I bambini sono fiori. Cosa vuol dire? Di sanità si parla spesso, male, sovente a sproposito e troppo spesso si tacciono iniziative che hanno dentro cuore, passione e professionalità. Le “buone pratiche” ci sono e vanno conosciute.
Tra queste c’è senza dubbio l’iniziativa nata all’interno del reparto di pediatria dell’ospedale G.B. Grassi di Ostia Lido, il cui titolo dice già molto “Quando insieme alle piante germoglia l’anima dei bambini. Un seme, una pianta, un fiore”.
Per i bambini c’è l’ortoterapia
Si tratta di un progetto di ortoterapia fortemente voluto dalla responsabile: la dottoressa Anna Rita Bellomo, e portato avanti con la collaborazione di Ida Cristina Negri ( a cui si deve l’idea delle coltivazioni) e Sandro Santopietro, entrambi infermieri del reparto, amanti dei bambini e naturalmente del giardinaggio.
Un’opera meritoria, condotta a titolo volontario, che ha visto nascere un vero e proprio orto all’interno della struttura ospedaliera, integrazione ad un progetto più ampio che vede la dottoressa impegnata dal 2014, all’interno delle scuole, per la prevenzione dell’obesità in età pediatrica.
Lo spazio è reso allegro e divertente grazie ad una serie di murales disegnati sulle pareti dalla quindicenne Alessia Di Maio, che ha speso gran parte delle sue vacanze per la loro realizzazione. I bambini hanno la possibilità di adoperare tutti gli strumenti necessari al giardinaggio: piccole palettine o rastrellini, annaffiatoio e grembiulini colorati.
Curare la terra per curare se stessi
Prendersi cura della terra porta sempre notevole beneficio al corpo e alla mente. Sappiamo che è provato scientificamente provato che la terapia orticolturale, cioè il dedicarsi alla coltivazione di ortaggi, fiori e piante, può contribuire a migliorare la frequenza cardiaca e ad indurre uno stato di relax, attenuando la sofferenza dal dolore, l’ansia, l’astenia, migliorando gli stati depressivi e il tono dell’umore, fino a stimolare una più rapida ripresa in fase di convalescenza.
I piccoli pazienti utilizzeranno le piante non solo come stimolo alla guarigione, ma avranno la possibilità di consolidare rapporti di collaborazione e di amicizia sia con altri bambini ricoverati che, in un incontro generazionale, con nonni , infermieri, medici ed agronomi o quant’altri insegneranno loro il ciclo della vita da un seme ad una pianta.
Finalità del progetto è anche quella di educare i bambini al rispetto della natura, aiutarli a scoprirne i benefici e insegnare loro l’importanza del mangiare sano e l’attenzione a non sprecare il cibo frutto di un impegnativo lavoro.
Un plauso dunque all’ospedale G. B. Grassi e alla dottoressa Bellomo e a tutti coloro che si spendono in questa o in iniziative simili. Anche perché fermarsi ad osservare quei bambini, piegati con le mani nella terra, fa bene all’anima e al cuore di tutti noi.
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