Il Caminante, camminatore, pellegrino e viandante. Un libro (Ediciclo, pagine 177, settembre 2020, € 15) dove l’autore, Andrea Spinelli, racconta il suo cammino lungo le strade del mondo. Si mette a nudo in un percorso che è anche un cammino di lotta contro una malattia che si stenta a pronunciare “tumore inoperabile al pancreas”
Non è facile “rendere onore” ad un argomento così importante, ad una tematica che coinvolge la speranza e la vita di una persona, ad un Caminante. Verrebbe solo da rispondere con le parole di un’altra “eroica” del passato che risponde al nome di Etty Hillesum: “La vita è difficile ma non è grave”.
Andrea Spinelli, classe 1973, nato e vissuto a Catania, adottato dal Friuli Venezia Giulia, ama sentirsi viandante e, appena può, parte in cammino. Racconta le sue esperienze sul blog www.andreaspinelli.it.
Il Caminante, procedere nella vita a “piccoli passi”
Il Caminante è lui. Malato di cancro al pancreas inoperabile, procede nella vita a piccoli passi, quelli che lo spingono a compiere grandi cammini lungo le Vie del mondo ma anche nel cuore delle persone. Dopo aver raccontato di come ha reagito alla diagnosi nel libro Se cammino vivo, in questa seconda narrazione risponde alla domanda che riceve spesso: “Come fai a essere così sereno?”.
Dice Andrea: “La parola CANCRO fa paura, allora ho deciso di raccontare la mia malattia e il mio cammino”. Nel Caminante Andrea Spinelli ci parla di consapevolezza, di serenità, ma anche di paura. Si racconta con il cuore in mano, senza censure, con intensità.
Ci conduce nei suoi luoghi del silenzio (su tutti i boschi, la Carnia e l’oceano), ci narra quali sono state le sue pause più importanti (per esempio quella di fronte al Faggio di San Francesco) e ricorda gli incontri con le persone che traggono speranza dai suoi passi e dal suo sorriso e che gli donano la forza di andare avanti.
Sottolinea l’autore: “Essere consapevole di avere una malattia grave e ma al tempo stesso sapere di essere forza per altri nella mia stessa condizione, rende ogni mio passo fatto e ogni dolore sopportato, gioia di vivere e ragione. La vita, che sia breve o lunga è pur sempre un passaggio veloce, capire di averle dato un senso anche quando tutti pensano che senso non ha, vuol dire avercela fatta. Ho dato significato alla mia vita, quando questa è esplosa.”
Nel volume troviamo parole schiette, talvolta difficili anche al solo pensarle. Quando descrive il suo cammino, i suoi dialoghi interiori con un silenzio assordante, avvolto da paesaggi meravigliosi, nella stessa atmosfera di pura bellezza, il “compagno di viaggio” è il suo tumore. Appunto, come accennato, difficile solo a pensarlo per chi dà tutto per scontato, come se tutto fosse eterno.
Ma in quella epifania della fragilità che è la vita stessa, non crediate possa esserci spazio alla rassegnazione, alla disperazione o, peggio, all’autocommiserazione. C’è una narrazione che riporta incontri, terre, odori, diversità, ricchezza. Appunto vita, quella vita che Andrea Spinelli riesce a descrivere, consapevole, ad ogni passo, di quanto splendore questa vita riesca ad emanare anche nei suoi più terribili aspetti.
Ha ragione Andrea quando, nel volume, nell’introduzione al capitolo I luoghi del silenzio, cita la saggezza di Li Lin Chi: “Il vero miracolo non è volare in aria o camminare sulle aqcue ma camminare sulla terra”. Soprattutto quando si combattono battaglie ardue, tutti, in ogni parte del mondo.
Il caminante non è solo chi lotta contro malattie terribili. È chiunque affronta con dignità il proprio percorso esistenziale quando si fa aspro. Migranti in cerca di un futuro migliore, terremotati al freddo che affrontano la notte, donne maltrattate, bambini e bambine che hanno bisogno di aiuto, lavoratori e imprese che devono andare oltre la pandemia. Abbiamo bisogno di forza. E non può che venirci dalla speranza e dalla bellezza. Questo libro aiuta a scorgerne alcune piccole schegge.
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