Il Mare di Circe, con i comuni di San Felice Circeo, Ponza e Ventotene, è la Città della Cultura della Regione Lazio 2019. Responsabile di un progetto straordinario e in grado di ricreare un modello “vincente” per la costa laziale è l’architetto Luca Calselli
Guardare con occhi attenti alle potenzialità di queste isole, come sorprendenti e straordinari gioielli, è ciò che, finalmente, si sta facendo, avendo scelto di mettere in rete la forza e la bellezza identitaria e connotante del Mare di Circe e delle sue isole, intorno al filo conduttore delle narrazioni e del mito.
Il progetto è ambizioso e ricerca nuovi modelli di crescita e nuovi indirizzi per l’industria turistica, legati alla cultura come cardine dello sviluppo, innovativi, sostenibili, partecipati e capaci di assicurare crescita economica e coesione e inclusione sociale, nel medio e lungo periodo.
Una zona “mitica”
Nell’Eneide si accenna a Circe ed alle sue arti magiche all’inizio del settimo libro quando la flotta troiana, lasciata Gaeta, costeggia il promontorio del Circeo. La maga vive immersa in boschi incantati, avvolta e protetta dal suo serraglio di maiali, orsi e belve feroci che prima erano uomini e che la maga ha tramutato in animali.
A Circe, figlia del Sole e di Perse si tributa culto sul Circeo. Nelle Argonautiche di Apollonio Rodio, gli Argonauti devono recarsi da Circe per volontà di Zeus, prima di tornare a Iolco, perché li purifichi dopo l’uccisione di Assirto, fratello di Medea.
Nelle Metamorfosi di Ovidio si rivolge a Circe il dio marino Glauco per avere un filtro che faccia innamorare di lui la bella Scilla. Circe è però ivagjita anche lei di Glauco e trasforma Scilla in mostro che si vendica uccidendo parte dei compagni di Ulisse prema di divenire la roccia che ancora sovrasta lo stretto.
Il mare di Circe, racconti e leggende
Insomma, il fascino di Circe e la bellezza di un promontorio come San Felice Circeo evoca racconti straordinari, miti e leggende che sono patrimonio intimo di tutti. Chiunque, tra i bambini e gli adulti, di ogni strato sociale, in ogni parte del globo, è affascinato dal mito della Maga Circe e dal racconto di Ulisse che, nel suo peregrinare, sbarca su quell’isola e incontra la bellissima Maga dai riccioli d’Oro.
Poco importa se l’Isola di Eea sia o non sia, in realtà, un’isola, dal punto di vista geografico. Se l’isola evocata da Omero sia davvero il Monte Circeo o, come affermano alcune teorie, sia invece, l’isola di Ponza, frequentata dai greci e nota a Omero che potrebbe avere individuato la residenza di Circe, proprio nell’Isola dell’alba, tutta rosa, tutto è magia e narrazione.
Poco importa se ancora qualcuno non crede che Ventotene sia l’isola delle sirene che, invece, a Ventotene si possono vedere e se ne può ascoltare il canto, rimanendo affascinati e rapiti. Sono i sogni dell’immaginario collettivo, i miti che trasudano nostalgia e che alimentano il desiderio di una “patria alta”, de sideribus, guardare le stelle nella spasmodica attesa di non si sa quale speranza. Sono questi i misteri che danno corpo alle visioni, che fanno carne di storie, emozioni e bellezza, per trasformarle in terapia e nutrimento. Per il cuore e per l’anima.
Città della Cultura, la minicrociera
Tutto questo è il mare di Circe e la costa del Lazio. La città della Cultura della Regione Lazio 2019 si presenta al mondo, in una crociera esclusiva, sul Mare di Circe, giovedì 28 marzo 2019. Il 28 marzo sarà il momento del passaggio di consegne, tra la città della Cultura della Regione Lazio 2018, Colleferro, e quella del 2019, San Felice Circeo, con una cerimonia che salperà dal Porto di Ulisse di San Felice Circeo, per fare tappa a Ponza e a Ventotene.
Un giorno intero di navigazione e sbarchi, in cui le finalità del titolo saranno illustrate dagli Assessori regionali competenti e il progetto e il programma, saranno presentati dai sindaci della Città della Cultura della Regione Lazio 2019, dal responsabile del progetto, dai membri dell’Ufficio della Comunicazione e dello Sviluppo, dai membri del Comitato Scientifico. Un viaggio che racconterà le iniziative e le manifestazioni che animeranno i luoghi del il Mare di Circe, simbolo di unicità e di straordinaria bellezza della costa del Lazio.
Cultura e bellezza, strategie di sviluppo
San Felice Circeo è una perla della costa laziale. Il turismo estivo e mondano ha sempre visto, in San Felice Circeo, il simbolo del benessere e la rappresentazione di uno status superiore alla media. Un modello che ha funzionato bene fino agli anni Settanta. Ha incominciato a scricchiolare negli anni Ottanta, entrando definitivamente in crisi negli anni Novanta.
Oggi, San Felice Circeo, conserva briciole di quel turismo del lusso e della mondanità, che portava benessere e ricchezza. I tempi sono diversi, e il turismo di una volta si è trasformato nell’invasione di massa dell’orgiastico caos del mordi e fuggi, spesso inquina e spreca. I motivi sono diversi e molti nascono ancora prima della crisi generale, di questi ultimi anni.
San Felice Circeo, negli anni dello sviluppo e della crescita, non ha saputo interpretare le dinamiche sociali e quelle legate all’industria turistica, in particolare, rispetto ai nuovi, diversi, modelli che si sono andati affermando e diffondendo.
San Felice Circeo si è adagiato su un modello che, mentre funzionava già stava diventando obsoleto, rimanendo tagliato fuori dai grandi flussi del turismo balneare attrezzato e non incentivando il turismo di tipo culturale, da affiancare a quello balneare di nicchia, importante e in grado di garantire presenze tutto l’anno.
Ponza e Ventotene
Ponza, ancora di più di San Felice Circeo, l’isola emporio dei Fenici e rotta dell’Odissea, sopporta malamente la presenza chiassosa del turismo domenicale, riuscendo ad intercettare troppo poco, rispetto alla bellezza autentica, sacra, antica, selvaggia che esprime, il turismo che le permetterebbe di vivere oltre l’estate.
Ventotene, la più lontana dalla costa, distante e avulsa dal caos ferragostano, l’isola delle perfide sirene, da cui l’astuto Ulisse non si fece incantare, è l’isola che, più di tutte, vive la sua bellezza silenziosa e si nutre dell’esclusiva bellezza dei suoi fondali, oltreché del turismo legato alla sua storia recente, quella del novecento, della politica, del Manifesto Federalista, dell’Europa.
Saper valorizzare l’arcipelago
Guardare dunque, con occhi attenti, alle potenzialità di tale arcipelago, straordinariamente bello, unico e sorprendente, abitato fin dall’antichità e raccontato da narratori e poeti di ogni epoca, è rimanerne incantati e fare di un mare bellissimo e di luoghi palpitanti storia e leggenda, un volano indispensabile per portare ancora a tutta la zona quella gloria e ricchezza che merita.
Foto: Rino Bianchi/Il Mare di Circe