“Nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale” è il tema del Sinodo dei Vescovi sull’Amazzonia in programma a Roma fino al prossimo 27 ottobre. Saranno esaminati temi importanti per “ogni persona che abita questo pianeta”, come ha scritto Papa Francesco nell’introduzione alla sua Lettera enciclica Laudato Sii(LS)
Il cardinal Clàudio Hummes aprendo il Sinodo: “l’ecologia integrale ci palesa che tutto è collegato, gli esseri umani e la natura. Tutti gli esseri viventi del pianeta sono figli della terra”. Basta scuse e alibi inesistenti come quelli esposti pochi giorni fa all’ONU dal presidente brasiliano, Jair Messias Bolsonaro. Un appuntamento di carattere profondamente religioso che dedica grande attenzione all’Amazzonia, ad una delle più grandi emergenze ambientali del nostro Pianeta.
Il Sinodo “green”
Il Sinodo ha organizzato le iscrizioni online, un gesto green, per risparmiare sulla carta stampata e sulle spese postali. Iniziative collegate al rispetto dell’ambiente anche attraverso la scelta di bicchieri in materiale biodegradabile e borse di lavoro in fibra naturale.
Il Sinodo si compone di tre parti:
- la prima intitolata “La voce dell’Amazzonia” ha lo scopo di presentare la realtà del territorio e dei suoi popoli.
- La seconda parte, “Ecologia integrale: il grido della terra e dei poveri”, raccoglie la problematica ecologica e pastorale.
- La terza parte, “Chiesa profetica in Amazzonia: sfide e speranze”, affronta la problematica ecclesiologica e pastorale.
Dal WWF, la situazione in Amazzonia
Solo ad agosto 2019 sono stati registrati 30mila roghi, con un aumento del 196% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente: conseguenza diretta di una deforestazione accelerata, alimentata dalle politiche del presidente brasiliano combinate ai tagli del governo sui controlli della deforestazione e degli incendi illegali.
Malgrado i dati dall’inizio di settembre mostrano una riduzione del numero di incendi in Amazzonia, gli allarmi legati alla deforestazione sono in aumento. Il rischio è nella prossima stagione secca altre aree vengano bruciate, poiché i roghi sono una conseguenza della deforestazione.
L’ emergenza, poi, riguarda altre ecoregioni come il Pantanal e il Cerrado, dove il numero di roghi risulta invece in aumento. Nella regione di Santa Cruz in Bolivia, sono stati distrutti 3,5 milioni di ettari, con oltre 4.000 famiglie e innumerevoli specie animali e vegetali colpite.
L’ America Latina e l’Amazzonia, in particolare, rappresentano l’area dove è più evidente il problema con i popoli indigeni espropriati dei propri terreni e dei propri diritti. La deforestazione viola i diritti di chi della foresta vive e al contempo colpisce gravemente le condizioni per la vita sul Pianeta per la funzione ecologica che la foresta amazzonica svolge, sia per il ciclo del carbonio (e quindi il clima) che per il ciclo dell’acqua.
L’Amazzonia è una delle più grandi riserve di biodiversità
L’Amazzonia è una delle più grandi riserve di biodiversità e da sola contiene il 20% di acqua dolce non congelata delle terra. Riconosciuto il polmone verse del Pianeta, il serbatoio di ossigeno che fa respirare l’intera umanità.
Un territorio che si estende per 7,8 milioni di kmq in Sud America. La sua superficie occupa parte di ben nove Paesi: Brasile, Bolivia, Perù, Ecuador, Colombia, Venezuela, Guyana, Suriname e Guyana francese. Di questa immensa distesa le foreste coprono circa 5,3 milioni di kmq, pari a oltre un terzo di quelle presenti sulla terra.
Il WWF segue con profondo rispetto e attenzione il Sinodo dei Vescovi per L’Amazzonia e chiede alla comunità internazionale di assumere una posizione netta e chiara sulla necessità di proteggere un patrimonio che appartiene al Pianeta e all’umanità.
Fonte
WWF Italia