Tramite l’analisi si potranno ricostruire le condizioni climatiche ed ambientali della parte centrale delle Alpi avvenute degli ultimi mille anni e monitorare il movimento del ghiacciaio
Il ghiaccio racchiude in sè il più importante archivio storico ambientale delle Alpi e tramite la sua analisi è possibile venire a conoscenza di informazioni preziose.
I ricercatori del progetto ClimADA nel 2021 hanno estratto 224 metri di ghiacci dal Ghiacciaio dell’Adamello, grazie ad un’operazione mai riuscita prima nell’intero arco alpino.
Con la seconda fase di ClimADA oggi si potrà tornare indietro di mille anni riuscendo a capire i cambiamenti climatici avvenuti nelle Alpi e lungo i suoi territori.
CLimADA, partnership
La seconda fase del progetto ClimADA è partita grazie alla collaborazione di partner pubblici e privati come Fondazione Cariplo, Regione Lombardia, Università degli Studi Milano -Bicocca, Politecnico di Milano, Università di Brescia e Comunità Montana di Valle Camonica-Parco dell’Adamello e con il supporto di Edison e Bayer.
Nei laboratori dell’EuroCOLD della Bicocca è iniziata, infatti, la serie di analisi per ricostruire le condizioni climatiche e ambientali della parte centrale delle Api.
EuroCOLD Lab arriva a -50°C di temperatura e insieme a due “camere bianche” a bassissimi livelli di contaminazione, simula le condizioni presenti in alta montagna e nelle regioni polari.
Inoltre prosegue la raccolta di dati provenienti dalla fibra ottica installata lungo la verticale di estrazione del ghiaccio: dalla loro posa si misurano spostamento e temperatura lungo tutta la verticale di sondaggio, dando informazioni preziose per comprendere come si muove il ghiacciaio dell’Adamello e quale sarà il suo futuro.
L’impatto dell’uomo sull’ambiente e quali misure per ridurlo
Questo sistema di monitoraggio è stato applicato per la prima volta in assoluto a un ghiacciaio alpino fino ad’ora. Potrà fornire informazioni che “anche in futuro saranno utili a geologi e glaciologi per prevedere la futura evoluzione del più grande e profondo ghiacciaio d’Italia”.
“Le misure del sensore a fibra ottica saranno successivamente integrate da dati satellitari, per seguire anche lo spostamento superficiale del ghiacciaio” ha spiegato il prof. Mario Martinelli del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano.
“L’integrazione di questi dati permetterà di stimare i parametri del modello termofluidodinamico (messo a punto dal prof. Ranzi e dalla prof.sa Grossi dell’Università di Brescia) e quindi di ottenere una descrizione più affidabile del ghiacciaio, simulandone il comportamento” – conclude Martinelli.
Giovanni Fosti Presidente di Fondazione Cariplo spiega: “Investire sullo studio dei cambiamenti climatici significa investire sul futuro del nostro ecosistema e su tutti gli aspetti ad esso collegati: vivibilità dei territori, salute delle persone, economia locale. Per questo Fondazione Cariplo continua a sostenere il progetto ClimADA: grazie a questa seconda fase di ricerca sarà possibile avere nuovi elementi per capire quale è stato l’impatto dell’uomo sull’ambiente e quali sono le misure per ridurlo”.
L’indagine CLimADA su 4 periodi analizzati, fino a 1000 anni di storia
In questo momento è in fase di definizione un piano di tagli della “carota”
Valter Maggi, responsabile dell’EuroCOLD Lab, dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra spiega: “saranno campionate sezioni di ghiaccio destinate alle misure degli isotopi stabili, necessarie per ricostruire l’origine delle masse d’aria che provocano le precipitazioni nevose sull’Adamello.
In parallelo verranno effettuati campionamenti per le misure delle polveri fini atmosferiche, dei pollini e dei macroresti vegetali e per le misure dei black carbons di origine antropica.
Sono previste anche datazioni di differente tipo (come radiocarbonio e Argon) necessarie per meglio capire la sequenza temporale degli eventi” conclude Maggi.
Le misurazioni sono fondamentali per comprendere l’evoluzione del Ghiacciaio dell’Adamello negli ultimi secoli e per ricostruire le condizioni climatiche ed ambientali che si sono succedute fino ad ora.
In particolare la ricostruzione degli eventi climatici ed ambientali si concentrerà su 4 periodi specifici:
- il periodo industriale;
- la Prima Guerra Mondiale, combattuta in modo molto cruento sull’Adamello, rappresenta un periodo di particolare importanza per valutare l’impatto delle situazioni belliche in aree montane;
- la parte della Piccola Età Glaciale, del periodo pre-industriale;
- la parte basale della carota (indicativamente gli ultimi 30 metri di carota) consentiranno infine di comprendere l’evoluzione climatico-ambientale di un periodo stimato intorno a 1000 anni dal presente.
Dalle valutazioni preliminari condotte dal team dell’Università di Brescia, difficilmente il Ghiacciaio dell’Adamello sopravviverà fino alla fine del secolo.
Si spera che i risultati del progetto ClimADA potranno gettare maggior luce sugli impatti del riscaldamento globale e ridurre le incertezze.
Dal ghiaccio del passato indicazioni per il futuro del Pianeta
“Il ghiacciaio porta dentro di sé e restituisce eventi ed elementi preziosi per ricostruire la storia dei secoli trascorsi” – osserva Alessandro Bonomelli, Presidente della Comunità Montana di Valle Camonica-Parco dell’Adamello.
La Comunità Montana di Valle Camonica-Parco dell’Adamello ha diversi obiettivi e uno dei principali è quello di partire dalla storia del ghiacciaio evidenziata da ClimADA e informare e sensibilizzare i cittadini sulle conseguenze che le azioni e scelte quotidiane determinano sull’ambiente.
Edison anche quest’anno in coerenza con la nostra politica di sostenibilità “consolida la collaborazione con le scuole delle valli che ospitano i nostri impianti di energia rinnovabile, rendendo protagonisti gli stessi studenti, che avranno la possibilità di analizzare le “carote” estratte sull’Adamello” – dichiara Marco Stangalino, Vice Presidente Esecutivo Power Asset
Oliviero Valzelli, Presidente del Consorzio Servizi Valle Camonica sottolinea: “Se tutti comprendiamo l’importanza dell’interconnessione tra l’uomo e le condizioni climatiche, le giuste azioni sono più fattibili, perché ricche di significato”.