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Corea del Sud nel caos, in vigore legge marziale: esercito blocca il Parlamento, scontri

(Adnkronos) – Caos in Corea del Sud dove è stata imposta la legge marziale e si registrano scontri davanti al Parlamento che è stato bloccato dall'esercito. Sul tetto dell'edificio sono atterrati elicotteri, riportano i media sudcoreani. Con un discorso televisivo a sorpresa, il presidente della Corea del Sud, Yoon Suk Yeol, ha dichiarato la legge marziale di emergenza, definendola un passo necessario per proteggere il Paese dalle "forze comuniste", nel mezzo di un braccio di ferro con l'opposizione del Partito democratico, che ha ottenuto la maggioranza in Parlamento nelle elezioni dello scorso aprile, per la legge finanziaria.  "Per salvaguardare una Corea del Sud liberale dalle minacce delle forze comuniste della Corea del Nord ed eliminare elementi anti-stato io qui dichiaro la legge marziale di emergenza – ha detto – Senza nessun riguardo per la vita delle persone, il partito di opposizione ha paralizzato il governo solo per impeachment, indagini speciali e proteggere il proprio leader dalla giustizia". Immediatamente dopo il suo discorso, forze di sicurezza hanno bloccato l'accesso al Parlamento, con i militari che hanno annunciato la sospensione di tutte le attività parlamentari.  "La nostra Assemblea Nazionale è diventata un rifugio per criminali, una tana per una dittatura legislativa che cerca di paralizzare il sistema giudiziario e amministrativo e rovesciare il nostro sistema democratico liberale", ha detto ancora il presidente giustificando così il ricorso alla misura che prevede che il governo venga temporaneamente affidato alle autorità militari sottraendolo a quelle civili.  "Farò tornare il Paese alla normalità liberandomi delle forze anti-stato al più presto possibile", ha aggiunto il presidente che ha accusato l'opposizione di aver tagliato "tutti gli elementi essenziali per il funzionamento chiave del Paese, come la lotta ai crimini di droga e il mantenimento della pubblica sicurezza, trasformando il Paese in un rifugio per la droga". Yoon ha definito il partito dell'opposizione, che ha una maggioranza di 300 parlamentari, una "forza anti-stato che intende rovesciare il regime" e definito la sua decisione "inevitabile".  Scontri si registrano di fronte al Parlamento di Seul tra forze dell'ordine e i dimostranti che chiedono la fine della legge marziale. I video che vengono trasmessi dalla televisione di stato, riporta il sito del New York Times, mostrano poliziotti e militari che respingono i cittadini che cercano di entrare nell'edificio.  Lee Jae-myung, il leader del partito di opposizione sudcoreano, ha chiesto ai suoi deputati di riunirsi fuori dal Parlamento. Il leader del Partito democratico, che ha la maggioranza in Parlamento, ha chiesto anche ai sostenitori e alla popolazione di recarsi di fronte al Parlamento. Secondo la legge sudcoreana, il governo deve revocare la legge marziale se la maggioranza del Parlamento vota in questo senso. La stessa legge impedisce l'arresto di deputati da parte del comando militare sotto legge marziale.  Il generale Park An-soo, che è stato nominato comandante per la legge marziale, ha vietato "tutte le attività politiche" comprese quelle dei partiti e le manifestazioni di cittadini. Inoltre, riporta il sito del New York Times, ha reso noto che "tutti i media e le pubblicazioni di informazione sono sotto il controllo delle comandante per la legge marziale". Il decreto che stabilisce la legge marziale, entrato in vigore alle 23 ora locale, vieta anche azioni sindacali e la diffusione di "fake news", affermando che chi violerà queste misure potrà essere arrestato senza un mandato giudiziario.  Erano 44 anni che in Corea del Sud non veniva dichiarata la legge marziale. L'ultima volta risale al maggio del 1980 a seguito del colpo di Stato militare, il secondo in un anno, guidato alla fine dell'anno precedente dal generale Chun Doo-hwan. Per fermare le manifestazioni del movimento studentesco che chiedeva riforme democratiche, il 17 maggio Chun costrinse il governo a estendere la legge marziale sull'intero Paese. Vennero chiuse le università, vietate le attività politiche e limitata ulteriormente la libertà di stampa. Per far rispettare la legge marziale, i militari furono inviati in varie parti della nazione.  Il 18 maggio 1980, i cittadini di Gwangju si ribellarono alla dittatura militare di Chun e presero il controllo della città. Nel corso della rivolta, i cittadini presero le armi per difendersi, ma alla fine furono schiacciati dall'esercito in un massacro che passò alla storia. Alla fine si contarono almeno centinaia di morti, ma c'è chi parla di migliaia di vittime. L'Amministrazione Biden è in contatto con il governo sudcoreano e "sta monitorando attentamente la situazione". Lo ha riferito sul social X il giornalista di Axios, Barak Ravid, citando il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Sean Savett. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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