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Continental presenta il suo Osservatorio sul settore agricolo in Italia in pandemia

Continental presenta il suo Osservatorio sul settore agricolo in Italia in pandemia
Continental presenta il suo Osservatorio sul settore agricolo in Italia in pandemia (Foto su gentile concessione ufficio stampa Continental)

Continental dice che l’agricoltura “batte” il covid: nel 2020 il valore della produzione nazionale cala meno dell’un per cento. Bene frutta e vino, qualche difficoltà per ortaggi e olio. Nell’anno più critico della pandemia il settore non perde terreno e nei primi mesi del 2021 è boom di vendite delle macchine agricole (+52,9%)

Si deve a Continental, noto produttore di pneumatici che, nel 2021, ha celebrato i suoi 150 anni di storia, un interessante e per alcuni versi sorprendente Osservatorio sui macro trend del settore agricolo nazionale con l’obiettivo di fornire una panoramica completa del comparto e capire quanto ha inciso la pandemia da Covid-19 sul suo sviluppo, in termini di valore della produzione agricola, andamento della manodopera, mercato delle macchine agricole, e problematiche della aziende agricole. Un lavoro che testimonia da sempre l’attenzione del Gruppo Continental al mercato dell’agricoltura.

Valore produzione e manodopera agricola (Fonte: elaborazione Econometrica sui risultati del Questionario COVID19 – RICA)

Il valore della produzione in agricoltura in Italia tra il 2018 e il 2020 è calato dell’1,1%, passando da 56,7 miliardi di euro a 56,1. Il calo è iniziato nel primo anno (con un -0,3% del 2019 rispetto al 2018) e si è accentuato con l’arrivo della pandemia facendo segnare -0,8% tra il 2019 e il 2020. Nel 2020, a livello europeo l’Italia si posiziona sul podio, al terzo posto, dopo Francia (prima con 75,4 miliardi di euro) e Germania (56,3 miliardi di euro).

Foto gentilmente concessa da Ufficio stampa Continental

Nonostante la continua oscillazione dei comparti, la produzione vegetale è diminuita dell’8,8%. Anche in questo caso c’è stata un’accelerata nell’ultimo anno: la variazione è infatti passata da -1,5% pre-covid a -7,4% dell’annata 2019/2020. L’influenza del covid è particolarmente evidente guardando le singole voci prodotto. Tra queste, l’olio di oliva nel 2018-19 aveva subito un incremento del +51,6%, aumento che si è trasformato l’anno successivo in un -16,2%. Da considerare che il settore degli oli è per sua natura altalenante, dato che si tratta di una produzione ciclica. In difficoltà anche gli ortaggi che chiudono il 2020 con -29%. Altri due esempi, che però seguono la logica opposta, sono l’iniziale diminuzione del vino (-20,4%) che si è tramutata in un +3,5% l’anno successivo, e la frutta che passa da -2,4% nel 2019 a +14,8% del 2020.

In questi due anni, inoltre, il continuo calo del bestiame e il contemporaneo aumento dei prodotti zootecnici, ha portato la produzione zootecnica a registrare un complessivo -1,9%. Il primo anno la variazione è stata in positivo, con un lieve +0,7%, mentre ha subito un drastico calo l’anno successivo, arrivando a -2,6%.

In totale la produzione agricola di beni (complessiva di produzione vegetale e produzione zootecnica) è calata dello 0,9%: nel 2018 ammontava a 47,1 miliardi di euro, nel 2019 è passata a 46,7 miliardi, arrivando a quota 46,6 miliardi di euro nel 2020.

Considerando anche la parte relativa ai servizi, la produzione agricola è passata da 52,1 a 51,6 miliardi di euro, con un -0,8% rispetto al 2018.

Per quanto riguarda la manodopera agricola, invece, nei due anni è calata del 4,3%. Nello specifico la manodopera indipendente è scesa del 3,6% mentre quella dipendente del 5,7%. Entrambi i segmenti registravano una crescita dello 0,1% nel periodo 2018-2019, ma poi sono calati rispettivamente del 3,7% e del 5,8% tra il 2019 e il 2020.

Continental e la vendita di macchine agricole: + 52,9% nel primo trimestre 2021

Il mercato italiano delle macchine agricole ha chiuso il primo trimestre del 2021 con la vendita di 8.656 unità, un dato estremamente positivo che sottolinea una crescita del 52,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ciò dimostra che i dati negativi del 2020, che riportavano un calo superiore alle 1.600 unità rispetto all’anno precedente, erano correlati all’emergenza sanitaria che ha influenzato pesantemente le performance economiche anche di questo settore.

Le regioni che hanno fatto registrare la maggior quota di vendite in questi tra gennaio e marzo 2021 sono Piemonte (13,2%), Lombardia (11,1%) e Veneto (11%). Quelle che invece stanno dando forti segnali di ripresa e hanno registrato la crescita maggiore rispetto al 2020 sono Sicilia (+114,3%), Campania (92,2%) e, ancora una volta, Piemonte (+76,4%).

Analizzando più approfonditamente la ripartizione del mercato per tipologie, le trattrici sono aumentate del 57,7%, passando da 3.777 unità a 5.955. Il segmento che ha fatto registrare l’incremento più forte è però quello delle mietitrebbiatrici che hanno visto un’accelerata del 180%. I sollevatori sono poi cresciuti dell’86,3%, i rimorchi del 37,4% e le trattrici con pianale di carico del 21,5%.

Difficoltà riscontrate e attese dalle aziende agricole (Fonte: elaborazione Econometrica sui risultati del Questionario COVID19 – RICA)

Per chiarire l’impatto del Covid-19 sull’agricoltura italiana è utile considerare l’annata 2019-2020 e le previsioni per quella 2020-2021.

Interessante notare che la maggioranza degli operatori interpellati ha dichiarato che la pandemia non ha impattato in alcun modo sulle loro attività. Sono infatti in pochi gli intervistati che sottolineano una riduzione della domanda (18% nel 2020 e 17,4% nel 2019), o che segnalano l’aumento dei costi di produzione (7,5% vs 5,6%) e la mancanza di liquidità (6,9% vs 4,3%). Infine, in quest’ultimo anno, solo il 9,5% del campione è preoccupato dell’impossibilità di tornare alla normalità.

Approfondendo le difficoltà riscontrate dalle aziende agricole in seguito alla pandemia, emerge una graduatoria che vede in prima posizione la difficoltà a riparare attrezzature, macchinari e fabbricati (49%), seguita subito dalla difficoltà a disporre di adeguata liquidità finanziaria (42%) e dalla difficoltà ad accedere ai servizi di consulenza e assistenza tecnica (33%).

Entrando invece nel merito delle difficoltà attese, la preoccupazione maggiore è disporre della liquidità finanziaria per effettuare i pagamenti necessari per portare avanti le attività (63%), al secondo posto la possibilità di effettuare investimenti non rinviabili (33%) e, a pari merito al terzo posto, le difficoltà nel conferimento dei prodotti a GDO, intermediari, ecc. e quelle nel commercializzare il prodotto tramite i canali di filiera corta (27%).

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