Horti Leonini a San Quirico d’Orcia, cosa sta succedendo veramente? Siamo stati contattati in redazione su questa vicenda che vi riportiamo come ce l’hanno raccontata. Ribadendo di voler aspettare, per dovere di cronaca e di informazione corretta, anche la versione ufficiale di chi ha optato per i lavori agli Horti Leonini che avrà sicuramente da voler spiegare cosa sta accadendo. Ma intanto è questa la versione di Nicoletta Innocenti, presidente di OPERA Val d’Orcia, che solleva alcuni interrogativi riguardo ai lavori di ristrutturazione in corso al bellissimo giardino.
Horti Leonini, un gioiello “sotto osservazione“? A San Quirico d’Orcia, cittadina nel cuore della Val d’Orcia dal 2004 Patrimonio Unesco, si stanno effettuando lavori di ristrutturazione a uno dei gioielli della Toscana: gli Horti Leonini, un giardino cinquecentesco frutto dell’intuizione di Diomede Leoni, uno degli uomini più vicini a Michelangelo Buonarroti che ne fu il mèntore e con ogni probabilità l’ispiratore del progetto. I lavori, però, metterebbero in pericolo la bellezza di questa struttura: a dirlo è Nicoletta Innocenti, presidente di OPERA Val d’Orcia.
Horti Leonini, uno dei monumenti più ammirati della Val D’Orcia
Il giardino è uno dei monumenti più ammirati dell’intera Val d’Orcia e del senese e costituisce un unicum. Come recita una lettera che nel 1581 il Leoni inviò ai Medici per ottenere un aiuto economico per le opere realizzate a San Quirico in gran parte distrutta dalla guerra tra Siena e Firenze, il suo progetto non fu pensato come luogo di delizie al servizio di una villa padronale, ma come Orti “che tornano ad ornato di quel luogo dove esso è nato et a qualche comodità ancora delli viandanti e specialmente Nobili”.
Il giardino si articola in due parti: un parterre d’ingresso, assolutamente scenografico, con aiuole geometriche disegnate dal bosso, secondo un criterio che va oltre il giardino all’italiana e che risente delle nuove scoperte artistiche di un manierismo già avanzato.
Un’altra parte, che un tempo doveva essere una “ragnaia”, è costituita da un fitto bosco di lecci. La ragnaia, così come tutte le piccole o grandi radure boscose dei giardini storici italiani, contribuiva ad attrarre i volatili ed ad attribuire al giardino anche una specifica gradevolezza acustica.
Un giardino che celebra l’unione tra cultura e natura
Lo splendido giardino è un inno all’incontro dialogante fra cultura, (il geometrico) e natura, la parte selvatica del bosco sovrastante, tagliata in due da una lunga scalinata in travertino in asse col viale centrale del parterre. La proporzioni auree tra lunghezza e larghezza, la sapienza costruttiva impiegata sfruttando il pendio della collina e il tratto di mura ovest appena restaurato dopo la guerra di metà Cinquecento, non possono non far pensare alla mano di un artista che abbia in qualche modo influito sul progetto del Leoni.
Delle vicende costruttive e storiche degli Horti si sono occupati con le loro pubblicazioni molti studiosi come Isa Belli Barsali, Alessandro Tagliolini, Paolo Grossoni dell’Università di Firenze, Patricia McCobb, architetto paesaggista e Alessandro Cremona, studioso di ville e giardini romani.
Negli ultimi cinquanta anni gli Horti Leonini sono stati i protagonisti di importanti manifestazioni artistiche e culturali, tra le quali l’annuale mostra di scultura contemporanea “Forme nel Verde” che propone i maggiori artisti del panorama nazionale e internazionale nella straordinaria cornice del giardini cinquecenteschi.
La necessità di una manutenzione
Il giardino negli anni aveva manifestato la necessità di manutenzione e una recente relazione da parte di agronomo aveva stabilito che alcuni pochi lecci dovevano essere purtroppo sacrificati, altri potati, certamente con le dovute attenzioni. Quello che invece accade ora, come sostenuto dalle principali associazioni ambientaliste e del territorio, sembrerebbe diverso.
Nicoletta Innocenti, presidente dell’associazione OPERA Val D’Orcia, solleva diversi interrogativi. Ha scritto al ministro della Cultura Dario Franceschini, alla Soprintendenza, ai Carabinieri del Corpo forestale, promosso la petizione “Salviamo gli Horti Leonini”.
Ecco cosa riferisce: “Un giardino storico cinquecentesco distrutto. Tagliati 40 lecci in buona parte secolari, devastata la “ragnaia”, contravvenendo alla Soprintendenza e alla Commissione Paesaggistica che prevedeva un intervento mirato e graduale in 5 anni. Inoltre alla riapertura del giardino ci siamo trovati a constatare, non volendo credere ai nostri occhi, che non solo erano stati “capitozzati” tutti i lecci ma che erano state potate anche le siepi in bosso costituenti il giardino all’italiana. Ciò è avvenuto in pieno agosto perchè le foto di luglio le riproducevano prive di potatura, creando in tal senso un gravissimo nocumento anche all’impianto storico di siepi geometriche costituente il giardino all’italiana di impianto cinquecentesco”.
Entro domani, per dovere di cronaca e di correttezza, vi riporteremo anche la versione di chi sta effettuando i lavori agli Horti Leonini. Lavori che l’amministrazione comunale sottolinea come necessari e importanti per una questione di sicurezza e di maggiore fruibilità di tutta l’area.