“In questa casa sono felice. E la mattina, quando mi sveglio e mi affaccio alla finestra, vedendo Caracalla e il campanile romanico con le mura, sento che lì sono proprio a Roma, nel cuore della città, ma lontano dalla contaminazione del caotico centro”. Alberto Sordi
Lo scorso 15 giugno, in occasione dei festeggiamenti per il centenario dalla nascita di Alberto Sordi, è stata confermata la data di apertura al pubblico della villa del grande attore: dal 16 settembre 2020 al 31 gennaio 2021. Già 18.000 le prenotazioni per visitare la grande Mostra allestita all’interno e all’esterno della residenza privata, oltre che nel Teatro dei Dioscuri.
La villa diverrà sede di un museo permanente che raccoglierà anche il ricchissimo archivio dell’attore, un centro di documentazione e studio per tutto il cinema italiano del ‘900. Il piazzale antistante alla villa verrà probabilmente intitolato alla sorella e curatrice della memoria di Alberto, Aurelia Sordi: una richiesta in tal senso è già stata presentata in Comune.
In occasione dell’apertura della mostra la casa editrice Skira ha presentato due volumi. Il primo (Villa Sordi, 104 pp., Euro 25) è un libro dedicato alla storica villa, il secondo (Alberto Sordi, 256 pp, Euro 35) un lavoro monografico su Alberto Sordi a 100 anni dalla nascita, un omaggio ad un indimenticabile interprete dei nostri tempi e alla grande storia d’amore con la sua città.
Da entrambe le pubblicazioni ciò che emerge in maniera forte è proprio l’amore viscerale di Sordi per Roma che si coniuga perfettamente ad un altro rapporto vissuto dall’attore in forma altrettanto viscerale: quello con la sua casa. Che non è stata e non è un’abitazione qualunque, ma un simbolo per tutti i romani: una villa maestosa affacciata sulle Terme di Caracalla, impossibile da ignorare per chiunque percorra l’incrocio di strade tra piazzale Numa Pompilio, via di Porta San Sebastiano e le grandiose terme imperiali.
La villa di via Druso n. 45 a Roma, nel rione XIX Celio (primo municipio), oggi nota come Villa di Alberto Sordi, è stata progettata dall’ingegnere architetto Clemente Busiri Vici (Roma 1887-1965) che la realizzò nel 1928-1929, tra le due guerre, per la cooperativa ASCESA (Società Anonima Cooperativa Edilizia Amministrazioni Statali) e il primo proprietario, “socio assegnatario”, fu il ministro Alessandro Chiavolini; nel 1954 la acquistò Alberto Sordi.
Da un punto di vista architettonico si presenta come un’alternativa agli esempi razionalisti dell’epoca (anni venti del secolo scorso) esprimendo, senza volontà esibizionistica, il tema residenziale privato in maniera funzionale, evitando limiti geometrici prestabiliti, con un’articolazione spaziale concepita in base alla conformazione del terreno in declivio e all’ampia panoramica circostante.
All’interno la villa è arricchita di opere di Giorgio de Chirico (Trovatore, Ettore e Andromaca e Cavalieri nel paesaggio) e di altri protagonisti dell’arte italiana del ’900, oltre ad alcuni dipinti di antichi maestri (Vernet, Panini), sculture e oggetti d’arte applicata.
Alberto Sordi si sentiva “del” suo pubblico e la scelta di far diventare la sua casa un museo, quindi un luogo aperto “al” suo pubblico, è stata presa come naturale prosecuzione dell’amore e della generosità che questo artista ha sempre provato nei confronti della “sua” gente.
Casa Museo Alberto Sordi
Al momento la Casa Museo Alberto Sordi è visitabile su prenotazione, per piccoli gruppi, inviando una mail a: museosordi.segr@libero.it
Immagini: concesse da Lucia Crespi ufficio stampa Skira
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