Festa del gatto, il 17 febbraio, festa di un simbolo di saggezza, bellezza e mistero. I gatti, creature straordinarie, sono, da sempre, oggetto delle più svariate riflessioni. Conosciamo più da vicino la sua storia.
Festa del gatto, un riconoscimento a chi accompagna la storia dell’uomo con devozione “angelica”, sacri Lari dai baffi lunghi e delle estatiche fusa. Il gatto è così, una bibbia non rivelata, una divinità che parla a tratti, illumina e scandisce le ore più liete.
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Basti pensare che, in ogni cultura ed epoca, i gatti hanno accompagnato l’uomo, ritagliandosi uno spazio a sé, sia nella buona che nella cattiva sorte. È noto che nell’Antico Egitto fossero ampiamente venerati e considerati vere e proprie divinità.
Nella città di Bubasti è stato rinvenuto un numero impressionante di mummie di gatti, poiché qui sorgeva il tempio dedicato a Bastet, la dea figlia del dio del Sole, raffigurata con sembianze feline o come una donna con testa di gatta.
Festa del gatto: un atto di devozione verso il mondo Invisibile
Alcuni sacerdoti egiziani allevavano questi animali sacri nei templi, e lo storico Erodoto racconta come, quando in Egitto moriva un gatto, tutti gli abitanti della casa avevano l’abitudine di radersi le sopracciglia in segno di lutto, e la morte del piccolo felino si viveva come quella di altri familiari.
Il gatto maschio era sacro al Sole e ad Osiride, mentre la gatta era sacra alla Luna e a Iside; inoltre era forte la credenza che i gatti nell’Antico Egitto avessero il compito di condurre gli uomini nell’Aldilà al momento della loro morte.
Questo loro status glorificato iniziò il suo declino a partire dal Medioevo quando, specie i gatti neri, vennero associati alle streghe e si pensava portassero sfortuna. Addirittura si arrivò a sostenere che i gatti fossero non solo l’incarnazione delle streghe ma anche del Demonio, complici leggende e superstizioni che si tramandavano di bocca in bocca in un periodo in cui i processi per stregoneria erano all’ordine del giorno.
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L’animale domestico da compagnia più diffuso
Fortunatamente al giorno d’oggi il gatto è accettato e amato in ogni parte del mondo ed è l’animale domestico da compagnia più diffuso: secondo The Ecology Global Network, nel 2023 si contano tra 600 milioni e 1 miliardo di gatti, includendo sia quelli domestici che randagi e selvatici, Di questi, circa 373 milioni sono gatti domestici. In Italia tra i 10 e i 15 milioni quelli nelle case dei cittadini e tra i 700mila e oltre 1 milione quelli presenti nelle colonie feline registrate nelle città italiane.
La Fediaf, Federazione europea dei produttori di cibo per animali domestici, ha evidenziato tramite l’ultimo censimento come l’Europa sia a trazione felina per quel che riguarda gli animali da compagnia, seguiti da cani, criceti e pappagalli.
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Un compagno di vita insostituibile per molti “grandi”
L’amico Micio è quindi un grande compagno di vita per molti, e sono tante le testimonianze di personaggi noti del mondo dello spettacolo, della cultura, della politica che hanno evidenziato il proprio legame con il piccolo felino.
Personaggi storici tra cui il Cardinale Richelieu, uno degli uomini più potenti del XVII secolo, che aveva 16 gatti quotidianamente seguiti da due servitori dedicati solo a loro; l’Ammiraglio Nelson, il famoso vincitore della battaglia di Trafalgar, in un combattimento si mise in salvo su una scialuppa non senza tornare prima a recuperare il gatto.
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Grandi nomi della politica come Churchill o Margaret Thatcher avevano sempre gatti nei propri alloggi cosi come fedeli estimatori sono stati George Washington, Abraham Lincoln, John F. Kennedy, Jimmy Carter e Bill Clinton, al cui gatto Soks è stata anche dedicata una pagina Wikipedia. Anche in Vaticano Papa Benedetto XVI non ha mai tenuto nascosta la sua passione per i gatti, tanto che i Giardini Vaticani erano popolati da una piccola colonia e lui stesso spesso nutriva ogni mattina alcuni gatti di Borgo Pio. In molti lo ricordano proprio come “il Papa dei Gatti”.
Anche tanti scrittori amanti dei gatti
Numerosi sono scrittori e scrittrici che, proprio grazie alla compagnia dei gatti, hanno trovato anche ispirazioni per le proprie opere, come Doris Lessing, William S. Burroughs e T.S. Eliot. Mark Twain aveva chiamato il suo gatto Bambino, Haruki Murakami Peter Cat e Charles Bukoswki Factotum come una delle sue raccolte.
Celebri sono Cattarina detta Kate di Edgar Allan Poe e Williamina di Charles Dickens, cosi come anche gli amici di Torquato Tasso e Francesco Petrarca; ma più di tutti è stato Ernest Hemingway ad aver lasciato un’impronta immortale del suo amore per i gatti, in quanto possedeva un’intera colonia i cui discendenti vivono ancora oggi nella casa museo a Key West. Sua è la celebre frase: “Ai gatti riesce senza fatica ciò che resta negato all’uomo: attraversare la vita senza fare rumore.”
Festa del gatto, emanatore di energie positive, il 17 febbraio. Vediamo perché
Trasmettendo energie positive a chi gode della sua compagnia, è stato certificato da diversi studi che il gatto riduce il pericolo di infarti, ictus, trombosi ed altre patologie, e non è un caso che ci sia la volontà di celebrarlo con una giornata a lui dedicata. Per questo è nata la Festa del Gatto, che in Italia si festeggia il 17 febbraio ma che in altri paesi cade in date diverse.
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ll giorno scelto per la ricorrenza, istituita nel 1990, non è casuale: febbraio, secondo un’antica credenza, è infatti “il mese dei gatti e delle streghe” e il numero 17, in base a tradizioni medioevali ancora abbastanza radicate, viene spesso associato alla sventura, proprio come i gatti, soprattutto quelli neri, ma è anche l’anagramma di VIXI in latino, da XVII, che significa “ho vissuto” a volerlo collegare alle famose sette vite dei gatti.
Per sfatare la diceria è stato scelto proprio il giorno 17, dedicando una giornata ai morbidi amici con diverse iniziative sparse per il territorio tra cui mostre di arte e fotografia, incontri per sensibilizzare alla tutela degli amici a 4 zampe, inviti all’adozione di randagi.
Informazioni utili
Per rendere ancora più coinvolgente questo momento si può pensare ad un lungo weekend in compagnia del nostro animale domestico, e quando si parla di accoglienza di animali di piccola e media taglia, l’FH55 Grand Hotel Mediterraneo di Firenze, come molte altre strutture, viene incontro ad ogni esigenza.
La struttura pet friendly, ubicata in posizione strategica sul Lungarno a poca distanza dalle principali attrazioni cittadine, offre la possibilità di soggiornare con il proprio micio senza alcun costo aggiuntivo. Inoltre un piccolo parco separa l’entrata dell’hotel dal lungofiume, e un’area pubblica riservata agli animali si trova a pochi passi. Tutto per godere della più assoluta libertà in totale comodità per noi e per i nostri compagni pelosetti. Buona Festa del gatto comn l’augurio che possano farci tante e lunga compagnia.
Immagini: per gentile concessione ufficio stampa Travel Marketing 2.