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FIAB in prima linea contro la pubblicità delle aziende responsabili della crisi climatica

FIAB in prima linea contro la pubblicità delle aziende responsabili della crisi climatica
FIAB in prima linea contro la pubblicità delle aziende responsabili della crisi climatica, foto di Nubia Navarro (nubikini) da Pexels

Promuovendo l’uso della bicicletta quale mezzo di trasporto per favorire una mobilità a zero emissioni, FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta aderisce alla proposta di Greenpeace di una raccolta firme per un’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) contro la pubblicità e le sponsorizzazioni di tutte le aziende che sono maggiormente responsabili dell’inquinamento e della crisi climatica

Oggi, 10 novembre, alla COP 26 di Glasgow, si celebra il Transport Day. Sarà un’occasione importante in quanto si discuterà del possibile addio alle auto con motore termico – benzina e diesel e non solo – in favore di una mobilità a zero emissioni. L’appello sarà rivolto ai governi affinché incentivino nei loro Paesi l’uso dei mezzi meno inquinanti, in primis la bicicletta, in modo da contribuire in modo efficace a raggiungere gli obiettivi climatici.

Proprio guardando all’esigenza di intervenire per una mobilità sostenibile, FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta ha deciso di sostenere e promuovere (firma la petizione) attivamente l’importante Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) che chiede di vietare le pubblicità e le sponsorizzazioni delle aziende maggiormente responsabili della crisi climatica, comprese le multinazionali dell’auto.

FIAB in prima linea contro la pubblicità delle aziende responsabili della crisi climatica
Foto ufficiale FIAB, per gentile concessione dell’Ufficio Stampa

Ma cos’è l’ICE? Si tratta di una procedura ufficiale prevista dall’Unione Europea per cui, se vengono raccolte un milione di firme nell’arco di un anno, la Commissione Europea ha l’obbligo di discuterne e di pronunciarsi in merito alla proposta di legge dei cittadini.

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Merito dell’iniziativa si deve a Greenpeace che l’ha lanciata lo scorso 4 ottobre. FIAB ha deciso di contribuire alla raccolta firme, anche in vista dei negoziati internazionali sul clima della COP26 che si stanno svolgendo a Glasgow. Il summit è una delle ultime occasioni per i leader mondiali per invertire decisamente la rotta sul tema emissioni CO2.

Come Greenpeace accogliamo positivamente adesione di FIAB di aderire campagna – ha dichiarato Federico Spadini di Greenpeace Italia –. Il lavoro di FIAB per contrastare una mobilità inquinante e basata sull’auto privata è il naturale contraltare del tentativo comune di smascherare l’inganno dietro gli annunci pubblicitari dei grandi inquinatori, come il settore automobilistico, le compagnie aeree e le multinazionali del petrolio e del gas”.

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Siamo lieti di collaborare con Greenpeace su questo fronte – ha replicato Alessandro Tursi, presidente FIAB –. È infatti essenziale sgombrare il campo da false ‘narrazioni’ che, nonostante l’immane sfida della crisi climatica, continuano a promuovere un sistema di mobilità basato sull’auto privata. Occorre invece puntare sulle vere soluzioni, tra cui la bici, che non produce CO2, non inquina, limita il consumo di suolo e non danneggia la salute individuale e collettiva, ma anzi ci fa rimanere in forma”.

FIAB in prima linea contro la pubblicità delle aziende responsabili della crisi climatica

Anche FIAB, dunque, invita tutti a firmare la proposta ICE per chiedere all’Unione Europea di vietare le pubblicità e le sponsorizzazioni delle aziende maggiormente responsabili della crisi climatica, comprese le multinazionali dell’auto, collegandosi a questo indirizzo e cliccando su act now.

Vietare le campagne pubblicitarie e le sponsorizzazioni dell’industria dell’automotive, così come dei colossi petroliferi e delle compagnie aeree, impedirebbe a queste aziende inquinanti di distorcere e sviare il dibattito sulle soluzioni alla crisi climatica.

Sembra forse un obiettivo troppo ambizioso, eppure è già accaduto un fatto simile con l’industria del tabacco, quando l’Unione Europea riconobbe il rischio per la salute e vietò alle aziende di farsi pubblicità.

Firmando questa petizione è possibile ottenere lo stesso risultato nei confronti delle multinazionali dell’auto ma, soprattutto, ci sarà più spazio per promuovere le vere soluzioni di mobilità sostenibile, come la bici.

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