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La Casaccia, il Centro ENEA per la sperimentazione delle nuove energie

La Casaccia, il Centro ENEA per la sperimentazione delle nuove energie
La Casaccia, il Centro ENEA per la sperimentazione delle nuove energie

La Casaccia è il Centro ricerche dell’Enea dove si tenta di dare forma ad un mondo più pulito.

La struttura sorge a nord di Roma, nei pressi di Bracciano, in un’area di circa 90 ettari e ospita, in 190 edifici, 1.200, tra ricercatori e scienziati. Seicento di questi studiosi dedicano il loro tempo alla sperimentazione applicata alle nuove energie.

La Casaccia era una vecchia casa di caccia, immersa tra pini marittimi e colline di ontani, in una zona territorio di cinghiali, lepri e beccacce, dal 1959 è diventata il nucleo principale di quella che attualmente è una delle più importanti sedi di ricerca interdisciplinare del nostro paese. Si chiamava Cnrn, Comitato nazionale per le ricerche nucleari.

La Casaccia, sperimentazione e tecnologie

Dopo l’abbandono del nucleare da parte dell’Italia, La Casaccia ha cominciato a sperimentare diverse tecnologie. Radar, megaspecchi, microbatteri, solare a concentrazione, oppure la ricerca delle alternative al silicio nei pannelli fotovoltaici come le strutture reticolari di kesterite e perovskite o i rifiuti per sostituire il mais nella produzione di biogas grazie alla presenza di particolari microrganismi.

L’impianto solare a concentrazione chiamato Pcs è uno degli elementi più rappresentativi del lavoro di ricerca che si svolge alla Casaccia. Sono gli specchi di Archimede, specchi convessi a parabola, trenta metri di lunghezza per cinque e sei d’altezza.

Il sistema funziona in questo modo: gli specchi rimandano la luce del sole in un tubo al centro del diametro. Al centro del diametro, una miscela di sali si riscalda fino a 560 gradi, azionando le turbine elettriche. In pratica una caldaia solare che funziona anche di notte e la cui idea la si deve all’ex presidente di Enea Carlo Rubbia.

Altri esempi di solare a concentrazione

Esempi di solare a concentrazione li possiamo trovare nel campus universitario di Palermo, in Giordania, a Cipro e in Tibet dove sta sorgendo un impianto da ben 1,35 gigawatt.

Nel deserto del Sahara in Marocco il Noor1 è attualmente il più grande impianto solare del mondo che sfrutta diverse tecnologie tra cui il solare a concentrazione da 160 megawatt. Il disco solare che somiglia a un radar, presente all’interno del centro, funziona più o meno allo stesso modo ma con il riscaldamento dell’aria che mette un moto una microturbina.

Nei laboratori delle bioenergie a La Casaccia vengono studiati i microrganismi della spazzatura per farne energia. Dagli scarti della lavorazione del latte, da quella che viene chiamata scotta, ad esempio, se ne ricava l’idrometano che è molto più efficiente in termini di resa. L’intento è quella di poter sostituire le colture energetiche con i rifiuti per evitare sprechi e dare un volto nuovo al pianeta.

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