiamo anche una giornata con un potere simbolico significativo, quella dedicata all'accompagnare i figli al primo giorno di scuola elementare (misura valida per entrambi i genitori). Per noi assistere ai figli è un impegno concreto che si vede anche nel nostro welfare; ci sono tante iniziative di supporto economico e non solo nei confronti dei genitori e complessivamente riusciamo anche a erogare circa 4.000 euro all'anno per figlio nei percorsi di vita e di crescita“. —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)