Fino al 29 gennaio 2023, la mostra dedicata a Domiziano, l’ultimo imperatore della gens Flavia, amato e odiato in vita così come in morte, racconterà la complessità e i contrasti di questa figura e del suo impero.
Dopo l’esposizione I marmi Torlonia. Collezionare capolavori (14 ottobre 2020 – 27 febbraio 2022) che ne ha segnato l’apertura al pubblico, la nuova sede espositiva dei Musei Capitolini, Villa Caffarelli, torna ad ospitare una importante mostra di archeologia romana.
L’esposizione Domiziano imperatore. Odio e amore, aperta al pubblico dal 13 luglio 2022, rimarrà visitabile sino al 29 gennaio 2023.
Una mostra “europea”
Coprodotta dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e dal Rijksmuseum van Oudheden della città olandese di Leiden, è il risultato di un accordo culturale di dimensione internazionale che ci porta ad essere tutti cittadini europei. Sono questi i migliori esempi per dare una identità ad una Europa troppe volte difficile da gestire a livello di immagine. Soprattutto quando parla un linguaggio meramente burocratico e finanziario che rischia di fare il gioco dei suoi detrattori.
Un’Europa forte, culturalmente “sprovincializzata” e fiera, è l’esempio migliore su cui costruire un futuro di pace e di civiltà. Wim Weijland, Nathalie de Haan, Eric M. Moormann, Aurora Raimondi Cominesi e Claire Stocks hanno ideato e curato l’esposizione God on Earth. Emperor Domitian, ospitata a Leiden dal 17 dicembre 2021 al 22 maggio 2022, cui la Sovrintendenza Capitolina ha partecipato con importanti prestiti.
In continuità con questo percorso e riprendendo parte del progetto scientifico e dei prestiti, la Sovrintendenza Capitolina ha elaborato nella nuova mostra una diversa articolazione del racconto e del percorso espositivo anche grazie all’aggiunta di nuove opere. Densa di significato è stata la scelta della sede espositiva, in un luogo fortemente legato all’imperatore e da lui restaurato lussuosamente dopo l’incendio dell’80 d.C: il Tempio di Giove Capitolino, sulle cui fondamenta è stata costruita Villa Caffarelli. Curata da Claudio Parisi Presicce, Maria Paola Del Moro e Massimiliano Munzi, la mostra ai Musei capitolini è promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con la consueta e impeccabile organizzazione firmata Zètema Progetto Cultura.
Domiziano Imperatore, una storia raccontata in 15 sale e quasi 100 opere
Lungo un percorso espositivo articolato in 15 sale, la mostra racconta, dunque, la storia di Domiziano, complessa figura di principe e tiranno non compresa dai contemporanei e successivamente dai posteri, che hanno basato il loro giudizio sulle fonti storiche e letterarie a lui, sostanzialmente, avverse.
Più recentemente, l’analisi delle fonti materiali, in particolare epigrafiche, ha restituito l’immagine di un imperatore attento alla buona amministrazione e al rapporto con l’esercito e con il popolo, devoto agli dei e riformatore della moralità degli uomini. Un imperatore che non pretese e non incoraggiò la formula autocratica “dominus et deus”, ritenuta da molti la motivazione profonda del clima di sospetti, terrore e condanne a morte sfociato nella congiura nella quale egli perse la vita.
La violenta damnatio memoriae, riportata dalla testimonianza di Svetonio e Cassio Dione, avrebbe comportato subito dopo la sua morte l’abbattimento delle statue che lo ritraevano e l’erasione del suo nome dalle iscrizioni pubbliche, fu in realtà limitata ad alcuni contesti e non trova conferma nel numero di ritratti giunti fino a noi a Roma e in tutto l’Impero.
Le opere in esposizione
Il racconto della vita di Domiziano è affidato alle 58 opere provenienti dalla mostra di Leiden e alle 36 aggiunte per l’edizione romana: ritratti in marmo ed in bronzo di personaggi imperiali e di divinità, elementi di decorazione architettonica in marmi bianchi e colorati e oggetti di piccole dimensioni in oro e bronzo.
Tantissimi i musei che hanno collaborato alla mostra con importanti prestiti. Elencarli tutti rischierebbe di essere gravoso per il lettore ma voglio citare alcuni esempi particolarmente rappresentativi. Tra i prestiti, tutti importanti, risaltano l’aureo a nome di Domizia Longina, moglie dell’imperatore, con la rappresentazione del figlioletto divinizzato del British Museum; il ritratto sempre di Domizia Longina del Louvre; il rilievo del Mausoleo degli Haterii dei Musei Vaticani; le teste colossali di Vespasiano e di Tito divinizzati dal Museo Nazionale Archeologico di Napoli e i frammenti del Dono Hartwig del Museo Nazionale Romano.
L’esposizione è arricchita anche da opere della Sovrintendenza Capitolina normalmente non esposte al pubblico. Tra i reperti dell’Antiquarium si segnala uno dei pannelli con affreschi della domus romana ricomposti all’inizio degli anni Duemila nella “sala E. Pastorelli” del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di via Genova, reso disponibile per la mostra grazie al rapporto di collaborazione tra le due istituzioni.
Tra le sculture in marmo dei depositi capitolini spiccano due opere poco note provenienti dallo stadio di Domiziano: il torso della statua di Ermete che si slaccia un sandalo, visto solo nella mostra Lisippo a Palazzo delle Esposizioni nel 1995, e la testa di giovane satiro ridente coronato di pino. Tra quelle della collezione permanente dei Musei Capitolini ricordiamo il ritratto femminile della “Dama Flavia” (cd. “busto Fonseca”).
Prima opera e icona dell’esposizione, a Leiden come a Roma, è il celebre ritratto di Domiziano conservato nei Musei Capitolini. Da esso parte il percorso espositivo, sviluppato lungo cinque grandi tematiche: Domiziano, imperatore e caro agli dei; l’esaltazione della gens Flavia e la propaganda dinastica; i luoghi privati di Domiziano, dalla casa natale sul Quirinale al palazzo imperiale sul Palatino e alla villa di Albano; l’intensa attività costruttiva a Roma; l’impero protetto dall’esercito e retto dalla buona amministrazione.
La statua di Domiziano al centro della prima sala: la fragilità della vita e l’evoluzione nel tempo della sua storia
La statua del Genio di Domiziano è al centro della prima sala, dedicata alla caducità della vita, rappresentata idealmente da ritratti infantili, allusivi all’imperatore e al figlioletto morto prematuramente, e dalla vetrina “del tempo della vita”: sul quadrante di un orologio, soluzione concettuale e visiva per far percepire con immediatezza lo scorrere veloce ed inesorabile del tempo, otto oggetti-simbolo simboleggiano i momenti cruciali della vita dell’imperatore, indicati dal pugnale-lancetta che ucciderà Domiziano.
La galleria dei ritratti mostra l’evoluzione dell’iconografia di Domiziano nel tempo. Accompagnano l’imperatore il padre Vespasiano e il fratello Tito, nonché le Auguste Giulia figlia di Tito e Domizia Longina, le cui ricercate acconciature sono emulate dalle dame di età flavia, ma anche la sua familia allargata, composta da liberti e schiavi. Alla damnatio memoriae decretata dal Senato all’indomani del suo assassinio riportano invece due iscrizioni e una moneta, sulle quali il suo ricordo è stato cancellato.
L’esaltazione della gens Flavia e le altre tematiche
Il concetto di continuità dinastica dominò gran parte delle azioni di Domiziano, arrivando all’esaltazione della gens Flavia attraverso l’erezione di archi onorari al fratello divinizzato e, sul luogo in cui sorgeva la casa natale, mediante la costruzione del Templum Gentis Flaviae, monumento di ripresa ma anche di rottura con il luogo e con la tradizione del Mausoleo di Augusto. L’eccezionale testa colossale di Tito divinizzato e i frammenti del Dono Hartwig mostrano la maestosità concettuale e dimensionale del complesso templare dedicato alla famiglia Flavia.
La tematica dei luoghi privati dell’imperatore prende avvio dal contesto del Quirinale, il colle sul quale Domiziano nacque, per arrivare alla grandiosità architettonica e decorativa delle ville fuori Roma e, soprattutto, del Palazzo imperiale sul Palatino, opera dell’architetto Rabirio. È questo il luogo dove l’imperatore appariva come dominus e dove l’opulenza e il lusso flavio maggiormente si esprimono, grazie a nuovi linguaggi architettonici e decorativi, che ricorrono al massiccio impiego di marmi colorati.
L’intensa attività edilizia voluta dall’Imperatore e i suoi rapporti con l’esercito
Il percorso attraverso i luoghi pubblici domizianei illustra l’intensa attività edilizia sviluppata sia nella ricostruzione degli edifici distrutti dall’incendio dell’80 d.C. sia nella realizzazione di nuovi monumenti funzionali alla propaganda imperiale. Tra questi il Foro Transitorio, costruito da Domiziano ma inaugurato dal successore Nerva, e la progettazione di una sistemazione urbanistica dell’area tra Quirinale e Campidoglio attraverso lo sbancamento della sella montuosa che univa i due colli.
Sarà possibile avere la percezione di questo intervento attraverso un video immersivo realizzato appositamente per la mostra e destinato a diventare uno dei prodotti della comunicazione del Museo dei Fori Imperiali. Negli edifici per gli spettacoli (Stadio, Odeon, Anfiteatro Flavio) si manifestava maggiormente il consenso popolare; l’impressione e l’atmosfera che essi suscitavano nel pubblico sono evocate dal calco del sepolcro di Quinto Sulpicio Massimo, morto a 11 anni, la cui iscrizione ricorda la brillante partecipazione del bambino prodigio al terzo agone capitolino di poesia greca, e dalla moneta in bronzo con l’effigie del rinoceronte, mai visto a Roma prima dei giochi nell’Anfiteatro voluti da Domiziano.
Nella sezione su Domiziano “fuori da Roma, fuori dai confini”, introdotta dalla pianta dell’Impero, sono affrontati il rapporto con l’esercito e l’attività edilizia e monumentale nelle città e nei territori dell’impero, conferma di una coesione non solo militare ma anche sociale.
Tutto quello che c’è da sapere per visitare la mostra
Domiziano Imperatore. Odio e amore
Musei Capitolini – Villa Caffarelli
Via di Villa Caffarelli – 00186 Roma
Sino al 29 gennaio 2023
Orari e biglietti
Tutti i giorni ore 9.30 – 19.30.
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura.
Biglietto “integrato” Musei Capitolini e Mostra per i non residenti a Roma
€ 16,00 biglietto “integrato” intero;
€ 14,00 biglietto “integrato” ridotto.
Biglietto “integrato” Musei Capitolini e Mostra per i residenti a Roma non possessori della “MIC Card”
€ 15,00 biglietto “integrato” intero;
€ 13,00 biglietto “integrato” ridotto.
€ 2,00 museo + Mostra per le categorie aventi diritto alla gratuità, ad eccezione degli studenti delle scuole elementari e medie inferiori e dei portatori di handicap e al loro accompagnatore e in occasioni di visite istituzionali.
Ingresso con biglietto gratuito e con biglietto ridotto per le categorie previste dalla tariffazione vigente.
Ingresso gratuito al museo per i possessori della “MIC Card”.
La prenotazione è fortemente consigliata.
L’utilizzo della mascherina non è obbligatorio, ma fortemente consigliato. È disponibile gel disinfettante.
Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00).
www.zetema.it;
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