Tra le novità la creazione di una piattaforma nazionale per monitorare in diretta l’andamento delle prestazioni.
La Camera ha dato oggi il via libera al decreto liste d’attesa. Il testo è stato approvato con 171 sì e 122 no, divenendo così legge.
Di seguito la dichiarazione del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni:
“Dopo aver portato il fondo sanitario al suo livello più alto di sempre, compiamo oggi ulteriori passi avanti per garantire il diritto alla salute dei cittadini.
Istituiamo un sistema nazionale di monitoraggio delle liste d’attesa e lo accompagniamo con un efficace meccanismo di controlli.
Ampliamo l’offerta con il Cup unico regionale per mettere a disposizione sia le prestazioni erogate dal pubblico sia le prestazioni erogate dal privato accreditato.
Assicuriamo che ai cittadini sia sempre erogata la prestazione, anche con il ricorso alle prestazioni in intramoenia e delle strutture private accreditate.
Aboliamo dal 2025 il tetto di spesa per le assunzioni dei medici e del personale sanitario e detassiamo le loro retribuzioni per le prestazioni aggiuntive che servono ad abbattere i tempi delle liste d’attesa.
Siamo consapevoli che c’è ancora molto da fare, ma siamo convinti che la direzione intrapresa per costruire una sanità più efficiente e più vicina ai bisogni dei cittadini sia quella giusta”.
Decreto Liste d’attesa, alcuni dei contenuti:
Piattaforma nazionale delle liste d’attesa
Viene creata la Piattaforma nazionale delle liste di attesa, gestita dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari (Agenas). Dovrà assicurare il buon funzionamento del collegamento con le altre piattaforme delle liste di attesa gestite da ciascuna Regione e Provincia autonoma. Uno strumento di governo delle liste di attesa coerente con l’obiettivo “Potenziamento del Portale della Trasparenza” previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
La piattaforma favorirà i cittadini all’accesso ai servizi sanitari, ma potrà essere utilizzato sia dal personale medico per prendere in carico pazienti che dalle strutture sanitarie al fine di gestire e organizzare le prenotazioni.
CUP regionale o intraregionale
La legge prevede la creazione di un Centro unico prenotazioni (Cup) a cui fare riferimento a livello regionale o intraregionale, che includerà sia gli erogatori pubblici che i privati convenzionati.
Inoltre viene incentivata l’adozione di soluzioni digitali per agevolare la prenotazione autonoma da parte dei pazienti di visite e prestazioni e per disdire, confermare o cancellare gli appuntamenti medici anche da remoto.
La “salta fila”
La ‘salta fila’, una delle novità del decreto, che dovrebbe aiutare a superare i ritardi nelle visite.
Le aziende sanitarie, in caso di mancata erogazione delle visite nei tempi previsti dalle classi di priorità, dovranno garantire al cittadino la prestazione in intramoenia io attraverso il privato accreditato. In tal caso, li cittadino pagherà solo il ticket se già dovuto. Si potranno effettuare visite ed esami anche il sabato e la domenica, prolungando la fascia oraria. Per evitare abusi dell’attività in intramoenia, le ore di attività libero professionale dei medici non dovranno eccedere quelle dell’attività ordinaria. Sarà il direttore generale dell’Asl a verificare il rispetto fino alla sospensione dell’intramoenia.
Nel caso in cui chi prenota una visita non si presenta, dovrà pagare il ticket
Per il Personale sanitario
Il decreto prevede il superamento del tetto di spesa per l’assunzione di personale sanitario. Per l’anno 2024 in particolare, è previsto l’aumentato al 15% dell’incremento del Fondo sanitario regionale, rispetto al 10% del 2023.
Dal 2025 il tetto di spesa dovrebbe essere abolito e sostituito da “un nuovo sistema per stabilire i fabbisogni minimi e massimi delle strutture sanitarie”.
Il provvedimento di contro, non prevede ulteriori risorse per risolvere il problema dei ritardi e dei lunghi tempi di erogazione delle prestazioni sanitarie. Il Governo quindi, per non gravare eccessivamente sulle spalle di personale medico e ospedaliero, ha previsto l’introduzione di una simil flat tax, un’aliquota unica al 15% sugli straordinari.
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