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“Campionario pazzo di chi accumula cose”, perché si sceglie di vivere sommersi dal troppo

“Campionario pazzo di chi accumula cose”, perché si sceglie di vivere sommersi dal troppo
“Campionario pazzo di chi accumula cose”, perché si sceglie di vivere sommersi dal troppo

Un argomento che, nell’epoca dell’iperconsumo e della crisi climatica, merita attenzione e riflessione. Tra ironia ed esagerazione, un invito a cambiare prospettiva e ripensare il nostro rapporto con le cose e domandare come poterci salvare.   

Quando ci troviamo in casa, di fronte ad un oggetto rispetto al quale ci chiediamo: lo tengo o lo butto?, è molto probabile che la nostra risposta sarà che in fondo, un giorno, chissà, potrà tornare ancora utile. E così, senza accorgercene, viviamo sommersi dal troppo.

Le nostre case sono piene di troppi vestiti, troppi attrezzi, troppa tecnologia, troppo cibo, troppi gadget, troppi documenti e poi cataste di soprammobili, giocattoli, accendini, tazzine, palline bamboline, bomboniere e qualsiasi altro oggetto collezionabile, archiviabile, accatastabile.

Tutte queste cose le teniamo o, meglio, tratteniamo, perché hanno un valore, perché potrebbero servire, perché ci siamo affezionati, perché ci ricordano qualcosa o qualcuno, perché sono lo specchio della nostra anima e della nostra personalità.

C’è chi ha pensato di dedicare a questo vortice di oggetti utili o inutili, preziosi o dozzinali, un libro che raccontasse storie di chi accumula. Stiamo parlando di “Campionario pazzo di chi accumula cose”, una galleria di accaparratori compulsivi, esagerati, folli, ma anche poetici e malinconici che, però, raccontano l’essenza del nostro mondo.

Scritto da Troglodita Tribe, realtà che attraverso l’attivismo, la scrittura e la recycling art cerca di destabilizzare l’indifferenza che ci sta portando alla catastrofe ambientale, edito da Pop Edizioni per la collana “Orizzonti” (pp. 184, prezzo: euro 10 libro, 4,50 ebook), “Campionario pazzo di chi accumula cose”, offre una lettura che scivola con ironia e quel velo di esagerazione demenziale che caratterizza ogni accumulo compulsivo di oggetti.

Con una godibilissima raccolta di storie brevi, i Troglodita Tribe tornano a raccontarci gli eccessi di una società che sprofonda nel consumo, ma poeticamente, con un’ostinazione quasi gentile.

Giocattoli per tornare bambini o Madonne portafortuna: in tutte le storie l’oggetto ha sempre un valore inestimabile; impossibile anche solo pensare di disfarsene, venderlo, regalarlo. Questo si fa tramite e testimone di un altro mondo, quello dei ricordi, che così è continuamente evocato.

Ma convivere con un accumulatore non è per niente facile perché si finisce sommersi da oggetti e dalla continua ricerca di questi. Si può, però, trovare un equilibrio perfetto tra amore e compulsione, tra azioni di accumulo e svuotamento.

Non è forse lo stesso il meccanismo che porta un individuo a riempire la propria casa con troppe cose e quello che spinge le grandi multinazionali a devastare interi ecosistemi pur di produrre di più, sempre di più?

Gli oggetti che si accumulano nelle nostre vite sono come i rifiuti nelle discariche, le case sommerse di roba sono come le foreste abbattute per fare spazio a nuovi centri commerciali, o come il mare riempito di microplastiche che non si degraderanno mai.

Il libro non lo dice esplicitamente, ma ogni pagina, con la sua ironia e la sua poesia, grida un’unica domanda: possiamo ancora salvarci dal nostro stesso eccesso?

“Campionario pazzo di chi accumula cose” è soprattutto un invito a cambiare prospettiva, a ripensare il nostro rapporto con le cose. Non si tratta quindi di demonizzare gli oggetti, ma di capirli. Di riconoscere anche la loro poesia, la loro capacità di evocare bellezza e sentimento, di comprendere quando sono strumenti e quando, invece, diventano catene. Soprattutto di imparare a vivere con meno, non per privazione, ma per liberazione.

Questo libro, con la sua carrellata di accumuli sfrenati, può far sorridere e riflettere, ma soprattutto ci costringe a fare una scelta: vogliamo continuare a essere sepolti vivi, o vogliamo respirare di nuovo?

 Perché l’accumulo non è mai solo una questione individuale. Ogni oggetto posseduto, in fondo, è un pezzo di mondo sottratto a qualcun altro, materia prima trasformata che presto o tardi diventerà spazzatura, effetto serra, riscaldamento globale.

“Campionario pazzo di chi accumula cose” ci obbliga allora a guardare il nostro disordine interiore insieme a quello planetario, e a chiederci: possiamo permetterci di continuare così?

Qui per acquistare il libro

Luca Malgeri

Giornalista, laureato in Scienze Politiche, svolge la professione con passione, curiosità e il desiderio costante di conoscere e informare. Per quasi venti anni ha collaborato con la Tattilo, casa editrice che ha fatto della poliedricità il suo punto di forza, affrontando temi diversificati. Negli ultimi anni, seguendo l’evoluzione del settore, ha abbracciato il giornalismo online, concentrandosi su tematiche quali ambiente, sostenibilità e benessere degli animali. Il calcio rappresenta una delle sue più grandi passioni, che non solo segue da tifoso, ma continua a praticare con entusiasmo, nonostante l’inesorabile passare degli anni. Ama la famiglia, la vita attiva, le passeggiate, il buon cibo e vivere la natura. malgeri.greenplanetnews@gmail.com
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