I Giardini di Castel Trauttmansdorff a Merano si estendono su una superficie complessiva di 12 ettari. In questo anfiteatro naturale sono raccolti paesaggi esotici e mediterranei di grande rilievo
Il Sentiero di Sissi collega il centro di Merano con i Giardini di Castel Trauttmansdorff in un percorso di tre chilometri e undici tappe, percorribile in circa un’ora. Il suggestivo inerario conduce fra i “luoghi meranesi” dell’imperatrice Elisabetta d’Austria. Nell’autunno 1870, la carrozza di Sissi varcò per la prima volta la soglia di Castel Trauttmansdorff per trascorrere un periodo invernale di cure. Il soggiorno dell’Imperatrice promosse Merano a “stazione climatica di fama europea”.
In più di ottanta ambienti botanici prosperano e fioriscono piante da tutto il mondo in una rigogliosa miscellanea fra natura, cultura e arte. Troviamo stazioni multisensoriali, giardini a tema, padiglioni artistici tanti animali che raccontano in una prospettiva particolarmente ricca con il Touriseum, il Museo Provinciale del Turismo, due secoli di storia del turismo in Tirolo e a Merano. Tra gli animali presenti, conigli, pavoni, pecore ungheresi Zackel, caprette nane, e ancora serpenti, anatre cinesi e carpe giapponesi.
Le pecore Zackel Ungheresi, si trovano in un recinto nella parte meridionale dei Paesaggi dell’Alto Adige. Oggi sono una razza protetta e la caratteristica tipica, sia dei maschi sia delle femmine, sono quelle corna sporgenti disposte a V ed elicoidali come un cavatappi dalla peculiarità inconfondibile.
Le capre di Montecristo a Castel Trauttmansdorff invece si trovano su un ripido pendio vicino alla Passeggiata di Sissi, mentre i due esemplari maschili di alpaca brucano pacificamente l’erba in varie aree del parco, aiutando così i giardinieri nella potatura dei prati. Avrà tratto ispirazione da qui la sindaca di Roma? Proseguiamo nella “narrazione” di queste pacifiche presenze. Nella parte dedicata ancora ai Paesaggi dell’Alto Adige convivono assieme conigli, galline e porcellini d’India.
Castel Trauttmansdorff , il terrario
Il Terrario nella parte posteriore della Serra invece ospita insetti affascinanti come le formiche oricoltrici, che hanno morfologie diverse in base alla loro “professione” (regine procreatrici, soldatesse, tagliafoglie e coltivatrici di funghi) e il loro habitat suddiviso in “stanze”.
È una rarità assoluta che al di fuori del loro habitat naturale riescano a mettere le ali e ad accoppiarsi in volo. Possono volare fino a 200 metri di altezza, dove si accoppiano e la giovane regina fecondata poi crea una nuova colonia.
Le formiche orticoltrici non sono, contrariamente alle specie affini indigene delle nostre latitudini, “cacciatrici o raccoglitrici”, ma “coltivatrici”. Esse coltivano il loro “orto” di funghi, che rappresenta la loro fonte di sostentamento (stanza di coltivazione).
A loro volta esse nutrono il fungo con particelle vegetali che raccolgono (stanza di alimentazione) e sminuzzano per formare delle minuscole palline. Senza il fungo, gli insetti morirebbero di fame e quindi il fungo viene curato e protetto con grande attenzione dalle coltivatrici.
Le misure igieniche nel formicaio sono sorprendenti: delle operaie, per lo più anziane, trasportano i rifiuti patogeni in speciali stanze (stanze dei rifiuti). Grandi e bambini potranno anche leggere semplici spiegazioni sulla vita delle formiche oricoltrici e interessanti curiosità, collocate di fianco a ciascuna vetrata.
Sempre nel Terrario di Castel Trauttmansdorff trovano ospitalità lucertole, un’iguana verde, che spesso trascorre intere giornate adagiato sullo stesso ramo, insetti coloratissimi e cangianti come le Cetonie, (coleotteri della famiglia degli Scarabeidi), in Alto Adige si trova la Cetonia dorata dal colore verde luminoso, gli affascinanti insetti-stecco e insetti-foglia, veri maestri nella mimetizzazione e le temibili locuste del deserto, quelle della biblica piaga che, unite in grandi sciami, erano in grado di devastare zone molto ampie, distruggendo i raccolti.
Tante zone diverse
Nella zona dei Boschi del Mondo inoltre si trova la Voliera che, in una superficie di 80 metri quadrati per 10 metri di altezza, è popolata da pappagalli Lori e Ara dai colori sgargianti, che cantano allegramente per tutto il giorno. Sebbene siano originari dell’Asia sudorientale o dell’Australia, questi pappagalli si sono adattati perfettamente alle condizioni climatiche di Merano.
Nella parte dedicata ai Paesaggi dell’Alto Adige c’è poi il gigantesco alveare, con all’interno una libera riproduzione di un’arnia in paglia intrecciata che può essere aperta, consentendo ai visitatori, al riparo dietro un vetro, di osservare una colonia di circa 60.000 api al lavoro. Attraverso un piccolo condotto sul retro dell’arnia, le api possono volare all’aria aperta.
Poco lontano dall’Alveare c’è l’Orologio delle Libellule che, tramite alcune illustrazioni, indica le singole specie presenti nei Giardini e i possibili periodi di volo durante l’anno attraverso delle barre blu e azzurre. Le libellule sono annoverate tra gli insetti più grandi e veloci e il loro comportamento di volo è talmente complesso che è stato preso ad esempio nell’aviazione e nell’astronautica per la costruzione di propulsori e rotori. I Giardini di Sissi organizzano anche delle visite guidate alle libellule per apprendere informazioni interessanti sulla biologia e sull’importanza delle libellule per l’ambiente.
La Vetrina sull’Alpenzoo di Innsbruck, è collocata nei pressi dell’Area semidesertica e offre la possibilità di ammirare da vicino, in un habitat allestito in modo naturale, i colubri d’Esculapio, serpenti non velenosi originari dell’Europa meridionale, tipici dell’Alto Adige.
Castel Trauttmansdorff: piante e frutti
Baciato dal sole, il versante meridionale dei Giardini ricrea l’inconfondibile immagine del sud. Molti percorsi risalgono il pendio coperto dai Giardini del Sole, interrotti da scorci e vedute sulle montagne circostanti. Ed è tutto un susseguirsi di profumatissimi arbusti nani e varietà sempreverdi, con lecci e querce da sughero a raccontare i paesaggi della regione mediterranea.
Ai piedi del castello cresce l’uliveto più settentrionale d’Italia dominato dalla nodosa silhouette di un esemplare di 700 anni. D’estate fioriscono qui centinaia e centinai di girasoli. Delimitate da pini e cipressi, su questi versanti al sole crescono rigogliose piante da frutto: melograni, viti, fichi e gelsi. Nel Semideserto delle Succulente si trovano inoltre esemplari di cactus, euforbie, aloe e agavi.
Nel Giardino Proibito, la strega Nichtlinde e il fedele corvo Rostolph vegliano su un insieme di curiose sculture che si trovano in mezzo a piante ed erbe velenose.
Dalla collina dei deserti spiccano esemplari di cactus altissimi ed altre succulente, come esemplari di aloe africana, euforbie e agavi del Nordamerica. Nei mesi più freddi l’intera area viene coperta per proteggere le piante grasse dai rigori dell’inverno. Senza poi dimenticare la bellissima Limonaia con esemplari esotici di kumquat, bergamotti e spettacolari cedri mano di Buddha.
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