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Cercasi pastori, il lavoro del futuro con la Scuola per Giovani Pastori

Cercasi pastori, il lavoro del futuro con la Scuola per Giovani Pastori
Foto @Depositphotos_396518404_S

Ha formato 15 uomini e donne under 40 su un mestiere che va recuperato perché rappresenta un patrimonio da preservare. Se state pensando di cambiare vita ecco l’occasione giusta.

La pastorizia, un mestiere che in Italia sta avendo una riscoperta difatti sempre più persone, soprattutto giovani e donne, decidono di cambiare vita occupandosi di un gregge o allevamento vivendo a contatto con la natura.

Si tratta di una scelta affascinante difatti la vita insieme agli animali può risultare attraente e diventare di “tendenza”, ma anche non facile e molto impegnativa perché non ci si può improvvisare con un mestiere che richiede un apprendimento faticoso e insidioso.

Proprio per questo motivo, stanno nascendo sempre più scuole dedicate alla pastorizia e la Scuola Giovani Pastori è una di queste.

Scuola Giovani Pastori, la nascita

La Scuola, promossa dall’Associazione Riabitare l’Italia e dal CREA nell’ambito della Rete Rurale Nazionale, ha avuto una sua prima realizzazione co-finanziata da Fondazione Cariplo tra settembre 2022 e l’estate 2023 in Piemonte e Lombardia.

Il progetto ha coinvolto diversi partner, tra cui AGENFORM e la cooperativa Nemo, che si è avvalso del supporto di un Comitato scientifico multidisciplinare, composto da rappresentanti dell’Università di Torino, l’Osservatorio Giovani dell’Università di Salerno, il Gran Sasso Science Institute, il CNRR- ISPAAM e stakeholder di settore, come la Rete Appia.

Questa prima edizione ha avuto un esito molto positivo anche grazie alla modalità formativa innovativa adottata, cioè quella della peer education. La seconda edizione della Scuola si terrà nel territorio delle Madonie in Sicilia. La Scuola ha ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui il premio Food&Wine Italia 2022 per l’innovazione nel cibo.

L’obiettivo è quello di insegnare il mestiere del pastore a chi vuole trasferirsi o restare nelle aree interne italiane, avviando un percorso di allevatore e casaro.

Le aree interne infatti sono soggette a spopolamento e rischiano di essere abbandonate, ma ci sono anche sempre più persone desiderose di avviare attività concrete in piccoe realtà.

Secondo un’indagine sull’aree interne italiane promossa proprio dall’associazione Riabitare l’Italia e intitolata “Giovani dentro”, il 67% dei giovani (19-39 anni) vorrebbe rimanere nei territori in cui vive. Solo il 9% del sondaggio considera, infatti, il lavoro agricolo e di pastorizia un ripiego in mancanza di alternative lavorative.

Il pastore, come imparare il mestiere

Per la prima edizione del progetto, tramite un bando sono stati selezionati 15 tra ragazzi e ragazze under 40, dai 50 iniziali candidati e si è svolto dal settembre 2022 a luglio 2023.

Ai partecipanti è stato offerto un momento di formazione sia pratica che teorica su pascolo e allevamento in aree montane, caseificazione e trasformazione delle materie prime.

Sono stati tanti i temi affrontati tra cui la gestione dei pascoli, il rapporto con gli animali selvatici, il controllo qualità supportati da una parte pratica che ha previsto un confronto con allevamenti e professionalità storiche del territorio preso in esame: quello delle aree interne del Nord-Ovest italiano, zona del (Cuneese, Bresciano e Oltrepò Pavese).

Altra parte importante è stata quella dedicata alla produzione, trasformazione e valorizzazione del prodotto, tenutasi a Moretta, presso l’Agenform (Agenzia dei servizi formativi della provincia di Cuneo). Qui gli studenti hanno imparato come fare dei formaggi artigianali in maniera scientifica con strumenti all’avanguardia.

Al termine della formazione, un percorso condiviso di relazioni con ricercatori e studiosi che possano aiutare i candidati ad avviare (o a strutturare se già esistente) una propria attività di pastorizia.

Nella primavera 2024 si partirà con un secondo step in Sicilia, dove ci si stabilirà sul territorio delle Madonie.

I nuovi pastori, chi sono

Vari i partecipanti alla Scuola Giovani Pastori tra cui persone che vogliono restare legate al loro territorio e chi invece desidera lasciare la grande città per ricominciare una nuova vita. Come il caso di Chiara Gasparotto 37 anni, milanese che ora vive nelle Langhe, a Murazzano e alleva capre insieme al marito.

E ancora Agnes Garrone, giovane linguista che mentre era al pascolo con le pecore. ha scritto la sua tesi di laurea.

L’età media dei partecipanti è stata di 28 anni, con una prevalenza femminile (9 donne e 6 uomini).

“Essere pastori oggi vuol dire fare una scelta consapevole di uno stile di vita ma anche avere tutti gli strumenti per poter affrontare una sfida imprenditoriale e la gestione di un allevamento con modelli innovativi e basati sul pascolo come pratica fondamentale. Bisogna essere proiettati al futuro, recuperando i saperi del passato, ritornando alla terra, ma non in una dimensione folclorica e nostalgica – spiega la responsabile del progetto, Daniela Storti del Crea – con la nostra scuola offriamo ai giovani la possibilità di capire meglio questo mondo, coinvolgendo nel progetto pastori e aziende di riferimento, fornendo un supporto e creando una rete”.

Photo Credit: Depositphotos.

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