(Adnkronos) – Dalla difesa europea all'Ucraina e ai dazi. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta al Senato per le comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo di Bruxelles, in programma il 20 e 21 marzo. Di seguito, il testo con l'intervento integrale della premier. "Ci ritroviamo alla vigilia di un Consiglio Europeo che cade in un momento estremamente complesso per le dinamiche globali, e allo stesso tempo decisivo per il destino dell’Italia, dell’Europa e dell’Occidente. Vengo in quest’aula con la speranza che il dibattito odierno ci trovi tutti consapevoli del tempo grave che stiamo attraversando, e che si possa, pur nel rispetto delle posizioni di ciascuno, provare a ragionare insieme di quali siano le scelte migliori per la nostra Nazione, con il senso di realtà e di responsabilità che si deve a momenti come questi". "Il Consiglio Europeo di marzo, tradizionalmente dedicato ai temi economici e della competitività, si arricchisce inevitabilmente – come tutti gli ultimi – dei grandi temi geopolitici e geostrategici che sono, ormai da tempo, una priorità inevitabile". "Tema centrale del Consiglio Europeo sarà certamente il rilancio e il rafforzamento della competitività. Competitività potrebbe sembrare un fumoso concetto astratto, ma non lo è. Riguarda i nostri sistemi produttivi, certo, ma determina anche anche la possibilità per i nostri figli di trovare lavori qualificati e ben remunerati senza dover lasciare la propria nazione. Competitività vuol dire per gli Stati nazionali poter offrire servizi sociali adeguati e sempre migliori ai cittadini. Competitività significa, allargando la prospettiva, disporre dei mezzi e delle risorse necessari non solo a non dipendere da altri ma anche a poter difendere i nostri valori e la nostra visione a livello internazionale". "In sostanza, ciò che dobbiamo tutti chiederci è: un’Europa desertificata da un punto di vista industriale, e in ritardo nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie, è destinata ad essere più o meno ascoltata?". "Ecco la sintesi delle ragioni per le quali è importante che questo Consiglio Europeo segni dei passi avanti concreti su alcuni ambiti necessari per affrontare e vincere la sfida della competizione internazionale, e non condannarci, invece, al ruolo di gregario". "Da parte mia, intendo insistere con forza per proseguire in quel cambio di paradigma che l’Italia chiede da tempo e la Commissione ha cominciato a delineare attraverso la “Bussola per la Competitività”, ma che ora non può più rimanere sulla carta, e deve invece essere trasformato in atti concreti. L’obiettivo, principalmente, deve essere quello di assicurare un percorso di decarbonizzazione sostenibile per le nostre imprese e i nostri cittadini, così da risolvere il divario nell’innovazione che l’Europa sconta, e ridurre le nostre troppe, e troppo pericolose, dipendenze strategiche". "Continueremo ad insistere per una politica industriale efficace, che sappia combinare gli obiettivi ambientali con la competitività, rinunciando agli eccessi ideologici che abbiamo purtroppo visto e denunciato in passato. Il Clean Industrial Deal, presentato dalla Commissione, va in questa direzione, ma sia chiaro che intendiamo impedire che si trasformi in un nuovo Green Deal con un nome diverso". "Per farlo, chiediamo azioni concrete. La prima tra queste non può non riguardare il settore dell’auto, un settore industriale strategico per l'Europa che non può essere abbandonato al proprio destino. È per questo che insieme alla Repubblica Ceca abbiamo depositato un non-paper, ovvero un documento di lavoro, che oggi è sostenuto da numerosi Stati membri. Anche grazie a questo nostro costante lavoro il 5 marzo scorso la Commissione ha presentato il piano industriale per il settore automotive. Il Piano contiene alcuni primi sviluppi positivi, come la prospettiva di una soluzione – seppur temporanea – per il tema delle multe per i produttori non in linea con gli obiettivi di quota di mercato di veicoli, e l’anticipo della revisione degli obiettivi in termini di emissioni. Tutte materie che, appunto, sono oggetto del nostro non paper e che lavoriamo perché siano anche nelle conclusioni di questo Consiglio". "Occorrerà insistere, nell’ambito della più generale revisione della normativa preannunciata dalla Commissione per la seconda parte di quest’anno, affinché venga pienamente applicato il principio di neutralità tecnologica, ad esempio ricomprendendo i biocarburanti – oltre a e-fuels e idrogeno – tra le tecnologie utili ai fini della de carbonizzazione e affinché venga prestata la dovuta attenzione al settore dei veicoli pesanti, che finora è stato colpevolmente ignorato. Importante l’annuncio di poche ore fa, da parte della Commissione, di voler intervenire, come richiesto dall’Italia, sugli effetti distorsivi del CBAM, il Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, che tanto hanno danneggiato la siderurgia europea". "Tra gli strumenti concreti che possono dare respiro ai settori produttivi, l’Italia sostiene con particolare forza la semplificazione e la riduzione degli adempimenti amministrativi. Sarò chiara: se l’Europa pensa di sopravvivere a questa fase continuando a pretendere di iper regolamentare tutto, invece di liberare le tante energie delle quali dispone, semplicemente non sopravviverà. È una nuova visione che serve, non perseverare negli errori fatti fin qui. E, soprattutto, è la politica che deve tracciare la rotta, non la burocrazia. Sosteniamo, quindi, l’azione di semplificazione avviata dalla Commissione europea con i pacchetti Omnibus, il primo dei quali è stato presentato pochi giorni fa ed è dedicato alla semplificazione delle regole di rendicontazione e due diligence per la sostenibilità. Siamo però convinti che l’azione di semplificazione non debba arrivare solo a valle, ma intervenire a monte, in tutte le nuove proposte di legislazione europea". "Condivideremo per questo l’invito alla Commissione, e con lei ai co-legislatori, a lavorare per raggiungere l'obiettivo di ridurre il costo di tutti gli oneri amministrativi almeno del 25% per tutti, e almeno del 35% per le piccole e medie imprese. Faremo tutto quello che possiamo per impedire che l’Europa venga soffocata dalle sue stesse regole". "Altro tassello fondamentale di una seria strategia industriale europea è la sicurezza energetica. Serve, su questo, un’azione comune europea. Abbiamo fatto importanti progressi negli ultimi anni, ma molto resta ancora da fare per superare le nostre vulnerabilità: i prezzi dell’energia troppo alti sono un freno alla nostra competitività, e per questo servono misure immediate e strutturali". "Il Piano d’Azione per l’energia accessibile, presentato contestualmente al Clean Industrial Deal, individua misure urgenti per la volatilità dei prezzi dell’energia e per aumentare la resilienza del sistema energetico nell'UE. Ma servono anche misure a lungo termine. Tra queste, la riforma del mercato elettrico europeo, adottata a luglio scorso, rappresenta un importante passo in avanti per un mercato elettrico europeo più resiliente e flessibile, capace di garantire stabilità e prevedibilità dei prezzi. Ma sarà fondamentale assicurarne un’attuazione veloce". —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
