Chissà se la causa di queste vendite avviene perché le pillole allo iodo sono veramente utili
Negli ultimi due anni la corsa alle farmacie è diventata un’abitudine a cominciare dai gel disinfettanti, alle mascherine, alla vitamina D e infine i tamponi scatenata dal Covid. Ora si sta verificando la corsa alle pillole di iodio ma per il momento in Italia la situazione è ancora tranquilla.
Le notizie che rimbalzano dall’Ucraina e i combattimenti intorno alle centrali nucleari di Chernobyl e di Zaporizhzhia fanno crescere il timore di una guerra nucleare.
Per questo motivo in questi giorni in diversi Paesi europei fra cui il Belgio la Francia e il Lussemburgo è iniziata una corsa sfrenata per accaparrarsi nelle farmacie le pillole allo iodio. Ma sono davvero utili queste pillole?
Pillole allo iodio antiradiazioni, come funzionano
Nel caso di disastri alle centrali nucleari o di utilizzo di una bomba atomica l’assunzione di pillole allo iodio non radioattivo, compresse composte da ioduro di potassio, sviluppa la saturazione della ghiandola tiroidea prevenendo così l’assorbimento di iodio radioattivo rilasciato contaminando l’ambiente, con conseguente esposizione esterna.
Quindi la somministrazione orale di iodio stabile unita al controllo degli alimenti e dell’acqua potabile come riportato dall’Istituto superiore di sanità, in questo caso è da considerarsi appropriata e efficace alla riduzione di effetti negativi.
La ghiandola tiroidea che utilizza lo iodio per produrre ormoni tiroidei, di contro non percepisce la differenza tra iodio radioattivo e iodio stabile.
Le compresse di iodio per questo motivo non vanno assunte preventivamente o di propria iniziativa, ma soltanto nel caso di esposizione allo iodio radioattivo e su indicazione delle autorità o dei medici.
Belgio, perchè la corsa alle pillole allo iodio
Come riporta il quotidiano Repubblica l’Associazione dei farmacisti belgi afferma che sono state consegnate 1.500 scatole di pillole allo iodio da 10 compresse quando sono arrivare le notizie sui combattimenti nei pressi della centrale nucleare di Chernobyl con un aumento vertiginoso nei giorni successivi.
L’Agenzia federale belga per il controllo nucleare è stata costretta a ricordare che le compresse di iodio non vanno assunte preventivamente o di propria iniziativa ma solo su indicazione delle autorità.
Fare tesoro delle recenti esperienze, evitare la paura
Queste pillole sono davvero così utili da giustificare questa corsa? “Non esiste un’indicazione ad assumere integratori o pillole che contengano iodio se non in circostanze particolari per esempio in previsione di alcuni interventi chirurgici sulla tiroide oppure in gravidanza o in chi segue una dieta particolarmente restrittiva” – spiega chiarisce Marcello Bagnasco presidente dell’Associazione Italiana della Tiroide (Ait) e specialista in endocrinologia, medicina nucleare e immunologia clinica, nell’intervista rilasciata a Repubblica. “A parte queste situazioni specifiche non c’è nessuna indicazione ed è più che sufficiente per mantenere un buon livello di iodio l’uso del sale iodato in cucina. Ancora più inutile la supplementazione di iodio nelle in persone a cui è stata tolta la tiroide”.
La corsa allo iodo in Europa e in particolare in Belgio è davvero virale. Ma come funziona in Italia? “Nel nostro Paese – precisa Bagnasco – questi preparati vengono venduti in forma di integratori e non sono soggetti a prescrizione medica quindi ognuno può comprarlo in farmacia a spese proprie, ma è fondamentale evitare acquisti incontrollati anche perché è assurdo pensare di attuare una profilassi preventiva su scala mondiale“.
Pillole allo iodo, attenzione agli effetti indesiderati
La paura in primo luogo non può essere il veicolo che spinge all’acquisto irrefrenabile. Conclude Bagnasco: “Se si assumono in autonomia e senza il consiglio del medico compresse di iodio si potrebbe verificare un eccesso di questo elemento che può provocare effetti collaterali come per esempio, un aumento di incidenza delle patologie autoimmuni. In particolare, nei soggetti con ipotiroidismo potrebbero esserci conseguenze indesiderate più sensibili. Va evitato l’uso incontrollato sulla base del principio che ‘non si sa mai’. Sono forme di psicosi che possono fare danni”
Insomma, se davvero dovesse succedere il peggio, siamo sicuri che una cura di qualche giorno a base di pillole allo iodo riuscirebbe a proteggerci?