FloraCult, quanta bellezza. L’evento festeggia infatti quest’anno il suo decimo anno di vita, un traguardo importante per l’iniziativa nata dall’incontro di Ilaria Venturini Fendi, imprenditrice agricola e designer e Antonella Fornai, paesaggista e curatrice della mostra che noi di Green Planet News abbiamo avuto il piacere di intervistare
Un festival delle piante del tutto unico nel suo genere con fiori e piante selezionate tra le specie più insolite e rare disponibili nel panorama botanico italiano e internazionale, che nasce e si svolge in un luogo altrettanto particolare capace di esaltarne la bellezza, nella meravigliosa zona del Parco di Veio che rappresenta la vera campagna romana.
FloraCult ha la capacità di generare meraviglia e bellezza negli occhi dei suoi visitatori. Un evento che vuole avere lo scopo di riportare al centro della nostra cultura la natura stessa, per una diffusione del giardinaggio nelle nostre città caratterizzate ormai da un degrado urbano che rende sempre più necessario tutto questo.
Un evento che in generale vorrebbe puntare alla riacquisizione di una cultura agricola che sempre di più sembra perduta ma che è possibile recuperare. E ciò anche vedendo tutti i giovani volti che saranno presenti al FloraCult, coltivatori esperti, colti e preparati che con entusiasmo proporranno le loro piante raccontandole.
Tutto questo mette in luce anche il fatto che un linguaggio così apparentemente antico si possa incontrare perfettamente con nuove idee e innovazioni come l’applicazione Plants Play, che verrà presentata alla mostra; il primo dispositivo indossabile che permette di ascoltare la musica generata da piante ed alberi direttamente sul proprio smartphone. Ma non è finita qui: ospite d’eccezione di Floracult, sabato 27 aprile alle ore 15.00, sarà Abderrazzak Benchaâbane, professore, profumiere, fotografo, botanico. Personaggio leggendario a Marrakech per i suoi giardini e per le essenze e le spezie dei suoi profumi.
Ma tanti saranno gli appuntamenti del FloraCult: oggi 25 aprile alle ore 17.00, l’Associazione Giardinando realizzerà “Il Giardino delle Donne 4.0”, un piccolo esempio di giardino facile da fare e da mantenere per tutte le donne. È venerdì 26 aprile alle ore 11.00, che ci sarà invece, il popolare dog coach Angelo Vaira. Infine, domenica 28 aprile, l’Ente Regionale Parco di Veio, organizza con l’Associazione Humus Sapiens, un’escursione gratuita all’interno dell’azienda agricola biologica I Casali del Pino per la scoperta degli ambienti naturali della tenuta.
Ci facciamo raccontare da Antonella Fornai tutta la bellezza di FloraCult.
In cosa consiste esattamente l’evento?
FloraCult è una mostra di florovivaismo per appassionati e non per professionisti, è infatti aperta a tutti. Viene pensato proprio per tutti i cittadini che sono alla ricerca di piante per la creazione del loro giardino e che non potrebbero trovarle facilmente e altrove per la città. Avremo infatti piante di ogni tipo e provenienti da ogni parte del mondo. Quest’anno siamo arrivati alla 10^ edizione, e per noi questo è il raggiungimento di un traguardo importante, significa che l’evento viene apprezzato e che può diventare un appuntamento fisso.
Che ruolo ha il giardinaggio oggi in una società come la nostra?
Credo che purtroppo oggi il suo ruolo sia marginale, e mi dispiace, perché non dovrebbe, vorrei che ne avesse uno più importante. Le dico anche che siamo ultimi in Europa in questo campo. Il giardinaggio dovrebbe essere infatti, un qualcosa di istintivo, ma oggi si ha la brutta convinzione che tutto debba essere estremamente organizzato, studiato e portato avanti attraverso minuziose e restrittive regole e si ha paura di imprevisti e di ciò che potrebbe non andare. Tutto ciò che con il giardinaggio invece non può funzionare, perché si può sbagliare e di nuovo insistere, si può provare. È un vero e proprio luogo di libertà, non può essere limitato a delle regolette da seguire. E forse proprio per questo non riesce a diffondersi. Pensiamo al fatto che si tratti di un linguaggio internazionale, abbiamo piante che arrivano da ogni parte del mondo. Il giardino è libertà! Non servono misere regole che possano limitarlo.
Che funzione hanno iniziative simili, in un contesto di degrado urbano e di emergenza ambientale come quello che stiamo vivendo?
Hanno l’importante funzione di sensibilizzare in maniera positiva. Si basa tutto sul concetto per cui ciò che è mio fa bene agli altri. Sensibilizzare in modo positivo, senza lasciarsi spaventare da una pratica così spontanea e naturale, provarci, insistere e fare giardinaggio nei nostri giardini, per le nostre case, nei nostri balconi, perché ciò ha un’importanza non solo a livello personale, ma a livello collettivo, urbano. La cosa grave e preoccupante è il disinteresse, un disinteressarsi che nuoce alla collettività stessa oltre che a noi. Gli inglesi dicevano: “fai bello il tuo giardino, fai bella l’Inghilterra” ed è questo il concetto.
È possibile secondo lei, riportare la natura al centro della nostra cultura?
Non so se questo sia possibile, ma sicuramente è ciò che noi ci proponiamo. Mi viene in mente, in questo senso, l’amore che la stessa Ilaria Venturini Fendi prova nei confronti degli animali, il mio per le piante. L’intento vorrebbe essere quello di riappropriarsi di una cultura, come quella agricola che si è perduta nel tempo ma che si vuole ritrovare. Ritrovare una cultura anche come quella, forse un po’ più aristocratica, del giardinaggio. L’idea di oggi è che tutto ciò che non porti profitto sia sostanzialmente inutile. Se non serve a monetizzare allora non serve a nulla. Invece quel che si vorrebbe far capire è che spesso, ciò che sembra inutile è invece ciò che c’è di più importante rispetto a tutto il resto.